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COVID-19

Xe, la variante ricombinante

di Monica Vaccaretti

L'hanno denominata Xe la versione aggiornata di Sars-CoV-2 rintracciata il 19 gennaio scorso dall'Agenzia per la Sicurezza Sanitaria inglese. È emersa in Gran Bretagna, dove si registrano già oltre 600 casi, ma si segnalano già casi anche dalla Francia e dalla Danimarca. Secondo la Uk Health Security Agency (Ukhsa) si tratta di un nuovo mutante emergente del coronavirus pandemico. Per il momento non sembra più letale ma il fatto che sia più contagiosa è preoccupante perché crea una diffusione enorme del contagio con il coinvolgimento non solo della popolazione ma anche degli operatori sanitari, secondo Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute Speranza.

Cos'è una variante ricombinante

Scoperta in Gran Bretagna "Xe" nuova variante Covid

Dai primi dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che l'ha messa sotto attento monitoraggio senza creare allarmismi, Xe non è classificata come una nuova variante Covid-19 ma come una variante ricombinante. Appartenente alla famiglia di Omicron, è un ceppo figlio di Omicron 1 e Omicron 2.

In Gran Bretagna, dove Omicron 2 rapprenta il 93,7% dei casi segnalati, sono state recentemente scoperte con il sequenziamento tre ricombinanti degne di nota, denominate XF, XE e XD. Mentre XD e XF sono varianti di Delta e Omicron 1, Xe è una variante di Omicron 1 e Omicron 2. Per capire cosa significa essere una ricombinante, la variante Xd, ad esempio, ha la Spike di Omicron 1 nel genoma di Delta.

Secondo la letteratura scientifica una variante ricombinante si verifica quando un individuo viene infettato con due o più varianti contemporaneamente, che mixano il loro materiale genetico nel corpo del soggetto infetto. Secondo l'Oms, fintanto che non emergeranno differenze significative rispetto ad Omicron - nella trasmissione, nella gravità e nelle caratteristiche della malattia - Xe viene pertanto considerata un sottotipo di Omicron, più precisamente è frutto di una ricombinazione dei due principali sottotipi della Omicron BA.1 – BA.2 (Omicron 1 e Omicron 2).

Impatto clinico ed epidemiologico di Xe

Secondo le prime stime dell'Oms non è dato sapere allo stato attuale quale sia l'impatto clinico ed epidemiologico di Xe, perché non ci sono ancora sufficienti prove per trarre conclusioni sulla trasmissibilità, sulla gravità e sull'efficacia dei vaccini. Quello che è emerso dalla prima indagine conoscitiva e statistica è che risulta certamente più contagiosa di Omicron.

Il tasso di contagiosità è maggiore del 10% rispetto a Omicron 2, che già aveva surclassato la contagiosità del virus del morbillo, considerato il più contagioso tra i virus noti. Non sembra essere quindi più patogeno e letale, soltanto ancor più diffusivo. Allo stato attuale delle conoscenze è emerso inoltre che Xe presenta tre mutazioni non viste in altre varianti, localizzate in due proteine non strutturali, diverse dalla proteina Spike, dette Nsp3 e Nsp12.

Il virus rivela una grande capacità di ricombinarsi, tra varianti diverse, quando c'è co-circolazione, spiega l'Oms. E la circolazione del virus è importante, soprattutto in Europa, come emerge dalla mappa del contagio del Ecdc, il centro europeo per il controllo delle malattie e delle infezioni. Non è un caso che la ricombinante Xe - che tra le ricombinanti scoperte nel Regno Unito, grazie alla grande capacità di sequenziare, è quella che desta maggiore preoccupazione – sia emersa ancora una volta proprio in Gran Bretagna.

Secondo gli esperti sanitari, il Regno Unito agevola la selezione naturale delle varianti, che girano nel mondo perché il paese dal 24 febbraio scorso ha abbandonato qualsiasi misura sanitaria di contenimento del virus e non mette più in atto nessun tipo di precauzione. Inoltre è un crocevia di scambi internazionali, un nodo geografico che è l'ombelico del mondo. Da lì qualsiasi variante, che sia un nuovo ceppo o un sottotipo ricombinante, può raggiungere, come è già capitato con Alfa Beta Delta e Omicron, qualsiasi parte del mondo.

