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editoriale

Infermieri bisogna: Sapere, saper fare, saper essere

di Ferdinando Iacuaniello

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I tre livelli formativi che preparano alla professione per fornire gli strumenti teorici, pratici e, soprattutto, esistenziali che permetteranno di farsi a propria volta catalizzatori di un processo di crescita anche negli altri. Una buona formazione alla professione deve essere in grado di operare su tre fronti: sapere, saper fare e saper essere.

"Sapere", riguarda la conoscenza teorica, il quadro di riferimento in cui inserire il proprio operare.  L'infermiere può avere diversi indirizzi, ma nella maggior parte delle sue specializzazioni, si appoggia alla visione dell'uomo elaborata dalla psicologia umanistica. Una buona conoscenza del paradigma di riferimento, nonché della specifica metodologia è fondamentale per poter svolgere accuratamente il proprio lavoro. Così come è importante una costante disponibilità all'aggiornamento, all'ampliamento delle proprie conoscenze integrandole anche con orientamenti diversi. 

"Saper fare" è la pratica. Gestione delle dinamiche interpersonali, rispecchiamento e accoglienza delle emozioni, lettura del linguaggio corporeo, gestione delle proiezioni - proprie e dell'interlocutore - sono abilità che si sviluppano nell'ambito di un gruppo di formazione, attraverso simulazioni di sedute di counseling e tanto esercizio. 

"Saper essere" è il punto più delicato, riguarda la capacità dell'Infermiere di "esserci nella relazione", e quindi di conoscere bene se stesso, prima di tutto. Tutti quegli atteggiamenti che dovranno essere utilizzati con un paziente, dovrà metterli in atto prima di tutto con se stesso: ascolto, empatia, accettazione e rispetto. 

Dopodiché sarà l'esperienza stessa a trasformare l'infermiere, con il suo bagaglio tecnico e le sue qualità personali, in un buon professionista.

Direttore Responsabile

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