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Se non c’è alternativa è perché noi non l’abbiamo creata

di Ferdinando Iacuaniello

A ridosso della tornata elettorale per il rinnovo degli Organi della federazione nazionale non parlerò di programmi, di cose fatte o mancate, di quelle che si potevano migliorare o di quelle che non ho condiviso. Voglio fare un appello pubblico, che possa essere anche memoria per il futuro: serve investire, culturalmente ed economicamente. E, badate bene, lo deve fare la Fnopi.

Sugli infermieri sono gli infermieri che per primi devono investire

Una lista, due candidature singole e due programmi elettorali. I giochi sono praticamente fatti ed è difficile vedere una competizione. I più attenti avranno notato il vespaio sollevato da chi non si è visto inserire tra i “protagonisti” del futuro (e chissà a chi ne attribuisce la colpa), i più sfortunati, invece, avranno intravisto l’ennesimo tentativo di farsi notare di chi da sempre gioca un campionato tutto suo. Di competizione, quella sana e costruttiva, poco e niente.

Osservare la razza umana in tempo di elezioni è un caleidoscopio di prospettive, un continuo intreccio di storie. Sarà per questo che mi piace condividere delle riflessioni in questi momenti importanti per la politica professionale, anche se a turno qualcuno si dimentica del diritto di cronaca e reagisce piccato.

Sui punti del programma elettorale mi confronterò presto con chi li ha ponderati, ma a prescindere da questo credo che il punto primo da segnare in agenda per il prossimo futuro sia il concetto di alternativa. Un’alternativa che non c’è, perché nessuno di noi l’ha creata. Perché? Perché quando si tratta di poltrone resistono scontri e vecchi rancori, si continuano ad indossare gli stessi occhiali miopi di sempre e, giocoforza, si vede il marcio in Danimarca. Questo – e troppo spesso ce lo dimentichiamo - a discapito della professione.

Il punto è che si continua a considerare la politica professionale come qualcosa di privato, di riservato ad un concentrato di pochi illuminati (chi più, chi meno), qualcosa da praticare solo nella stanza dei bottoni. Il risultato è lo scollamento che da decenni si respira e si vive tra la professione del fare e quella del decidere.

Osservare la razza umana in tempo di elezioni è un caleidoscopio di prospettive, un continuo intreccio di storie

Se davvero tra gli obiettivi della lista Autori del Futuro c’è quello dell’inclusività, uno spiraglio di ottimismo è concesso. Tutta strategia quella di inserire nel gruppo rappresentati di alcuni territori piuttosto che di altri? Sicuro. Ma valida o fallace che si consideri una strategia, di tanto in tanto si dovrebbe dare un'occhiata ai risultati. Partiamo dal qui ed ora e proviamo a ricordare che senza indossare gli stessi occhiali di sempre ognuno potrebbe vedere a diversi livelli. E per una volta facciamone un punto di forza, non una disfunzione.

Questo l’appello al futuro comitato centrale: apriamo, invece di chiudere. Coinvolgiamo, invece di escludere. Condividiamo, invece di spartire. Invece di risparmiare, investiamo: per diventare un reale punto di riferimento per gli studenti. Per far crescere associazioni e società scientifiche aiutandole a diventare punti di riferimento per professionisti e istituzioni. Investiamo, culturalmente ed economicamente, per padroneggiare i media e la comunicazione senza più subirla. Potrebbe piacere e persino funzionare.

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