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Cives. Il 9° congresso degli Infermieri per l'emergenza

di Andrea Cataldo

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Infermieri volontarii, congresso ricco nei contenuti, CIVES sempre più presente e utile alle istituzioni e al cittadino

Mi aspetto di fare il punto della situazione, su quello che è stato fino ad oggi – inizia cosi Michele Fortuna Presidente Nazionale Cives – la struttura montata rappresenta il lavoro fatto, un lavoro in progress, per essere al passo coi tempi e preparati a dare risposte alle emergenze come associazione di infermieri di protezione civile con un intervento sanitario qualificato.

Lavoriamo con la formazione e addestramento, costante, dotandoci di attrezzature e mezzi idonei per garantire un intervento infermieristico adeguato. Le competenze professionali c’è le abbiamo, per esprime ai massimi livelli la professionalità infermieristica, un infermiere più preparato è un infermiere che soccorre in maniera più idonea.

cives-lecce-2015-2Fuori si è attrezzato una struttura di soccorso campale, non è una struttura di emergenza, il suo nome è posto di assistenza socio sanitaria, decretato ministeriale per raggiungere degli obiettivi:

    • interviene nella post fase acuta dell’emergenza, nelle prime 72 ore in cui c’è la necessita di recuperare morti e feriti e per salvare quante più vite possibile, dopo le 72 ore rimane la continuità assistenziale sul territorio.

All’interno della struttura si possono attrezzare studi ambulatoriali e farmacie per offrire assistenza ai Pazienti fragili, anziani, cronici, disabili  fino a quando il territorio non si riprende.

Il Collegio Ipasvi di Lecce ha contribuito all’organizzazione di questo evento  – dichiara Dott. Marcello Antonazzo Presidente Collegio Ipasvi Lecce – credendoci nel presidente Michele Fortuna che da tempo sta operando in CIVES per dare a questa associazione di volontariato che opera nell’emergenza sanitaria una visibilità su scala nazionale,

I nuclei CIVES sono in crescita, così anche la dotazione tecnologica e strumentale in continua evoluzione e pertanto il dipartimento della Protezione Civile richiede l'intervento di CIVES proprio laddove necessita l’ausilio e il contributo degli infermieri, che operano in questo settore e fa si che si possa dare una risposta qualificata alla cittadinanza.

CIVES una costola della Federazione Nazionale

Nata molti anni fa su spinta propulsiva dell’allora Presidente del Collegio Ipasvi di Sondrio, Ercole Piani, che sempre avuto un occhio di attenzione e una sensibilità particolare per quello che era tutto il sistema del volontariato – a ricordarlo è Barbara Mangiacavalli  – negli anni era maturata l’idea di far nascere un associazione di volontariato ma di professionisti, che credo sia il vero valore aggiunto di CIVES. 

Un’associazione che mette a disposizione dei bisogni dei cittadini le sue professionalità in un regime assolutamente volontaristico, in  questo senso abbiamo sempre ritenuto di valorizzarla e di aiutare l’associazione a decollare e a posizionarsi all’interno di un panorama nazionale,

devo dire che i colleghi che gestiscono l’associazione, quindi le cariche attuali da sempre si sono caratterizzati per questo profondo impegno e abnegazione a portare avanti una serie di risultati e i risultati sono arrivati, perché adesso cives è un associazione riconosciuta a livello nazionale e iscritta nel registro delle onlus, e riconosciuta all’interno del dipartimento di protezione civile, testimonianza ne è che questi giorni sarà presente il capo del dipartimento di protezione civile, ciò ci fa capire che il significato  e  il valore di cives è da tutelare e far crescere.

In questo senso l’associazione si riconosce nel percorso evolutivo che la Federazione ha disegnato, che è quello delle competenze specialistiche, perché riteniamo che in questo momento dobbiamo andare a caratterizzare le competenze dei nostri infermieri nel nostro paese in maniera coerente e strettamente connessa a quelle che sono le modifiche dei bisogni di salute, abbiamo un paese che sta invecchiando portandosi dietro cronicità che sarà il vero problema emergente non solo economico di sostenibilità della spesa ma anche di presa in carico e di gestione del nostro SSN, un paese che invecchia con pluri patologie con fragilità nuove che si affacciano nel nostro paese, basta pensare alle nuove fragilità sociali degli immigrati.

Sono tutti problemi che mettono di fronte il SSN alla necessità di intraprendere rapidamente una innovazione organizzativa e strutturale del sistema, innovazione di ruoli funzioni e competenze è imprescindibile, non si può pensare di rispondere ai bisogni nuovi con schemi mentali organizzativi vecchi, l’hanno capito gli economisti, l’hanno capito gli esperti di organizzazione, l’hanno capito molto i decisori, riteniamo che fanno un po’ di fatica chi ci deve dare una mano cioè il Ministero della Salute che non si sta distinguendo in questa vicenda come il vero arbitro della partita e come regista dell’innovazione.

L’ipasvi ha la prospettiva infermieristica del bisogno di salute del SSN, i medici hanno la loro prospettiva, ma occorre qualcuno che faccia sintesi e che dia indicazione su come mandare avanti un organizzazione del ssn che sia coerente con i bisogni di salute, riteniamo che questo ruolo lo debba fare il ministero.

Noi come ipasvi cercheremo di sederci ai tavoli, di interloquire in maniera appropriata portando le nostre ragioni che sono quelle dei cittadini, perché gli infermieri da sempre sono vicini ai cittadini, adesso i cittadini hanno bisogno di essere assistiti fuori dagli ospedali a loro domicilio, sul territorio, nella residenzialità, in contesti di cure continuative, cure estensive, l’ospedale diventerà sempre più per acuti non può diventare il contenitore di tutto quello che non dovrebbe stare in ospedale solo perché il territorio non c’è, e allora far partire il territorio significa investire sugli infermieri.

Il Sud ha sempre avuto difficoltà a far partire nuovi modelli organizzativi, anche se alcune regioni si stanno muovendo, nonostante il sud rappresenta una fonte di infermieri per tutta la sanità italiana.

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