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L'infermiere del futuro secondo la vision Fnopi

di Redazione Roma

La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche circoscrive in un documento – inviato a Parlamento, Governo e Regioni – i punti fermi del futuro della professione. Il testo è stato elaborato grazie al contributo di un Advisory Board composto da personalità di rilievo del Ssn. L’obiettivo è da perseguire anche attraverso il sostegno all’Italia dei fondi del Recovery Plan.

Fnopi: individuate nuove sfide del comparto con l’Advisory Board

Fnopi: superare immobilismo e resistenze al cambiamento, così cresce la professione infermieristica

Infermiere specializzato, infermiere prescrittore, infermiere gestore e coordinatore di percorsi assistenziali (in particolar modo a livello territoriale), infermiere aperto al mix professionale per soddisfare le necessità degli assistiti, infermiere incentivato con nuovi sbocchi di carriera nonché percorsi premianti.

È un elenco, dettagliato, che delimita gli assi portanti del futuro della professione, individuati all’interno di un documento messo a punto dalla Fnopi (Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche), in rappresentanza degli oltre 454mila infermieri presenti in Italia.

Messo a punto grazie al supporto di un Advisory Board composto da personalità di rilievo del Sistema sanitario nazionale, il cui documento (“Nuovi orizzonti del personale infermieristico: criticità e proposte per la valorizzazione della professione”) è stato inviato al presidente del Consiglio, Mario Draghi, al ministro della Salute, Roberto Speranza, alle Regioni e al Parlamento per individuare le prossime sfide del comparto e – in parallelo – comprendere quali sono le modalità grazie alle quali la professione infermieristica può concorrere sia nel potenziare sia nel rendere più moderno ed efficace il Ssn.

Focus sulle attuali criticità della professione

L’Advisory Board, pertanto, ha ritenuto imprescindibile analizzare nel dettaglio le palesi criticità – dal mancato riconoscimento della flessibilità del personale in termini di ruolo e competenze all’inadeguatezza dei presidi assistenziali nella rete ospedaliera e territoriale (assicurando presa in carico e continuità terapeutica in base alle nuove esigenze di salute) fino ai modelli organizzativi che non rispondono all’evoluzione del Ssn e appropriatezza terapeutica – per approfondire le opportunità d’innovazione che la professione infermieristica è in gado di offrire all’interno dei singoli modelli organizzativi.

Non è stata sottovalutata, poi, l’incidenza della libera professione. Certamente, gli infermieri sono nella maggior parte dei casi dipendenti, ma ci sono anche circa 80mila liberi professionisti, pronti e formati per scienza e qualità delle prestazioni che potrebbero operare – assieme agli infermieri di famiglia e comunità previsti dal decreto Rilancio (legge 17 luglio 2020, n. 77) – ma che ancora non risultano integrati all’interno dei sistemi regionali, sul territorio e anche a domicilio.

Opportunità di miglioramento per il personale infermieristico

Ma quali sono le opportunità di crescita per il personale infermieristico? Il documento dell’Advisory board Fnopi si focalizza su tre aspetti fondamentali:

  1. Sviluppare e ampliare le competenze del personale infermieristico per conformarle alle esigenze, identificando nel dettaglio il suo ruolo nell’ambito dei differenti “setting” assistenziali
  2. Risolvere il fabbisogno di personale, tanto in merito alla programmazione degli accessi ai percorsi di studio quanto per migliorare le prospettive di carriera infermieristica (anche in rapporto al trattamento economico)
  3. Ottimizzare fattivamente i modelli organizzativi della rete ospedaliera e territoriale, considerandone un’adeguata programmazione dei bisogni, valorizzando il contributo del sapere infermieristico, stabilendo tra i professionisti sia un livello integrativo multidisciplinare sia di diversificazione dei rispettivi ruoli e competenze

Le azioni da mettere concretamente in campo

L’Advisory ritiene imprescindibile l’ampliamento formale delle competenze infermieristiche. E ciò in rapporto alla struttura organizzativa sia nella dimensione orizzontale (in termini di numeri e grado di autonomie e responsabilità che già hanno in carico) sia in quella verticale (capacità di programmazione, regolazione e autocontrollo sulle attività di propria competenza) all’interno dei differenti ambiti.

