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COVID-19

Roma, invitare infermieri e medici al match Italia-Turchia

di Redazione Roma

La proposta arriva da Luca Di Bartolomei, consulente e figlio dell’indimenticato capitano della Roma. Manifestiamo la nostra gratitudine ospitandoli allo stadio Olimpico, dimostriamo che non ci siamo dimenticati degli operatori sanitari. Nello scorso weekend 150 tra medici e infermieri ospiti al Gran Premio di Imola.

Europei 2020, Di Bartolomei: Apriamo l'Olimpico a medici e infermieri

Inviamo un messaggio di gratitudine, facciamo vedere che non ci siamo scordati di loro. Parole di Luca di Bartolomei, consulente e figlio dell’indimenticato capitano della Roma, Agostino – scomparso prematuramente nel 1994 – convinto che, ai medici e agli infermieri ai quali abbiamo “regalato” turni di 18 ore, potremmo donare 3 ore di spensieratezza.

I 270 minuti ai quali Di Bartolomei rimanda sono rappresentati dalla partita di calcio (compresi il pre e il post gara) tra Italia e Turchia, che il prossimo 11 giugno si affronteranno allo stadio Olimpico di Roma nell’ambito degli Europei 2020. Ma la vera notizia è che, dopo tanto tempo gli spalti torneranno ad ospitare i tifosi, seppur in numero ridotto nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Anche la Uefa – l’organismo di governo del calcio nel vecchio continente – ha confermato la riapertura dell’impianto che però sarà aperto al 25% della capienza.

Un’occasione unica, secondo Luca Di Bartolomei: Perché non invitare allo stadio gli operatori sanitari? Proprio loro che sono stati gli eroi di questi mesi, chiamiamoli a partecipare ad una serata così rilevante che verrà seguita in tutto il mondo. E, soprattutto, ringraziamoli.

Come concordato con le autorità internazionali del calcio, i posti a disposizione allo stadio Olimpico di Roma saranno 18mila. Dedicarne una parte a infermieri e medici – evidenzia Di Bartolomei – sarebbe un messaggio non solo di gratitudine e fiducia, ma anche di normalità: sono tutte persone vaccinate, che da mesi si confrontano con nuovi comportamenti da tenere. Rappresentano un esempio e anche un incredibile test per le riaperture.

Allo stesso modo sono stati tutti vaccinati (prima e seconda dose) i 150 operatori del personali sanitario della Ausl di Imola (Bologna) che nello scorso weekend hanno assistito, in qualità di ospiti, al Gran Premio del Made in Italy e dell’Emilia-Romagna presso l’Autodromo Enzo e Dino Ferrari.

Nel completo rispetto di ogni indicazione di sicurezza – dal distanziamento all’obbligo di mascherina – in gruppi di 50 diversi al giorno hanno potuto godersi le prove libere (venerdì), le qualifiche (sabato) e la gara (domenica). Ad invitare gli operatori sanitari è stato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini: Abbiamo ritenuto corretto e doveroso, formulando un invito dal valore simbolico, condividere tre giornate di sport e festa con chi, da oltre un anno, si dedica quotidianamente a combattere il virus, le sue parole.

Rappresentando tutti i colleghi e le colleghe della sanità dell’Emilia Romagna, ai 150 operatori in presenza diciamo un sentito grazie, a nome dell’intera comunità regionale: per ciò che hanno fatto non solo contro il Coronavirus, ma perché la sanità proseguisse a funzionare anche nella situazione emergenziale, ha concluso il governatore della regione.

Un’ottima idea, soprattutto in termini di visibilità per gli operatori sanitari, con la speranza che – sia nel caso di Imola sia, qualora accadesse, per la gara di Roma – si possa andare “oltre” l’appuntamento sportivo. Un po’ come è accaduto lo scorso febbraio negli Stati Uniti, nell’ambito del Super Bowl che si è svolto presso il Raymond James Stadium di Tampa Bay, in Florida. Oltre a un numero di spettatori pari al 20% della capienza – quindi 13mila supporter – sono stati invitati 7500 tra medici e infermieri già vaccinati.

Per ringraziarli del lavoro svolto in prima fila contro il Covid-19, ha motivato il commissario della National Football League, Roger Goodell. Quindi ha affermato: Questi professionisti proseguono nel rischiare le loro vite per salvare quelle degli altri, a loro dobbiamo eterna riconoscenza.

Interessante la considerazione fatta da Goodell (declinabile anche per l’Italia, come espresso dallo stesso Di Bartolomei): Invitare infermieri e medici allo stadio rappresenta un’occasione per promuovere la rilevanza delle vaccinazioni nonché dell’applicazione di tutele sanitarie consone come l’uso dei Dpi.

Giornalista

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