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Emilia-Romagna, mancano 5mila infermieri

di Redazione Roma

Dove li prendiamo? È la domanda più ricorrente, che nel caso specifico pone ad alta voce il presidente dell’Opi Bologna, Pietro Giurdanella. A rispondergli è Angelo Mastrillo, docente in organizzazione delle professioni sanitarie all’Università di Bologna, secondo il quale occorrono più posti all’interno dei corsi di laurea in Infermieristica, di pari passo con più tirocini negli ospedali.

Carenza infermieri, è allarme in Emilia-Romagna: ne mancano 5mila

Sos professionisti sanitari. In Emilia-Romagna a maggior ragione, dove ne occorrono molti. Sono circa 30mila quelli che attualmente lavorano nella regione, ma secondo le stime la carenza oscilla fra i 4.500 e i 5mila operatori. La stessa Fnopi, evidenziando più volte il tema, è stata netta in merito a possibili soluzioni poco concrete. Non c’è spazio per discutere di palliativi. Occorrono risposte strutturali, le parole della presidente Barbara Mangiacavalli.

Il problema della carenza è strutturale. Nel senso che la maggior parte degli infermieri assunti ultimamente nel pubblico, più ambìto, sono stati sottratti al privato. È una carenza che in questo momento, a livello regionale, si sta facendo sentire.

Ad oggi, però – in piena estate – è un vuoto che impatta in modo importante, soprattutto al di fuori degli ospedali. Basti pensare alle criticità all’interno di Rsa e case di riposo, ma anche nella Case della Salute, che con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza dovrebbero divenire il pilastro della sanità territoriale. Su quest’ultimo aspetto si è espresso, intervistato da Nurse24.it, l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, precisando che proprio in Emilia-Romagna sono attive, da tempo, 128 Case della Salute su poco più di 500 presenti a livello nazionale.

Insomma, le difficoltà non mancano e il presidente dell’Opi Bologna, Pietro Giurdanella, si domanda: Dove troviamo gli infermieri? Una risposta giunge dal docente universitario Angelo Mastrillo, certo della necessità di inserire più posti nei corsi di laurea in Infermieristica, di pari passo con più tirocini negli ospedali. Esperto del tema – fra i suoi incarichi è professore a contratto di organizzazione delle professioni sanitarie presso l’Alma Mater Studiorum – Mastrillo va sui numeri: Quest’anno la Regione ha fatto una richiesta di 2.500 infermieri. È una stima del fabbisogno del personale sanitario che si fa in base a criteri precisi. Ma l’offerta formativa all’interno delle università per l’anno accademico 2022/2023 prevede 1.541 posti. Basti pensare che nel 2021 le domande degli studenti furono 1.923.

Ad ogni modo, c’è da considerare un’altra questione tutt’altro che irrilevante: su 1.000 studenti che studiano per diventare infermieri, in media il 25% non approda alla meta. Le ragioni sono molteplici, ma anche per questo – secondo Mastrillo – è indispensabile alzare l’asticella dei posti a disposizione, con l’intento di ammortizzare quella percentuale di abbandoni

Come anticipato, attualmente la carenza di infermieri attanaglia in particolare le residenze per anziani; l’ennesima dimostrazione è giunta – a cavallo di Ferragosto – da un’indagine condotta dai Nas: su una decina di strutture ispezionate, tre erano fuori regola poiché c’erano meno dipendenti rispetto a quanto previsto dalle norme. In un caso, addirittura, tre professionisti sanitari assistevano cinquanta ospiti.

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