Pertanto, l’Advisory Board Fnopi ritiene fondamentale:

  • Mutare rotta sugli interventi terapeutici grazie all’ampliamento delle competenze, partendo dalla possibilità di prescrivere alcune classi di farmaci e presidi che rientrano nella sfera di conoscenza e competenza infermieristica. Cambio di passo anche sugli interventi assistenziali, tratteggiando la piena ed esclusiva funzione di cura e non di supplenza delle altre professioni sanitarie, oltrepassando la frammentazione e la disomogeneità dei modelli regionali
  • Gestire – nonché coordinare – processi assistenziali (ad esempio in contesti come le centrali operative del 116-117 e le centrali dei servizi distrettuali), interventi di presa in carico proattiva anche mediante nuovi strumenti di teleassistenza e, in particolar modo, assistenza infermieristica territoriale attraverso il consolidamento e la diffusione a livello nazionale del ruolo dell’infermiere di famiglia e di comunità (così da migliorare la presa in carico dei pazienti, monitorare la corretta aderenza terapeutica, cooperare con le altre figure professionali)
  • Tratteggiare il giusto mix – sia qualitativo sia quantitativo – del personale nel medio periodo (“staffing”) in rapporto agli standard di esiti di cura attesi sulla popolazione. Come? Dimensionando gli organici di personale sanitario in rapporto a passati e odierni bisogni della popolazione, e non solo in rimando all’equilibrio di spesa (minutaggio) e garantendoli alla pari in ogni Regione
  • Valutare, assumere e migliorare competenze specialistiche in rapporto alle specifiche esigenze dell’organizzazione mediante strumenti di selezione dei candidati (risorse conoscitive, comportamentali, professionali)
  • Tracciare un percorso coerente di ruoli da ricoprire nel del tempo, prevedendo (anche per motivare il personale) un sistema premiante in grado di conferire equità al rapporto tra contributi e incentivi, in perfetta linea con gli altri Paesi membri dell’Ue

La riforma del percorso di formazione universitario

Altresì l’Advisory board Fnopi focalizza l’attenzione sull’importanza di riformare l’iter formativo di livello universitario, parallelamente ad un (seppur graduale) ampliamento dei numeri programmati per le lauree in infermieristica – soprattutto per l’accesso alle magistrali – con l’obiettivo di assicurare flussi costanti di infermieri in rapporto alle esigenze dei servizi negli anni a venire.

In particolare, per raggiungere l’intento di qualificare le competenze del personale infermieristico urge porsi – come traguardo minimo da realizzarsi entro un decennio – la disponibilità di un 20% dei professionisti ad elevata specializzazione nelle differenti aree assistenziali.

Finalità da ottenere solo attraverso il potenziamento dell’offerta universitaria, assicurando in ogni Ateneo con attivi corsi di laurea per infermieri minimo 3 docenti strutturati del Settore disciplinare specifico (“MED/45, Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche”) con assegnazione riservata da parte del Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca (Miur) di punti organico. E ancora, supportare in modo adeguato la formazione specialistica mediante l’istituzione di Scuole di specialità e Dottorati, congiuntamente alle attuali offerte di formazione post base.

Bypassare qualsivoglia forma di inattività

Parola d’ordine: oltrepassare ogni forma di immobilismo e qualsivoglia declinazione di opposizione al cambiamento, ponendo al servizio dell’Italia tutte le competenze infermieristiche (dai processi assistenziali alla prescrizione) nell’ambito di un iter definito che si rende dovuto – se non urgente – per migliorare la tutela della salute dei cittadini.

Un sostegno non di poco conto, in quest’ottica, può giungere dalle risorse legate al Recovery Plan in merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza (programma di investimenti dell’Italia destinato alla Commissione Ue nell’ambito del “Next Generation Eu”, lo strumento per rispondere alla crisi pandemica causata dal Covid-19) nell’ambito delle politiche per la salute: mediante le risorse europee occorre assicurare investimenti ad alto rendimento e debito buono, cosicché le nuove competenze acquisite dagli infermieri siano utilizzate e valorizzate in toto.

Giornalista
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