Nurse24.it

vaccino anti covid-19

Opi Treviso sospende per 6 mesi l’infermiera pro Szumski

di Redazione Roma

È stata sospesa per sei mesi Carmen Amadio, l’infermiera referente del comitato Riccardo Szumski, stella polare in Veneto per i sanitari no vax. La donna è una dipendente dell’Usl della Marca, che a sua volta l’aveva lasciata a casa in via cautelare. Nei prossimi giorni Opi Treviso ascolterà anche Elena Venzo, l’infermiera che avrebbe finto di vaccinare un’amica per farle ottenere il Green pass.

Treviso, sospesa per 6 mesi l'infermiera contro la "dittatura sanitaria"

Semaforo rosso per l’infermiera referente del comitato Riccardo Szumski, il medico di famiglia nonché sindaco di Santa Lucia di Piave (Treviso), stella polare dei no vax non soltanto in Veneto, che da un anno e mezzo è in totale spirito di protesta contro le linee guida sanitarie regionali e nazionali nell’ambito dell’obbligo vaccinale nei confronti dei sanitari (tanto da lanciare via social una raccolta fondi per sostenere le spese economiche dei non vaccinati).

Solo pochi giorni fa il Consiglio di Stato con la sentenza n. 7045/2021 pubblicata il 20 ottobre ha respinto l’istanza di alcuni medici, paramedici, farmacisti e parafarmacisti ed altri operatori sanitari della Regione Autonoma Friuli Venezia-Giulia, non ancora vaccinati.

Non ho intenzione di farmi il tampone ogni due giorni per fare il sindaco, compito che mi è stato attribuito con il voto dai cittadini, le parole di Szumski. Ma in questo caso il “protagonista” non è lui (sono uno di quei medici che hanno usato l’idrossiclorochina, farmaco che ora l’Aifa proibisce a seguito di studi fantasma. È una truffa internazionale), bensì per la professionista sanitaria a cui rimanda il suo comitato, che è stata sospesa per sei mesi.

Si è concluso in questo modo il procedimento disciplinare avviato nei confronti di Carmen Amadio, 58enne dipendente dell’Usl della Marca, che a sua volta l’aveva lasciata a casa in via cautelare. A riportare la notizia è il Gazzettino di Treviso, che ricorda come alla base di tutto ci sia il video (divenuto virale) dell’intervento dell’infermiera nel corso dell’incontro pubblico organizzato lo scorso giugno proprio a Santa Lucia. Video nel quale la professionista sanitaria supporterebbe posizioni no vax (un po’ come accaduto alcuni giorni fa a Trieste, dove hanno suscitato clamore le dichiarazioni – riprese dalle telecamere di “Agorà”, su Raitre – di Nadia Norbedo, infermiera che lavora nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Maggiore di Trieste, che ammettendo di essere una convinta no vax è stata sospesa dal lavoro), arrivando ad attaccare con forza la medesima azienda sanitaria.

È stata sospesa dall’albo per sei mesi, le parole di Samanta Grossi, presidente dell’Opi Treviso, che tre mesi fa aveva ricevuto un terribile messaggio vocale anonimo via WhatsApp: Norimberga ci sarà anche per te, nessuno verrà salvato da questa cosa. Ma non è tutto, perché prima del prossimo weekend l’Ordine delle professioni infermieristiche ascolterà anche Elena Venzo, l’infermiera 48enne indagata a piede libero per falso ideologico e omissione di atti d’ufficio poiché all’interno dell’hub dell’ex Maber di Villorba (Treviso) avrebbe vaccinato per finta un’amica, insegnante di ruolo, terrorizzata dall’idea di farsi inoculare la dose per via di una reazione allergica grave che la figlia aveva avuto a seguito di una vaccinazione pediatrica. L’obiettivo sarebbe stato quello di farle ottenere il certificato verde senza realmente sottoporsi all’iniezione.

Riprende Grossi: Anche in questo caso verrà avviato un procedimento disciplinare, ma per giungere a qualsivoglia decisione occorrerà attendere la conclusione delle indagini. L’infermiera – lei sì vaccinata con entrambe le dosi – è difesa dall’avvocato Stefania Bertoldi, che spiega: Si è trattato di un’enorme leggerezza, dettata da un risvolto personale, dall’amicizia che risale indietro negli anni tra la mia assistita e l’altra persona.

Giornalista

Commento (0)