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USAE: firmato l'accordo che ridefinisce i comparti di contrattazione del pubblico impiego

di Redazione

ContrattiNuoviSanità

Bonazzi: "il Governo non ha più alibi, proceda a stanziare le risorse necessarie e si rinnovino i contratti pubblici".

ROMA. Freschissima la firma all'ARAN (Agenzia Rappresentanza Negoziale Pubbliche Amministrazioni) dell'ipotesi di accordo quadro nazionale che ridefinisce i nuovi comparti e le nuove aree di contrattazione del pubblico impiego.

Nuovi contratti Sanità.

Nuovi contratti Sanità.

Si è conclusa con la firma dell'accordo la trattativa, avviata qualche mese fa, che introduce cambiamenti rilevanti nell'assetto del sistema contrattuale pubblico.

I comparti di contrattazione passano da 11 a 4, in linea con la norma di legge (art.40, comma 2 del decreto legislativo n. 165 del 2001) che impone un tetto massimo di quattro al numero dei comparti.

Si assiste ad un significativo accorpamento degli ambiti sui quali si svolgeranno le trattative per i rinnovi contrattuali nazionali.

I nuovi comparti sono:

Funzioni centrali, nel quale confluiscono gli attuali comparti Ministeri, Agenzie fiscali, Enti pubblici non economici, Enti di cui all’art. 70 del d.lgs. n. 165/2001 (in particolare: Enac, Cnel);

Funzioni Locali, che conserva il perimetro dell’attuale comparto Regioni-autonomie locali;

Istruzione e ricerca, nel quale sono compresi gli attuali comparti Scuola, Accademie e conservatori, Università, Enti pubblici di ricerca, Enti di cui all’art. 70 del d.lgs. n. 165/2001 (in particolare, Agenzia spaziale italiana);

Sanità, che non muta sostanzialmente la sua fisionomia, ricomprendendo gli enti ed aziende dell’attuale comparto Sanità.

Il comparto Funzioni centrali conterà circa 247.000 occupati; il comparto Funzioni locali, 457.000; il comparto Istruzione e ricerca, 1.111.000; il comparto Sanità, 531.000 (dati riferiti al 2014, Elaborazione Aran su dati conto annuale RGS).

In stretto collegamento con i quattro comparti, l’Accordo ha anche operato una ridefinizione delle aree dirigenziali, cioè degli ambiti sui quali saranno negoziati gli specifici accordi riguardanti la dirigenza pubblica.

Le nuove aree dirigenziali sono:

Area delle Funzioni centrali, comprendente i dirigenti delle amministrazioni che confluiscono nel comparto Funzione centrali, cui si aggiungono i professionisti e i medici degli enti pubblici non economici;

Area delle Funzioni locali, nel quale trovano collocazione i dirigenti degli enti del comparto Funzioni locali; i dirigenti amministrativi, tecnici e professionali degli enti ed aziende del comparto Sanità; i segretari comunali e provinciali;

Area dell’Istruzione e della ricerca, comprendente i dirigenti del comparto Istruzione e ricerca;

Area della Sanità, all’interno del quale sono collocati i dirigenti degli enti ed aziende del comparto Sanità, ad eccezione dei dirigenti amministrativi, tecnici e professionali.

L’accordo ha inteso semplificare l’assetto attuale, ma salvaguardando talune differenze che caratterizzano il sistema amministrativo italiano. Su queste premesse, è stata mantenuta la distinzione tra PA centrale e PA regionale e locale e si è tenuto conto, in special modo con riferimento alle aree dirigenziali, del nuovo profilo dell’organizzazione amministrativa, disegnato nell’ambito della riforma della pubblica amministrazione, recentemente varata dal Governo.

"E' un accordo importante con molti interessi in campo - ha dichiarato Adamo Bonazzi, segretario generale dell'Unione Sindacati Autonomi Europei (USAE) - ha comportato una trattativa delicata e difficile, che ha rischiato in alcuni momenti di rompersi e in cui tutte le parti hanno dovuto rinunciare a qualcosa. Noi fra le altre cose avremmo preferito un diverso assetto delle Funzioni centrali ma ciò non è stato possibile."

"In compenso abbiamo ottenuto di codificare in modo adeguato la dirigenza delle professioni sanitarie di cui alla legge 251. Ma anche una giusta collocazione della Presidenza del Consiglio e la immodificabilità degli attuali comparti della sanità e delle Funzioni Locali (che conserva il perimetro dell’attuale comparto Regioni-autonomie locali). Ma ciò che più importa ora è che il Governo non ha più alibi: proceda a stanziare le risorse necessarie e si rinnovino i contratti pubblici, lo si faccia subito!”, chiosa Bonazzi.

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