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Napoli, infermieri e OSS in sit-in davanti alla Regione

di Redazione Roma

Chiedendo di essere internalizzati attraverso concorso ad hoc dall’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta, presso la quale hanno lavorato in somministrazione per oltre un decennio, un gruppo di 70 operatori, tra infermieri e Oss, ha manifestato davanti alla sede della Regione. «C’è silenzio e indifferenza da parte di chi può risolvere», lamentano i sanitari.

Protesta infermieri e OSS interinali

Affermiamo sempre le stesse cose: non c’è stata nessuna umanità nel valutare il nostro lavoro. In particolare, da parte delle istituzioni sanitarie che hanno usufruito di noi nei momenti peggiori dell’emergenza, unici probabilmente a permettere alla struttura di mantenere i livelli essenziali di assistenza. Un gruppo di infermieri e Oss che per anni ha lavorato in somministrazione presso l’azienda ospedaliera Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta – sospesi dallo scorso primo aprile per la sopravvenuta conclusione del contratto di appalto con la ditta di lavoro – ha manifestato dinanzi alla sede della Regione Campania, in via Porzio a Napoli.

La richiesta dei lavoratori in protesta: essere internalizzati dall’azienda ospedaliera mediante un concorso specifico, così come previsto dalla normativa regionale. Esattamente come pochi giorni fa, attraverso una lettera, un gruppo di idonei al concorso per infermieri bandito dall’A.O.U. Vanvitelli di Napoli, la cui graduatoria – a loro dire – risulta ad oggi “congelata”, in favore di assunzioni pro-tempore tramite agenzie interinali oppure mediante contratti di collaborazione, ha rimarcato: In un momento storico così delicato si stanno penalizzando gli utenti del sistema sanitario campano, sprecando risorse pubbliche che potrebbero essere impiegate in altro modo, e si stanno sfavorendo operatori adeguatamente formati e valutati meritocraticamente tramite dispendiosi concorsi pubblici.

Dal capoluogo a Caserta poco o nulla (purtroppo) cambia. E Rosa Della Ventura, portavoce del gruppo formato da 70 operatori tra infermieri e Oss, rincara la dose: Siamo sempre noi, i somministrati dell’azienda ospedaliera di Caserta, chiamati eroi durante il Covid e poi licenziati dopo tanti anni di lavoro; siamo venuti qui in Regione per farci ascoltare, visto che grazie alla Legge di Bilancio numero 234 del 30 dicembre 2021 (“Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024”), c’è la possibilità di avere questa sorta di reinternalizzazione con un concorso riservato al 50% del fabbisogno. Invece veniamo palleggiati da una parte all’altra e non siamo considerati. Da parte loro, gli operatori auspicavano che qualcosa si muovesse dopo l’incontro a maggio con il presidente del Consiglio regionale, Gennaro Oliviero, in cui si era dibattuto precisamente del personale impiegato in mansioni sociosanitarie alla presenza anche dei rappresentanti sindacali; proprio in quell’occasione il segretario generale della Cisl Fp Caserta, Franco Della Rocca e il segretario confederale con delega alla Sanità, Nicola Cristiani, avevano chiesto di applicare la Legge di Bilancio sopracitata per tutelare i 70 operatori, come fatto dall’ospedale Santobono di Napoli. In base a quanto fissato dal direttore generale per la tutela della salute e il coordinamento del sistema sanitario regionale, Antonio Postiglione, l’attuazione della norma rientra nei poteri aziendali, nel rispetto del piano del fabbisogno e delle spese di bilancio.

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