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Trento: sospesi 386 sanitari non vaccinati

di Redazione Roma

In queste ore vengono consegnate le raccomandante delle sospensioni ai sanitari no vax. L’auspicio da parte dell’Azienda sanitaria è che qualcuno di loro possa cambiare idea. E mentre Opi Trento puntualizza che i non vaccinati sono solo il 3% degli iscritti, i sindacati temono le ripercussioni nelle corsie degli ospedali.

Sanitari no vax, a Trento sono 386 i sospesi dal lavoro

Pedrotti, Opi Trento: Contiamo 180 infermieri sospesi, circa il 3% degli iscritti totali

L’Ordine delle professioni infermieristiche della Provincia di Trento si era già espresso – per voce del suo presidente Daniel Pedrotti – sull’imminente, nuova tranche di sospensioni dei sanitari no vax.

Siamo consci che ne arriveranno delle altre, ma l’invito che rinnovo ai colleghi non ancora vaccinati è di farlo quanto prima, per sé stessi, per i propri famigliari, parenti e amici, per la tenuta del sistema sanitario, per la tutela delle persone fragili. Nessuna Cassandra, ma sano realismo. E in effetti tra martedì e mercoledì sono partite le lettere degli ordini professionali e, con oggi, il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Antonio Ferro, firmerà i fogli da consegnare con raccomandate a mano dalla dirigenza sanitaria o dal primario.

Da parte sua, l’Azienda provinciale per i servizi sanitari di Trento ha comunicato che complessivamente sono 386 i dipendenti non vaccinati dell’Azienda sanitaria colpiti dalla nuova ondata di sospensioni. Nello specifico, per quanto attiene agli operatori di Apss, si contano 62 infermieri.

E proprio sulla situazione dei primi ritorna il presidente dell’Opi Trento, Pedrotti – l’Ordine si sta battendo con forza contro le manifestazioni degli infermieri no vax sul territorio – che rimarca come soltanto il 3% degli iscritti risulta non essere vaccinato. Nel tardo pomeriggio di ieri – ha illustrato – abbiamo ricevuto l’ultima tranche di accertamenti in relazione all’inosservanza dell’obbligo vaccinale e sono stati indicati 89 infermieri. Di questi 62 – appunto – appartengono all’Apss, 8 all’area delle Rsa e poi ne abbiamo 5 di strutture private convenzionate. Ci sono inoltre 14 infermieri liberi professionisti.

Ottantanove sospensioni di infermieri andranno a sommarsi alle precedenti novantuno. Contiamo 180 infermieri sospesi che sono circa il 3% degli iscritti totali, e il fatto che ci sia il 97% di iscritti vaccinati è un dato assai positivo, puntualizza Pedrotti. Discorso a parte merita la situazione, comunque delicata, all’interno dei reparti ospedalieri.

Il direttore generale dell’Azienda sanitaria, Antonio Ferro, ha illustrato che occorrerà attendere che le sospensioni siano consegnate nelle prossime ore agli interessati. Si tratta di sospensioni accompagnate da un colloquio ed io auspico che ci sia ancora qualcuno che si ravveda. Già oggi alcuni si sono recati a vaccinarsi. Il numero delle sospensioni, circoscrive ancora il direttore, sulla carta è distribuito nei vari reparti alcuni dei quali, però, corrono il rischio di un vero e proprio “appesantimento”.

L’aspetto positivo è che si sono ridotti tantissimo i numeri e questo grazie al lavoro che è stato fatto dall'Azienda sanitaria di informazione, convincimento e di sollecito che ha ottenuto buoni esiti. Di contro, invece, i sindacati si dicono preoccupati non solo per le ripercussioni che le nuove sospensioni possono avere nei servizi ma anche per l’incremento dei carichi di lavoro. Spiega Marco Cont della Funzione Pubblica Cgil: I vertici ci hanno informato che sono tre le aree con le maggiori criticità: dialisi, pronto soccorso – dove mancano soprattutto gli Oss – e attività operatoria, dove incide l’assenza di infermieri strumentisti e infermieri di anestesia. Al di fuori dell’Azienda sanitaria, poi, sono “in viaggio” altre 236 lettere di sospensione, che inevitabilmente andranno a interessare le case di riposo e le strutture della sanità privata.

Giornalista

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