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Calabria, carenza sanitari: ospedali a rischio chiusura

di Redazione Roma

Sanità territoriale in sofferenza. L’ospedale di Polistena, a Reggio Calabria, rischia di chiudere per mancanza di sanitari. Nessuno interviene e tutto viene lasciato nell’abbandono, lamentano i sindaci del territorio. Intanto gli infermieri, sfiduciati e stremati, scrivono una lettera al commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Graziano: Cronaca di una fine annunciata.

Sanità in affanno: pochi infermieri e ospedali a rischio chiusura

Ospedale di Polistena (Reggio Calabria)

I sindaci del territorio, ritrovatisi nell’occasione del recente sit-in promosso dall’amministrazione comunale di Polistena (Reggio Calabria) sulle condizioni dell’ospedale cittadino, non hanno dubbi: la struttura è a serio rischio di chiusura per la grave carenza di personale nel reparto di terapia intensiva.

Ed è una questione non da poco, considerando che nella Piana risiedono circa 180mila persone. Certo, ad oggi il reparto è operativo, ma se le criticità dovessero protrarsi l’ipotesi di chiusura si trasformerebbe in realtà.

Altri reparti, come quello di radiologia, risultano sotto organico, nonostante siano stati rafforzati gli strumenti di diagnostica. I pochi sanitari a disposizione si trovano ad affrontare turni estenuanti.

Da qui l’appello nei confronti del commissario straordinario dell’Asp di Reggio Calabria, Lucia Di Furia, affinché ponga rimedio a questo triste e dannoso problema sanitario. Ne va della salute dei cittadini. Restando nella regione, c’è una questione (che non può attendere oltre) da affrontare per il commissario straordinario dell’Asp di Cosenza, Antonello Graziano.

Il personale di Pronto soccorso è stremato e vuole andare in ferie

Ma non può farlo, perché non c’è personale nel numero adeguato per coprire i turni. Cronaca di una fine annunciata, si legge nella lettera, firmata da 14 infermieri, che il personale ha inoltrato al commissario Graziano e per conoscenza a Natale Straface, dirigente dell’unità operativa complessa di Pronto soccorso.

La situazione – scrivono – è peggiorata. Gli infermieri vanno via e i rinforzi sperati non arrivano. E il tema non è unicamente quello della carenza di operatori sanitari, ma anche di tipo organizzativo (rapporto infermieri-pazienti). Non è concepibile – lamentano ancora gli infermieri – il fatto che lavorino solo due infermieri con quaranta pazienti che, spesso e volentieri, rimangono in reparto per quattro o cinque giorni. In tutto questo l’emergenza Covid ha sfiancato ancora di più le forze a disposizione.

Bisogna ricordare che – come evidenzia la Fnopi – la Calabria (insieme alla Sicilia) è stata colpita dai piani di rientro dal deficit sanitario e commissariate. Due regioni nella quali la carenza di professionisti sanitari si è fatta e si farà sentire, a maggior ragione dopo l’approvazione definitiva del DM 71, la delibera del Consiglio dei ministri del 21 aprile 2022 con cui è stato fissato il nuovo modello – e i relativi standard anche di personale – per l’assistenza sul territorio. La stessa Calabria ha perso dal 2009 (ultimo anno di un contratto regolare) al 2019 (ultimo anno i cui dati sono disponibili) il 15,7% di infermieri dipendenti (-1.318).

Giornalista
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