Per il momento non sembra più letale ma il fatto che sia più contagiosa è preoccupante perché crea una diffusione enorme del contagio con il coinvolgimento non solo della popolazione ma anche degli operatori sanitari, secondo Walter Ricciardi, consigliere del Ministro della Salute Speranza.

In Italia il tasso di positività è costantemente del 15% con Omicron 2, che risulta, secondo la nostra bassa capacità di sequenziamento, la più rappresentata nel Paese. Il sommerso dei contagi è immenso come è enorme la diffusione che però non viene completamente registrata. I tamponi sono pochi, si stima che i casi totali sarebbero ben oltre quelli segnalati dal bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità, mediamente il doppio.

I casi tra gli operatori sanitari sono esponenziali

Sono ricominciati i cluster nei reparti ospedalieri, come nelle precedenti ondate stagionali. Ma non sono i pazienti a contagiare, stavolta. Sono gli operatori tra operatori, che si infettano fuori dalle corsie. Dopo oltre due anni, la leggerezza e la stanchezza diffusa stanno colpendo anche la categoria professionale che ha abbassato la guardia come il resto della popolazione generale.

Il comportamento collettivo sembra essere tornato indietro, come se fosse la prima volta. Secondo l'aggiornamento mensile dell'ISS al 1 aprile 2022 sono 1.691.732 i nuovi casi negli ultimi 30 giorni, di cui 29.016 sono operatori sanitari. Si sottolinea inoltre che 41 anni è l'età mediana dei contagiati, il 45,1% sono maschi e il 54, 9% sono femmine. In un mese si sono aggiunti altri 3.013 deceduti su un totale che ha raggiunto, di centinaia in centinaia ogni giorno, le 160.000 persone.

Dall'inizio della pandemia ad oggi i casi totali in Italia sono 14,9 milioni. Secondo il mio medico di base, che visita con la tuta Covid e tampona in modalità drive in sotto casa mia e sotto il suo studio medico anche in questi giorni, Sars-CoV2 è diventato così contagioso con Omicron 2 che sarà sempre più difficile sfuggire al contagio.

Inoltre, siccome si ritiene che di questo passo ci contageremo tutti prima o poi, sostiene che sarebbe meglio capitasse adesso con questa variante meno patogena e letale piuttosto che con la prossima. Sarebbe più opportuno adesso, se proprio ci tocca, fintanto che siamo ancora protetti dall'efficacia della terza dose. Anche se io farò in modo di non contagiarmi proprio, mi confida mentre mi esegue un tampone rinofaringeo davvero ben fatto.

Sono qua nel suo studio, perché sintomatica da contatto con quattro colleghe positive. Per l'ennesima volta sono contatto di positivo, per lavoro. Negativissimo. Resto in sorveglianza. La mascherina ffp2, il lavaggio delle mani e il distanziamento, per quanto sia possibile lavorando, hanno fatto anche stavolta la differenza e mi hanno tutelata dal contagio.

Alla faccia della Gran Bretagna e di tutti coloro che continuano ad infettarsi per leggerenza che diventa per colpa, se non si sta attenti. Se almeno non si prova a difendersi dall'invisibile presenza.

E mentre la discussione politica si orienta sull'abolizione delle mascherine al chiuso dal 1° maggio, visto il miglioramento della situazione epidemiologica seguendo il modello britannico - io ho appena aperto la porta al corriere Amazon. Le mie nuove mascherine ffp2 color blu cielo sono arrivate. Cento possono bastare intanto come scorta, visto che non posso sapere se faccio parte dei superimmuni che non si contagiano mai. Del resto non ho mai preso neppure una malattia infettiva pediatrica. Nemmeno la meningite in Pronto Soccorso, quando durante l'assistenza ne sono venuta a contatto in due occasioni diverse. Ma del sistema immunitario non abbiamo certezza.

Intanto secondo il Health Emergencies Programme dell'Oms in molti Paesi ci sono ancora focolai significativi e sarà necessario un controllo costante del virus nel 2022 e oltre. In Italia la curva pandemica è in plateau da tante settimane, in una situazione di sostanziale stabilità ma con elevati numeri di nuovi contagi e decessi. Secondo Agenas – l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali - l'occupazione nei reparti sale al 16%, in sette regioni è oltre il 20%. È in corso in questi giorni una nuova indagine rapida dell'ISS, una survey aggiornata con i dati raccolti ieri per stimare la prevalenza delle sottovarianti circolanti in Italia, alla luce della segnalazione di Xe da parte della Sanità inglese confermata dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.

Infermiere

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