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green pass

Si valuta obbligatorietà per ristoranti e mezzi di trasporto

di Redazione Roma

L’Italia valuta il modello francese. La variante Delta, infatti, non allenta la sua morsa e c’è l’ipotesi del rilascio del green pass solo dopo la seconda dose nonché della proroga dello stato di emergenza di almeno due mesi. Green pass obbligatorio per ristoranti e mezzi di trasporto? No di Lega e Fratelli d’Italia.

Obiettivo: rallentare la corsa della variante Delta

Sono due le misure principali che il governo Draghi discuterà la prossima settimana con l’obiettivo di fermare la risalita della curva epidemiologica in Italia: il rilascio del green pass soltanto dopo la seconda dose e la proroga dello stato di emergenza di almeno due mesi. Ci si confronterà su entrambe le possibili iniziative, appunto, ma allo stato attuale niente è stato ancora deciso. Intanto, tra Palazzo Chigi, ministero della Salute e segreterie dei partiti si dibatte in merito all’opportunità di rendere obbligatoria la carta verde per partecipare ad alcuni eventi (laddove il rischio di contagi è particolarmente alto, proprio come già succede per i banchetti nuziali).

In particolare, l’ipotesi su cui l’Italia ragiona segue il modello adottato in Francia dal presidente, Emmanuel Macron: imporre il green pass per viaggiare (salire su aerei, treni, pullman di lunga percorrenza) oppure per poter accedere nei bar, ristoranti, centri commerciali. Ciò per combattere il montare di una possibile quarta ondata di Covid. Un’estensione, questa, che comporta un nuovo testo di legge che nei giorni a seguire dovrà passare al vaglio del parlamento francese. Ma lo stesso Macron è stato chiaro: Se non agiamo immediatamente, il numero di casi continuerà ad incrementarsi fortemente e darà vita a ricoveri in aumento da agosto.

Non bisogna dimenticare, poi, che sulla scorta dell’Italia anche la Francia introdurrà (dal prossimo mese di settembre) l’obbligo di vaccinazione nei confronti del personale sanitario, per tutti coloro che prestano i loro servizi all’interno di ospedali, case di cura, case di riposo. Gli operatori sanitari avranno tempo fino al 15 settembre per ricevere entrambe le dosi di vaccino, con il rischio di controlli e sanzioni a partire da quella data. L’obiettivo: rallentare la corsa della variante Delta.

Anche in Italia, l’idea condivisa dal Pd e dal ministro della Salute, Roberto Speranza (siamo ancora dentro un’epidemia terribile. Guai a pensare che sia finita, le sue parole) è quella di scongiurare nuove chiusure di locali pubblici oppure di altre attività. Ma il rischio tangibile è quello di uno scontro forte – è non sarebbe una novità – tra i partiti, considerando che Lega e Fratelli d’Italia già fanno muro nei confronti di questo tipo di iniziative. In particolar modo il leader della Lega, Matteo Salvini, ha reso nota la sua posizione attraverso un tweet: Vaccino, tampone o green pass per entrare in bar e ristoranti? Non scherziamo. Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: L’idea di usare il green pass per poter partecipare alla vita sociale è raggelante. È l’ultimo passo per la realizzazione di una società orwelliana.

Certo, entrambe le decisioni sopra citate devono ancora essere assunte, ma nel governo si dà ormai per scontato che il green pass sarà rilasciato soltanto a partire dalla seconda dose (e non più dopo la prima somministrazione). E ancora, il patto tra il premier, Mario Draghi e il leader della Lega, Salvini prevede di confrontarsi pochi giorni prima della deadline fissata al 31 luglio, ma nell’attuale situazione sembra scontato che ci sia una proroga dello stato di emergenza. Un rinvio che servirà a gestire la campagna vaccinale e, in particolar modo, il ritorno dei ragazzi a scuola.

Giornalista

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