Nurse24.it
scopri il programma della pediatric masterclass

Dibattito Infermieri

Sanità, quel mondo in cui sbagliare non è umano

di Mimma Sternativo

La notizia del chirurgo che ha reciso l'aorta addominale in un "banale" intervento di colecisti impazza sul web, sui giornali, di parola in parola, di bocca in bocca. Errare humanum est, ma non in sanità.

La sanità è un mondo in cui uno sbaglio cancella tutto quello che eri

Nel mondo sanità se sbagli sei fuori. Se sbagli sei soltanto un omicida e anni e anni di eccellente carriera si cancellano con una spugna. Non importa quante centinaia di persone tu abbia salvato, in un attimo sei il mostro.

La gente chiede vendetta, chiede ergastolo, punizione severa. Sembra quasi di tornare ai tempi del medioevo, alla caccia alle streghe. Ti prendevano, ti legavano ad un palo, ti sputavano addosso, ti colpivano coi sassi e acclamavano la tua morte.

Sono cambiati solo i modi, il resto si ripete: internet è diventato il nuovo patibolo.

“Diteci il nome di questo macellaio”, “deve pagare questa feccia umana”, “sanità di m….”. Questi sono solo alcuni dei commenti che si sentono e si leggono in queste ore.

E mi viene la nausea, mi sale su una grande rabbia, perché un po' come succede con i genitori no-vax o con le cure alternative, ad esempio, tutti pensano che il proprio pensiero sia dotato di scienza infusa.

Penso a quel medico, quell’uomo che ha sbagliato, ma che a differenza di molti non ha cercato di nascondere.

Quel grande coraggio di ammettere l'errore ce l'hanno davvero in pochi

Penso a quella famiglia, giustamente distrutta, giustamente incredula e arrabbiata. Perché se c'è qualcuno che può parlare e può sfogare la propria rabbia liberamente, beh è proprio la famiglia del paziente deceduto.

Da loro sarebbe comprensibile qualunque insulto.

Solidarietà alla famiglia, perché perdere un figlio, un padre, un marito, è una tragedia indescrivibile.

Solidarietà al chirurgo, all'uomo che per una volta ha sbagliato e che forse sarà il primo a non riuscire a perdonarsi.

Solidarietà ad un collega che di certo (questo voglio ricordarlo) non ha fatto il medico per poter uccidere delle persone. Solidarietà a chi di certo quella mattina non si è svegliato all'alba per nuocere ad un'altra persona.

Solidarietà a chi ha studiato e lavorato per una vita intera portando a casa anche tanti successi e nel cuore tanti pazienti.

Cari signori qui non parliamo del "serial killer" del momento; è soltanto un uomo che ha sbagliato.

Non voglio cercare una giustificazione a tutti i costi e non riesco nemmeno ad immaginare lontanamente il dolore dei familiari del paziente, ma credo che almeno dovremmo evitare di sparare le nostre sentenze e avere rispetto per le persone coinvolte in questo dramma.

Infermiere
Scopri i master in convenzione

Commento (0)