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Infermieri

Fnopi: sentenza su UDI non mette in discussione professionalità

di Redazione Roma

La Federazione commenta la sentenza del Consiglio di Stato il quale, a giugno, ha “bocciato” le Unità di degenza infermieristica, stabilendo che spetta al medico – e non all’infermiere – la gestione del percorso clinico e terapeutico del paziente. In una nota Fnopi precisa che la sentenza non rappresenta la messa in discussione del livello professionale che nelle Udi è garantito dagli infermieri.

Unità degenza infermieristica, Fnopi: problema tecnico-organizzativo

La sentenza in merito alle Unità di degenza infermieristica, previste dalla Regione Umbria da parte del Consiglio di Stato (sentenza 05205/2022 del 24 giugno 2022), non rappresenta la messa in discussione del livello professionale che in queste è garantito dagli infermieri, ma la sottolineatura di una “confusione”, come spiega la stessa sentenza, “di ruoli tra personale medico e infermieristico conseguente alla tendenziale separazione tra attività clinica ed attività assistenziale”.

Così la Fnopi che, attraverso una nota, vuole inquadrare nel modo più corretto la portata del pronunciamento, per evidenziare che alcuni passaggi e modalità tecnico-procedurali non possono mettere in discussione il ruolo e la professionalità degli infermieri nell’assistenza.

In riferimento, dunque, alla sentenza del Consiglio di Stato il quale (dopo che sul medesimo tema si era pronunciato il Tribunale amministrativo regionale) ha “bocciato” le Unità di degenza infermieristica stabilendo che spetta al medico – e non all’infermiere – la gestione del percorso clinico e terapeutico del paziente.

Da parte sua, la Federazione nazionale degli ordini degli infermieri rimarca che si tratta di un problema tecnico-organizzativo e non professionale che non deve generare polemiche, come anche evidenziato dall’accordo di poche settimane fa tra la Fnopi e la Fnomceo (il “patto di diamante” tra la le due Federazioni che, insieme, rappresentano quasi un milione di professionisti) su un percorso comune che non consenta più a nessuno di dividere e strumentalizzare le due professioni, che da sempre lavorano insieme.

E proprio insieme e in modo concorde, infermieri e medici si pongono quali interlocutori privilegiati della politica, per garantire ai cittadini tutte le competenze peculiari e sinergiche di entrambe le professioni.

Al contempo, Fnopi rammenta che il modello delle Unità di degenza infermieristica – con l’approvazione del decreto n. 77 del 23 maggio 2022 (“Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale”) del Ministero della Salute – è di fatto superato dall’evidenza e dal livello di responsabilità che il decreto ministeriale assegna agli infermieri nella presa in carico delle cure intermedie ad esempio con gli Ospedali di comunità (a gestione infermieristica per legge), le Case della comunità, le Centrali operative e, a livello di domiciliarità, il ruolo prioritario indicato dalla norma per l’infermiere di famiglia/comunità.

In conclusione, la Federazione che rappresenta i 460mila infermieri d’Italia, considera la sentenza del Consiglio di Stato – pur nella sua validità giurisprudenziale per i profili di competenza e organizzazione a cui si riferisce – un granello nell’ingranaggio previsto e ormai avviato del nuovo modello di assistenza territoriale, e mette semmai in evidenza la necessità di armonizzare tutti i modelli pregressi con le nuove previsioni di legge che vedono l’assistenza infermieristica in pole position per soddisfare i bisogni di salute delle persone.

Giornalista
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