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Sentenza

Fausta Bonino assolta per 6 morti ma appello bis su altre 4

di Redazione

La Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione dell'infermiera di Piombino (Livorno), Fausta Bonino, per sei casi di morte sospetta in corsia sui dieci totali di cui è stata accusata nella vicenda giudiziaria. Ma ci sarà un nuovo processo di appello a Firenze per altri quattro decessi sospetti sui quali la Suprema Corte non ha confermato l'assoluzione della corte di appello di Firenze del 22 gennaio 2022. Per questi servirà un appello bis.

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Quattro pazienti morirono per una overdose di eparina, ma non vi sono indizi gravi, precisi e concordanti che possano ricondurre gli omicidi a Fausta Bonino. È un passaggio della motivazione con cui la Corte di Appello di Firenze aveva assolto a fine gennaio 2022, per non aver commesso il fatto, l’infermiera dell’ospedale di Piombino (Livorno) accusata per i decessi anomali di dieci pazienti tra il 2014 e il 2015. Morti avvenute per emorragie improvvise che, secondo le ipotesi degli inquirenti, sarebbero state da ricondurre alla somministrazione di massicce dosi di eparina, anticoagulante che non risultava prescritto dai medici ad alcuni dei degenti successivamente venuti a mancare.

Il 4 maggio 2023 la Corte di Cassazione ha confermato l'assoluzione di Bonino, per sei dei casi di morte sospetta in corsia sui 10 totali di cui è stata accusata nella vicenda giudiziaria. Per gli altri 4, però, sui quali sui la Suprema Corte non ha confermato la sentenza di assoluzione della corte di appello di Firenze del 22 gennaio 2022, ci sarà un nuovo processo di appello a Firenze.

In primo grado il gup del tribunale di Livorno – il 19 aprile 2019 – aveva condannato la donna (che si è sempre proclamata innocente) all’ergastolo per omicidio volontario plurimo aggravato, considerandola colpevole di quattro dei dieci casi. La Corte di Appello di Firenze, invece, l’ha assolta da qualsivoglia addebito relativo ai decessi dei pazienti ricoverati nel reparto di rianimazione dell’ospedale Villamarina, dove la 58enne lavorava.

Quel giorno, uscendo dal Palazzo di giustizia abbracciata al figlio, Bonino esclamava: Assolta, finalmente. Mi sembrava di aver frainteso le parole del giudice. Per poi affermare:

L’ho sempre detto: non ho ucciso nessun paziente e oggi i giudici mi hanno creduta. Non potevano accusarmi per delle menzogne dette da qualcuno, non c’era altro.

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