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Opi Firenze-Pistoia, appello ai 354 infermieri no vax sospesi

di Redazione Roma

Tra le province di entrambe le città sono 354 gli infermieri sospesi dalle varie aziende per non aver adempiuto all’obbligo vaccinale contro il Covid-19. Insieme all’appello a vaccinarsi (il bisogno infermieristico è prioritario), l’Opi chiede all’Assessorato regionale e alle Aziende sanitarie di velocizzare gli iter per la notifica della non vaccinazione e la conseguente sospensione dal lavoro.

Infermieri no vax, l'appello Opi Fi-Pt a colleghi e istituzioni

Duplice appello di Opi FI-PT: ai colleghi vaccinatevi, alle istituzioni velocizzare accertamenti

Infermieri no vax in Toscana: tra le province di Pistoia e Firenze sono nel complesso 354 i professionisti sanitari sospesi dalle varie aziende per non essersi vaccinati come d’obbligo.

Ragione per cui l’Opi Firenze-Pistoia non si “limita” all’appello affinché tutti gli operatori si vaccinino ma anche a un sollecito indirizzato all’Assessorato regionale nonché alle Aziende sanitarie affinché velocizzino gli iter per la notifica della non vaccinazione anti-Covid e la conseguente sospensione. Così da evitare il pericolo di infezione e rendere omogenee le procedure di applicazione del provvedimento normativo.

La Toscana, che già soffre la carenza di personale sanitario in fuga dai Pronto soccorso, non ha certamente necessità di dover sopperire ad ulteriori mancanze di forza lavoro. E l’Ordine delle professioni infermieristiche di Firenze-Pistoia lo sa bene. Noi proseguiamo a vigilare ma chiediamo l’assunzione di infermieri dalla graduatoria vigente per i servizi sanitari. Altro aspetto da affrontare concerne l’assunzione di infermieri e Oss nelle Rsa, spesso in difficoltà per la carenza del personale essenziale ad assicurare livelli di assistenza necessari. Carenze di personale anche negli ospedali della regione.

Quindi dall’Ordine muovono sulle sospensioni. Il fatto che proseguano attesta che dopo tanti mesi dall’obbligo vaccinale continuano a esserci persone non vaccinate a lavoro. Come Ordine confermiamo il nostro fermo supporto all’obbligo e invitiamo i colleghi sospesi, oppure in via di sospensione, a rivedere loro posizione, anche alla luce dei dati scientifici che confermano nel vaccino un presidio sicuro per il contrasto alla pandemia. Aggiungendo che invitiamo anche gli infermieri a procedere alla terza inoculazione del vaccino per una maggiore tutela e per non mettere in difficoltà i livelli di assistenza alla persona in ogni luogo dove si esprime la necessità di infermieristica e del valore umano che ciascun infermiere rappresenta. Sulla stessa linea il governatore della Toscana, Eugenio Giani, secondo cui chi rifiuta il vaccino non può prendersi cura degli altri.

Tutte affermazioni più che condivisibili, ma nel frattempo le sospensioni proseguono – a molti mesi dall’introduzione dell’obbligo vaccinale da parte del governo Draghi – e con procedure tutt’altro che omogenee. E l’Ordine vuole evitare che il problema non venga affrontato a breve. L’iter di accertamento della sospensione è lungo, dunque alcuni colleghi rimangono intanto a lavoro. Chiediamo pertanto all’Assessorato regionale e alle Aziende sanitarie di procedere con più velocità a emanare l’atto di non vaccinazione e la conseguente sospensione dalle attività a rischio di trasmissione dell’infezione. Si sono già verificate diseguaglianze di applicazione: abbiamo infermieri sospesi da due mesi mentre altri professionisti sanitari sono tutt’ora in servizio. Se di rischio infettivo si parla tutti rappresentano potenzialmente un pericolo per la salute altrui, oltre che per la propria.

Giornalista

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