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Aspirina. Sopenderla in caso di comparsa di ulcera peptica?

di Vladimir Guluta

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COTIGNOLA. A volte, pazienti in terapia con aspirina (in prevenzione primaria o secondaria della malattia cardiovascolare) possono sviluppare sintomi dispeptici con lesioni ulcerose a livello gastrico. In questi casi, che fare? Meglio sospendere l’antiaggregante o continuarlo?

Per studiare il problema un gruppo di ricercatori di Taiwan ha valutato 178 pazienti in terapia con aspirina che hanno sviluppato ulcera gastrica (provato dall’esame gastroscopico). Sono stati creati due gruppi di pazienti: uno che ha iniziato il protettore gastrico (40 mg di esomeprazolo al giorno) interrompendo l’aspirina, ed il gruppo che ha seguito la stessa terapia protettiva con l’inibitore della pompa protonica, PPI senza però sospendere l’aspirina (100 mg al giorno).

L’esame endoscopico di controllo eseguito dopo 8 settimane ha messo in evidenza la scomparsa della lesione ulcerosa nel 73% dei pazienti in entrambi i gruppi. In nessun gruppo sono stati registrati casi di sanguinamento dell’ulcera, infarto del miocardio o stroke (ictus).

Nei pazienti con ulcera gastrica comparsa durante la terapia con aspirina, la terapia con PPI è stata efficace anche continuando l’assunzione dell’aspirina.

In base ai dati dello studio (anche se il numero dei pazienti è abbastanza ristretto) sembra che la terapia con aspirina possa essere continuata mentre si inizia quella con PPI. Tale comportamento sembra più adeguato per i pazienti con indicazione “forte” (assoluta, Classe I) all’assunzione dell’antiaggregante (come ad esempio dopo un’angioplastica coronarica, arteriosa periferica, ecc).

Negli altri pazienti, quando l’antiaggregante non ha un’indicazione così evidente ed importante per il paziente, la sua assunzione dovrebbe essere interrotta fino alla risoluzione del problema gastrico.

Fonte: Liu CP et al. Am J Gastroenterol 2012 http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/22508148

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