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Ospedale di Chivasso, un successo la sperimentazione del NOC.

di Redazione

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CHIVASSO. All’Ospedale di Chivasso il NOC (Nucleo Ospedaliero di Continuità delle Cure) è attivo in via sperimentale dall’aprile 2012 per garantire continuità delle cure e integrazione ospedale-territorio alle persone ricoverate a rischio di ospedalizzazione prolungata o di dimissione difficile. Sperimentazione che ha reso operativi i contenuti di una Delibera di Giunta Regionale del mese di marzo 2012, che ha approvato il modello organizzativo per un percorso integrato di continuità di cura ospedale-territorio all’interno della rete dei servizi sanitari e socio-assistenziali.

Il NOC è costituito dallo specialista geriatra Maria Ponzetto, dall’infermiera Paola Frasson e dall’assistente sociale Mariella Spranzi. Il Nucleo opera in modo trasversale in tutti i reparti che possono necessitare di supporto per le dimissioni che presentano criticità, in stretta collaborazione con i clinici dei reparti stessi, e agisce secondo uno specifico protocollo operativo.

 

Fin dalle prime fasi del ricovero il medico geriatra del NOC, su segnalazione del collega specialista di reparto che ha in cura una persona potenzialmente a rischio di incontrare problemi dopo la dimissione, effettua una valutazione clinica del rischio di criticità di dimissione con l’ausilio di un’apposita scheda validata a livello internazionale. In caso di reale presenza di dimissione difficile, gli operatori del NOC, ciascuno per le proprie competenze, procedono con una valutazione multidimensionale della persona interessata (valutazione di aspetti clinici, riabilitativi, assistenziali, familiari e sociali), anche in questo caso servendosi di schede strutturate ad hoc, per giungere a definire i bisogni di continuità assistenziale al momento della dimissione.

 

Prima della dimissione il Nucleo identifica, anche in collaborazione con il Distretto di appartenenza della persona interessata, il percorso di cura post-dimissione coerente con i bisogni individuati. Percorso che si può svolgere a domicilio (con l’attivazione di una forma di assistenza domiciliare o con la prescrizione di ausili) oppure in struttura residenziale (strutture per post acuzie / lungodegenza o strutture per cure intermedie, cioè deospedalizzazione protetta / continuità assistenziale in RSA, o in hospice). Il percorso di cura post-dimissione è condiviso con la persona assistita e con i suoi familiari ed è comunicato all’erogatore del servizio territoriale.

“Oggi, con grande soddisfazione, possiamo dire che questa sperimentazione ha avuto esiti molto positivi – riferisce il Direttore Generale dell’ASL TO4 dottor Flavio Boraso – traducendo in modo concreto i principi di continuità assistenziale e di integrazione tra ospedale e territorio e fornendo, quindi, risposte appropriate, efficaci e rapide ai bisogni assistenziali delle persone interessate”. “Il NOC dell’Ospedale di Chivasso – conclude il dottor Boraso – ora costituisce un modello organizzativo locale che potrà essere replicato negli altri Ospedali della nostra Azienda”.



Nel corso del 2012 sono stati valutati dal NOC 936 utenti: 756 in Medicina (circa il 35% dei ricoveri totali) e 180 negli altri reparti del presidio chivassese (52 in Ortopedia e Traumatologia, 41 in Neurologia, 32 in Chirurgia, 20 in Pronto Soccorso). Di questi 936 utenti, 359 sono stati trasferiti in Lungodegenza all’Ospedale di Settimo Torinese, 162 in Deospedalizzazione protetta sempre a Settimo Torinese, 131 sono stati dimessi al domicilio, 53 sono stati  trasferiti in continuità assistenziale in RSA aziendali, 25 trasferiti presso l’Unità Operativa Alzheimer del Presidio Fatebenefratelli di San Maurizio Canavese, 125 trasferiti in altre strutture (continuità assistenziale in RSA convenzionate, hospice, altre lungodegenze, strutture riabilitative), 81 sono deceduti.

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