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Morto Luca Benci, ex infermiere e storico giurista sanitario

di Redazione

Avrebbe compiuto 59 anni il prossimo 22 luglio Luca Benci, ex infermiere, storico giurista esperto di politiche sanitarie, diritto sanitario, biodiritto e professioni sanitarie. Ma nella notte tra il 27 e il 28 febbraio si è spento a Firenze, cedendo ad un male che lo ha consumato in pochi mesi. L'ottobre scorso aveva voluto inviare una lettera per lasciare una testimonianza qualificata di un mio percorso personale, un grido composto in strenua difesa della sanità pubblica, unica a poter garantire l’unico diritto definito dalla Costituzione come “fondamentale” e applicato in modo universale.

Addio a Luca Benci, storico giurista esperto di professioni sanitarie

Luca Benci 

Benci era “nato” come infermiere, per poi laurearsi in giurisprudenza all'Università degli studi di Firenze. Giurista, direttore dal 1998 al 2004 della "Rivista di diritto delle professioni sanitarie", è stato autore di numerose pubblicazioni sul diritto sanitario e sulle professioni sanitarie, sulla responsabilità professionale sanitaria, sul biodiritto e sulla bioetica.

Ma non solo. Luca Benci ha svolto attività di consulenza e docenza presso Aziende USL e ospedaliere, società di formazione, università, associazioni, collegi e Ordini professionali in materia di diritto sanitario, responsabilità professionale e biodiritto.

Numerosissimi i suoi focus su questioni calde per la professione infermieristica, dall'applicazione delle competenze avanzate (a cominciare dalla contestazione della legittimità di porre in essere determinate attività, nonostante esse siano indicate e declinate da protocolli specifici) alla contezione come atto non terapeutico nei vari setting di cura, passando per l'analisi dei codici deontologici.

Ha svolto attività di Responsabile per la protezione dei dati presso enti, società, associazioni e organizzazioni sindacali. Con il decreto del Ministero della salute del 5 febbraio 2019 è stato nominato Componente non di diritto del Consiglio superiore di sanità per il triennio 2019-2022.

E proprio forte della carica di Componente del Consiglio superiore di sanità lo scorso 23 ottobre Benci ha voluto lasciare una testimonianza qualificata di un mio percorso personale di cura, scrivendo una lettera a La Repubblica di Firenze con tutta la consapevolezza e l'astrazione che tale ruolo impone.

lettera

Una lettera che racconta l'arrivo al Pronto soccorso del Careggi, dove l’infermiere triagista ha capito immediatamente quale era il percorso cui indirizzarmi e dove, una volta svolti gli accertamenti del caso, mi è stato dato il tempo di leggere attentamente il referto – dopo avermelo compiutamente spiegato – e, cosa non scontata, facendomelo fotografare.

Poi il passaggio in medicina d'urgenza, il trasferimento nella divisione neurochirurgica, l'intervento e la terapia intensiva dove ho potuto apprezzare, non solo il grande sforzo di intensità di cura erogato in quei luoghi, ma anche qui la profonda umanità e la profonda personalizzazione dell’assistenza - continua la lettera - La sala operatoria e la terapia intensiva utilizzano una tecnologia che non sempre sovrasta l’umanità. Ci lavorano professioni che vengono da lontano, che si sono evolute ma che non scordano l’umiltà.

È questo il tratto che più ci colpisce: umiltà (dal latino humus letteralmente vicino alla terra) nel senso di calarsi al livello delle persone assistite. Equilibrio non facile da osservare

Insomma, un lucido ringraziamento per le professionalità apicali mediche nominate quasi costretto dalla iconografia cartellonistica ospedaliera, ma il mio apprezzamento per il personale infermieristico e oss per l’assistenza, per la professionalità e le cure prestate è assolutamente globale.

Come era solito fare, nel suo scritto Benci ha focalizzato l'attenzione anche su temi di portata molto più ampia: non mi sfuggono i gravi problemi che affliggono la sanità pubblica quali il definanziamento, la carenza del personale e il suo sfruttamento, il generale depauperamento delle risorse, le liste d’attesa inaccettabili e gli altri cronici mali che affliggono la sanità.

Una sola certezza però ci deve muovere: la difesa strenua della sanità pubblica unica a poter garantire l’unico diritto definito dalla Costituzione come “fondamentale” e applicato in modo universale

Unanime il cordoglio della categoria infermieristica per la sua scomparsa.

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