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In pillole

Infermiere di Triage vittima dei media: parla Mangiacavalli

di Mimma Sternativo

Come si fa a valorizzare la figura dell’infermiere di triage? Hanno pari condizioni agli altri infermieri, eppure l’impressione è che abbiano più responsabilità. L'Infermiere di Triage è spesso vittima dei media e spesso, purtroppo, anche degli utenti del pronto soccorso. Sembra avere una responsabilità maggiore eppure ha pari condizioni rispetto agli altri.  In un'intervista telefonica a bbiamo chiesto alla presidente Barbara Mangiacavalli come valorizzarne la figura.

A Tagadà si è tornato a parlare di morti per la troppa attesa in pronto soccorso.  Stavolta la presentatrice non ha nominato gli infermieri, ma nel video d’inchiesta il triage è salito di nuovo al banco degli imputati.  Le è già capitato di affrontare il tema qualche mese fa, come si fa a valorizzare la figura dell’infermiere di triage? Hanno pari condizioni agli altri infermieri, eppure l'impressione è che abbiano più responsabilità.

Barbara Mangiacavalli invia il suo augurio a tutti gli Infermieri in occasione della loro giornata internazionale.

Barbara Mangiacavalli.

Non ho visto la nuova puntata a cui si riferisce però le posso dire che l’ infermiere di triage è già valorizzato. Il Triage è attivo da 25 anni, l’infermiere triagista è un pubblico ufficiale che certifica un codice di priorità.

E’ in atto un ddl per le competenze avanzate che andrà a valorizzare anche l’infermiere di triage.

Io non credo però che abbia più responsabilità rispetto ad un collega che lavora in reparto. L’infermiere di triage è un infermiere non è che cambia il profilo.

Anche l’infermiere di reparto è responsabile dei suoi pazienti, delle sue prestazioni; oggettivamente in triage la responsabilità è più visibile.

Credo però che la battaglia da fare sia mettere in sicurezza l’operatore rivedendo le procedure di triage. Ad esempio, si parla di tempi di rivalutazione eppure poi uno sbaglia, ma perché magari non ha avuto il tempo per rivalutare.

Bisogna scindere l’errore dovuto alla formazione da quello dovuto all’organizzazione e alle condizioni in cui un infermiere lavora.

Ma il rischio non è che gli infermieri di triage si domandino “chi me lo fa fare ad avere più responsabilità, a ricevere gli insulti e ad essere più a rischio di aggressione?”

C’è un’indicazione Ministeriale sul problema delle aggressioni. Il Pronto Soccorso è molto più a rischio di altri reparti. Ogni azienda dovrebbe seguire le indicazioni del Ministero per ridurne la frequenza e mettere in sicurezza i lavoratori.

Di certo gli infermieri non possono cambiare l’organizzazione da soli, c’è bisogno di avere tutti gli attori in causa: i medici, i dirigenti, il risk manager...

E non si può cambiare l’organizzazione senza sentire prima i lavoratori.

Il problema è che si lavora poco sull’organizzazione .

Il collegio provinciale dovrebbe essere il “cane da guardia” nelle aziende. Dovrebbe portare e rappresentare il punto di vista dei lavoratori.

Ancora troppo spesso questo non avviene.

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