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editoriale

La speranza e il futuro nel pensiero e nelle parole di una studentessa

di Marco Alaimo

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PISTOIA. Abbiamo intervistato Maria Lenzi, studentessa del primo anno del corso di Laurea in Infermieristica presso l'Università di Firenze (sede Pistoia), chiedendo quali interessi ha maturato verso questa professione, cosa l'ha spinta ad affrontare il percorso di studi e quali prospettive future intravede da dietro i banchi dell'università

Che cos'è per te un Infermiere?

 

Ho iniziato il percorso di Infermieristica perché ho cercato di capire che cosa mi rendeva felice, a me rendeva felice il prendermi cura delle persone. Però non nel senso di "Cura" legato alla malattia soltanto e quindi alla guarigione in senso stretto. Vedere il malato “star bene” nella complessità della malattia, a partire ad esempio dall''igiene personale, al semplice rifacimento del letto, ad esempio il fatto che il malato anche in ospedale si senta a casa, quindi in una situazione di benessere.

 

Il ruolo dell'infermiere per me sta anche in questo nel rendere tranquillo un eventuale ricovero. La persona con dei bisogni di salute può andare tranquilla in ospedale perché c'è l'infermiere a cui affidarsi, di cui avere fiducia. La persona si deve sentire tranquilla, e che possa beneficare delle cure sia mediche che infermieristiche anche con una certa tranquillità, ( se ne parla nel dibattito attuale in Slow Medicine ndr.).

 

Forse in questo mio pensiero c'è anche un atto egoistico, nel senso che se vedo stare bene una persona, sto meglio pure io, è un po' come un dare e un avere. Quindi a me piace fare l'infermiere anche perché indirettamente fa stare bene anche me.

 

Le speranze e i dubbi, le ambizioni di un giovane infermiere studente universitario quali sono?

 

La speranza è che si possa realizzare il lavoro come l'ho inteso prima, con quella valenza personale, la possibilità di poter fare il lavoro con gli stessi propositi. I dubbi purtroppo possono nascere dalla consapevolezza che questo lavoro ovviamente non lo fai da solo, quindi il non trovare un ambiente o dei colleghi che ti permettono di coltivare questa idea e portarla avanti.

 

Questo è il dubbio più grande e la paura. La speranza è di potersi migliorare e poter cambiare le situazioni che non vanno. Purtroppo in ambito sanitario sembra che le cose non vadano molto bene, per quel poco che sto vedendo, ma spero di poter incontrare colleghi motivati e fondati su principi saldi, anche di collaborazione, di squadra. Non sono una persona molto ambiziosa ma vorrei avere sempre lo stesso entusiasmo e voglia di miglioramento.

 

Quale spazio daresti all'assistenza Infermieristica nella centralità delle cure?

 

 Al di là della cura fisica che è molto importante, ho percepito che una persona risponde meglio alle cure in generale se allo stesso tempo ha una certa "tranquillità" mentale, se percepisce di essere al centro di un sistema che la "cura" e dove il malato può affidarsi, ecco che in questa centralità l'infermiere ha un ruolo importantissimo e aiutato anche dalle figure di supporto come l'OSS può veramente creare un ambiente di cura sicuro per il malato o nel mantenimento della condizione di salute.

 

La cura medica si focalizza sopratutto sull'aspetto fisico, mentre l'infermiere riesce a mettere il paziente in una condizione diversa anche in situazioni precarie di salute, riesce a rispondere ai bisogni di salute in maniera diversa con un'altra visuale, far sentire bene la persona. È importante anche tutto l'aspetto delle competenze scientifiche, che siano sempre aggiornate e vissute in collaborazione con tutte le figure sanitarie che girano intorno al malato.

 

Quale consiglio per i tuoi futuri colleghi e cosa ti auguri per il tuo futuro professionale e scientifico?

 

Per i futuri colleghi auguro di essere contenti ed entusiasti del proprio lavoro, auguro infatti a tutti di "non avere mai paura di cambiare". E se per caso qualche infermiere si accorgesse di non stare più bene nel lavoro che svolge, nel luogo di lavoro, augurerei di non aver paura di cambiare, sia per stare bene lui ma anche per rendere più sereno il malato. Io sono una persona molto sognatrice e spero con il tempo di poter approfondire sia la pratica che tutto il mondo della scienza infermieristica.

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