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Infermieri

Giornata mondiale degli aiuti umanitari

di Redazione

Il 19 agosto è la Giornata Mondiale degli Aiuti Umanitari e l’OMS invita a dedicare più spazio e più tempo ai tantissimo operatori sanitari impegnati nei luoghi di sofferenza in tutto il Pianeta. Nel 2014 sono stati uccisi 603 operatori sanitari e ben 958 risultano i feriti gravi e medio gravi. Nel 2015 la statistica non restituisce un miglioramento della situazione di pericolo. Tanti gli attacchi terroristici e non alle postazioni umanitarie.

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Campagna OMS #NotATarget

Il 19 agosto di dieci anni fa il violento attacco alla sede delle Nazioni Unite a Baghdad ha provocato la morte di 22 persone, tra cui il rappresentante speciale delle Nazioni Unite in Iraq Sergio Vieira de Mello. In memoria delle vittime di questo attentato e di tutti gli altri operatori umanitari che si trovano in prima linea, nel 2008 il 19 agosto è stato dichiarato Giornata umanitaria mondiale dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite.

In qualità di principale donatore mondiale di aiuti umanitari, l’Unione europea condivide le preoccupazioni in merito alla sicurezza degli operatori umanitari e alla loro capacità di svolgere la loro encomiabile missione. L'assistenza finanziata dalla Commissione europea raggiunge coloro che ne hanno bisogno grazie ai suoi 200 partner umanitari, tra cui le agenzie delle Nazioni Unite, organizzazioni non governative e organizzazioni internazionali quali il Comitato internazionale della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa, la Federazione internazionale della Croce Rossa/Mezzaluna Rossa e l’Organizzazione internazionale per le migrazioni. Gli operatori umanitari permettono alla Commissione europea di tradurre nei fatti la solidarietà dei cittadini europei, la maggior parte dei quali approva l’assistenza fornita dall’Unione europea alle vittime delle crisi e delle catastrofi.

Gli attacchi diretti contro gli operatori umanitari sono aumentati in termini di frequenza e gravità. Negli ultimi dieci anni più di 880 operatori sono stati uccisi sul campo e altri 1 450 sono stati rapiti o feriti. Nello stesso periodo sono triplicati gli incidenti legati alla sicurezza degli operatori umanitari. La stragrande maggioranza delle vittime operava nel proprio paese, una tendenza confermata anche dalla guerra in Siria. Le bandiere e gli emblemi che tradizionalmente proteggevano gli operatori umanitari li stanno trasformando in bersagli.

Questo succede a chi aiuta i profughi siriani, i congolesi vittime di stupro, i superstiti dei terremoti e degli uragani e milioni di vittime di altre crisi. Il fatto che gli attacchi siano diretti contro chi contribuisce a salvare vite altrui rende ancora più ingiusti i crimini contro gli operatori umanitari.

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