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Ddl Silvestro-Bianco: unico ordine per professioni sanitarie

di Rosario Scotto di Vetta

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MILANO. Alte sono le attese da parte dei professionisti della salute del servizio sanitario nazionale ora che il nuovo Parlamento e il nuovo Governo sono operanti. E’ cresciuta la consapevolezza tra forze politiche che la sanità sia un comparto complesso e complicato e per questo da migliorare con interventi concreti. Sono oltre trenta le tipologie di laureati professionisti (medici, infermieri, fisioterapisti, tecnici sanitari etc) con un proprio specifico ed autonomo ambito professionale. Più di 800mila professionisti appartengono a 9 professioni sanitarie regolamentate con albi, ordini e collegi mentre circa 140mila addetti appartengono a 17 professioni (fisioterapisti, tecnici della prevenzione, dietiste etc) non regolamentate in albi o ordini. 

La proposta di legge dei due senatori Pd ha il suo punto forza nella istituzione di un unico grande Ordine delle professioni sanitarie. Al posto di tanti ordini, più o meno piccoli, si creerebbe una nuova istituzione professionale plurale, con le garanzie interne per ogni professione, in grado non solo di semplificare il quadro ordinistico ma di arricchirlo con un nuovo soggetto che possa realmente essere autorevole e rappresentativo. Inoltre nella proposta di Annalisa Silvestro e Amedeo Bianco, rispettivamente presidenti delle Federazioni nazionali degli Collegi degli Infermieri e degl’Ordini dei medici, non prevede l’istituzione di ulteriori ordini professionali bensì l’attivazione di albi per le professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione che ne siano sprovviste e la loro confluenza dell’Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica.

Si elevano, finalmente e tardivamente, i collegi in ordini: nell’immaginario collettivo il collegio è per i diplomati, l’ordine è per i laureati. Si legge ancora nella relazione : “È altresì dovuta la modifica della denominazione da collegio ad ordine per le professioni già vigilate dal Ministero della Salute in considerazione della loro evoluzione formativa ed professionale”. Si andrebbero a sostituire i primi tre Capi del decreto legislativo n. 233 del 1946, prevedendo che gli ordini, in ragione dei nuovi assetti territoriali così come recentemente delineati, sono costituiti in ogni città metropolitana o ambito territoriale definito con specifico e successivo decreto del Ministro della salute.

I collegi e le federazioni delle professioni sanitarie saranno trasformati da collegi e Federazioni nazionali degli infermieri professionali, degli assistenti sanitari e delle vigilatrici d'infanzia (IPASVI) in ordini degli infermieri e infermieri pediatrici e Federazione nazionale degli ordini degli infermieri e infermieri pediatrici. Si disporrà la trasformazione dei collegi delle ostetriche/i in ordini professionali delle ostetriche e dei collegi dei tecnici sanitari di radiologia medica in ordini dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione.

Gli Ordini e le relative Federazioni sono enti pubblici non economici, sono organi sussidiari dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici connessi all’esercizio professionale, dotati di autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare, ai quali, tuttavia, non si estendono le norme di contenimento della spesa pubblica e la sottoposizione alla vigilanza del Ministero della salute in quanto finanziati attraverso le quote versate dai propri iscritti. Promuovono e assicurano l'indipendenza, l’autonomia e la responsabilità dell'esercizio professionale, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale delle professioni, la salvaguardia dei principi etici dell’esercizio professionale indicati nei codici deontologici al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva.

Tra i compiti assegnati ai predetti enti figurano la tenuta e la pubblicità degli albi delle rispettive professioni; la verifica del possesso dei titoli abilitanti all’esercizio professionale; la valutazione delle attività di formazione continua; il rafforzamento e la novellazione dei codici deontologici; l’istituzione di specifici organi disciplinari e la definizione di idonee procedure a garanzia dell’autonomia e terzietà del giudizio disciplinare, separando la funzione istruttoria da quella giudicante in particolare attraverso la costituzione di appositi Uffici Istruttori di Albo; la definizione delle modalità di partecipazione degli ordini e dei relativi compiti, nelle procedure relative all'esame di abilitazione all'esercizio professionale; la promozione, l'organizzazione e la valutazione dei processi di accreditamento, di aggiornamento e della formazione per lo sviluppo continuo di tutti i professionisti iscritti, ai fini della certificazione del mantenimento dei requisiti professionali, includendo anche la formazione e i crediti formativi acquisiti anche all'estero.

I Consigli nazionali delle Federazioni nazionali provvederanno ad approvare i relativi Regolamenti per definire la loro organizzazione e funzionamento interno. La norma interverrà abrogando le disposizione del decreto legislativo n. 233 del 1946, incompatibili con le modifiche apportate, con decorrenza dalla data di entrata in vigore dei predetti regolamenti attuativi.

I problemi vecchi e nuovi della professione medica e delle altre professioni sanitarie sono stati affidati al nuovo Esecutivo ed al nuovo Parlamento. Affrontarli e risolverli costituisce un contributo concreto e strategico per superare la crisi del nostro Servizio Sanitario Nazionale.

 

 


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