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Violenza al PS di Rimini, Ausl Romagna annuncia nuovi provvedimenti

di Redazione

Dopo il caos scatenato in piena notte tra personale e pazienti del PS, sfociato in una vera e propria aggressione ai danni di un’infermiera, la Direzione generale dell’Ausl Romagna condanna l’episodio e lancia un appello alle istituzioni e alla cittadinanza per un impegno congiunto che garantisca ambienti più sicuri, ma anche promuova una cultura del rispetto verso chi si prende cura della nostra salute.

Accoglienza riservata a pazienti con bisogni prevalenti non sanitari

ausl romagna

Ausl Romagna condanna l'episodio di violenza che ha avuto luogo al PS di Rimini e annuncia dei nuovi provvedimenti.

Nella notte tra il 15 e il 16 giugno una 47enne senza fissa dimora ha creato il panico tra i corridoi del Pronto soccorso di Rimini: armata con quello che poteva sembrare un coltello, ha tenuto in ostaggio i sanitari che si sono barricati in una stanza in attesa dell'arrivo dei carabinieri.

Solo l’intervento delle forze dell’ordine con il taser l’ha fermata da peggiori intenti.

La donna, già nota alle forze dell'ordine, era stata trovata mentre vagava per Coriano diverse ore prima sotto l'effetto di stupefacenti e portata in ospedale: un caso evidente di vulnerabilità sociale.

Proposte anti-aggressioni sui tavoli istituzionali

Sull’ennesimo episodio di violenza l’Azienda sanitaria della Romagna rinnova la sua profonda condanna. Non solo: fa sapere che si sta rimboccando le maniche per arginare questo tipo di episodi, sempre più frequenti negli ospedali di tutta Italia.

Infatti, alle misure già messe in atto, l'Azienda, insieme ai professionisti, sta valutando ulteriori strumenti di tutela – spiega – che potranno essere oggetto di confronto all'interno dei tavoli istituzionali preposti e già operativi sul tema della sicurezza degli operatori sanitari e socio-sanitari operanti nelle strutture sanitarie.

I due fronti aperti: sicurezza e cultura del rispetto

Così l'Ausl Romagna annuncia nuovi provvedimenti su due fronti. Da un lato lancia un appello per un’azione congiunta alle istituzioni e ai cittadini per rafforzare la sicurezza degli operatori con tutti gli strumenti possibili, dall’altro per promuovere rispetto e fiducia nei confronti di medici e sanitari.

Servizio ad accesso rapido h24 per persone con vulnerabilità sociale

In particolare, tra le strategie allo studio per prevenire le aggressioni a medici e infermieri nei Pronto soccorso da parte di persone con bisogni non sanitari, ma piuttosto con problematiche di vulnerabilità sociale, l'Ausl della Romagna sta studiando un servizio ad accesso rapido, attivo anche la notte, capace appunto di accogliere e collocare persone con bisogni prevalentemente non sanitari e che eviti il trasferimento in PS. In questa direzione si sta impegnando per il reperimento immediato di altri spazi di lavoro e accoglienza da riservare al Pronto soccorso.

Telecamere di sorveglianza, linea telefonica con forze dell’ordine

L’Azienda spiega inoltre che sono già attive diverse misure preventive al Pronto soccorso di Rimini: ci sono telecamere di sorveglianza, una linea telefonica dedicata punto-punto con Polizia e Carabinieri, un punto di Polizia interno al PS e di fianco al triage dalle 8 alle 20, una guardia giurata H24, e, come supporto all'équipe e a pazienti in stato di ansia e agitazione, in alcune ore del turno diurno anche un assistente sociale, uno psicologo e volontari di associazioni del territorio.

Il monitoraggio sugli accessi “non solo sanitari”

Molti degli accessi che spesso poi sfociano in criticità e rischi per il personale, sottolinea ancora l’Azienda, non sono strettamente riconducibili ad aspetti di natura prettamente sanitaria, ma sono piuttosto legati a problematiche di vulnerabilità sociale.

Da tempo, infatti, l'Ausl sta monitorando il fenomeno, ponendo in essere – assicura – tutte le azioni correttive finalizzate alla maggiore protezione dei professionisti.

A tutela dei professionisti supporto psicologico e assistenza legale

Dal 2017 è attivo un percorso dedicato per la segnalazione di eventi aggressivi ai danni di operatori sanitari che prevede, oltre alla segnalazione con modulistica, anche il contatto diretto da parte dei servizi che si occupano di questo tema e l'offerta di supporto psicologico ambulatoriale. Attiva anche una procedura di segnalazione degli eventi lesivi all'autorità giudiziaria, anche ai fini di valutazioni sulla costituzione di parte civile dell'Azienda.

Infine, per supportare l'operatore aggredito è tutt’oggi in corso un'interlocuzione con gli ordini professionali dell'avvocatura, presenti sul territorio aziendale, per l'eventuale costruzione di percorsi di supporto legale in caso di azioni, anche risarcitorie, che spettano al singolo sanitario.

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