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Editoriale

Shrinkflation in Sanità per mitigare la crisi degli infermieri

di Ferdinando Iacuaniello

Ormai è stato detto in molteplici occasioni, tutti ne parlano e la crisi dei professionisti della salute non è una novità: è necessario fornire una risposta al personale della sanità, sia pubblica che privata. Questa risposta può consistere solo nell'aumentare le risorse economiche per garantire un aumento degli stipendi, in modo da allinearli a quelli percepiti in altri paesi europei, tenendo conto del costo della vita. Nonostante le numerose promesse fatte nel corso degli anni, l'elaborazione del Documento di Economia e Finanza (Def) è quasi completata, ma non emergono proposte concrete. La situazione è critica. Ora è necessario trovare soluzioni concrete.

Tutelare il personale attraverso una riduzione delle ore lavorative

Applicare il concetto di "shrinkflation" anche nel settore sanitario, ovvero mantenere gli stipendi invariati, ma ridurre le ore di lavoro, potrebbe essere una strada percorribile per mitigare la crisi degli infermieri.

Non possiamo affrontare il problema mediante una detassazione sulle ore straordinarie, in quanto ciò potrebbe spingere le aziende a richiedere più ore di lavoro e portare i dipendenti a un accumulo eccessivo di lavoro per guadagnare di più.

È fondamentale evitare che questa situazione si ripeta, come è accaduto con l'abolizione del vincolo di esclusività (seppur temporaneo), che ha spinto le persone a cercare lavori extra, per la necessità di ottenere maggiore reddito e non per scelta professionale.

Pertanto, la soluzione sta nel tutelare il personale attraverso una riduzione delle ore lavorative.

Dobbiamo trattare il capitale umano con rispetto, evitando di sfruttarlo fino all'esaurimento. Come? Un'opzione potrebbe essere quella di applicare il concetto di "shrinkflation" anche nel settore sanitario. Ovvero: manteniamo gli stipendi invariati, ma riduciamo le ore di lavoro.

Analogamente a quanto accade nel settore dei prodotti di consumo, dove una confezione di pasta che diventa leggermente più piccola mantiene lo stesso prezzo, potremmo considerare che gli infermieri e tutti i professionisti sanitari debbano lavorare 30 ore settimanali (invece di 36) ma venire comunque retribuiti per 36 ore.

In questo modo, potremmo allineare il costo del lavoro al costo della vita, e solo in questo caso avrebbe senso applicare una detassazione sulle ore straordinarie per coloro che desiderano lavorare sei ore in più.

È imperativo fornire una risposta adeguata ai professionisti del settore, che la chiedono e la meritano. Se non si desidera destinare fondi per aumentare gli stipendi, si può comunque dare loro la possibilità di dedicare più tempo a sé stessi e al miglioramento della propria vita. E, se qualcuno vuole lavorare di più, avrà l'opportunità di guadagnare di più.

Qualcuno potrebbe obiettare e fraintendere il discorso, sostenendo che stiamo paragonando le persone ai prodotti di consumo. Tuttavia, fino a oggi, cosa abbiamo fatto con i professionisti che lavorano nel settore sanitario? Li abbiamo “consumati”.

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