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Bologna

Ospizio degli orrori: anche violenze sessuali sugli anziani

di Redazione

Li deridevano ("tanto stai per morire"), li picchiavano con pugni e schiaffi, li tenevano al freddo la notte, non li accompagnavano in bagno al momento del bisogno e davano loro cibo scaduto o in quantità insufficiente. Ma le violenze verbali, fisiche e psicologiche ai danni degli anziani della casa famiglia "Il fornello" di San Benedetto Val di Sambro si sono spinte fino a veri e propri abusi sessuali, come racconta il comandante provinciale dei Carabinieri di Bologna Pierluigi Solazzo.

Sequestrata casa famiglia a San Benedetto, titolare in carcere

L'operazione, scattata nel pomeriggio di lunedì 18 febbraio, ha portato alle misure cautelari nei confronti di quattro persone, il titolare italiano di 52 anni, la moglie e altre due operatrici della struttura. Tutti sono indagati per maltrattamenti.

Il titolare della struttura, l'unico in carcere (gli altri sono ai domiciliari), dovrà rispondere anche di violenza sessuale nei confronti di una ospite, con la quale avrebbe avuto anche un rapporto completo. A fare scattare l'allarme sulla casa famiglia (privata in convenzione, aperta da circa un anno) sono state le voci che circolavano in paese, 'captate' dai Carabinieri della stazione di San Benedetto val di Sambro.

Di lì sono partite le indagini, coordinate dal pm Stefano Dambruoso, finché le telecamere piazzate nella residenza non hanno confermato i maltrattamenti nei confronti degli anziani, tutti di età elevata, perpetrati con "sistematicità preoccupante", come racconta ancora Solazzo durante la conferenza stampa tenuta oggi in via dei Bersaglieri.

Ora la struttura sull'Appennino è stata sequestrata. Tre degli anziani sono stati trasferiti all'ospedale Maggiore di Bologna per accertamenti, mentre gli altri sette, col consenso dei parenti, si trovano in altre strutture della zona.

I Carabinieri, perché una vicenda del genere non si ripeta, rivolgono un appello ai parenti di queste strutture perché siano in grado di cogliere anche il minimo segnale di disagio. È necessario che i famigliari o le persone care siano sempre vigili sulle condizioni di salute, non solo fisiche ma anche psichiche dei loro parenti affidati a queste strutture. Lo spaccato che emerge è che queste persone hanno bisogno di essere sostenute ma anche controllate, afferma ancora Solazzo.

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