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Lavorare come OSS

Genova, l’Asl 3 assume 150 OSS

di Redazione Roma

L'azienda sanitaria ha deliberato l’approvazione della graduatoria del concorso indetto nell’ambito dell’emergenza Covid-19, dichiarando vincitori i primi 150 con la pubblicazione dei nominativi. I contratti di assunzione sono a tempo determinato fino al prossimo 31 dicembre, con un impegno di spesa pari a 2 milioni e 903mila euro. Il governatore Toti: In Liguria restano da stabilizzare 700 sanitari, smobilitarli sarebbe un’ingiustizia per loro e i cittadini.

Asl 3 di Genova: contratti a tempo determinato per 150 Oss

C’è il placet dall’Asl 3 di Genova all’assunzione di 150 OSS. L’azienda sanitaria ha deliberato (Delibera n. 102 del 2 marzo 2022) l’approvazione della graduatoria del concorso indetto nell’ambito dell’emergenza Covid-19, dichiarando vincitori i primi 150 rendendone pubblici i nominativi. I contratti di assunzione sono a tempo determinato fino al prossimo 31 dicembre, con un impegno di spesa pari a 2 milioni e 903mila euro. L’Asl 3 guidata dal direttore generale Luigi Carlo Bottaro puntualizza che rimane la possibilità di assunzione a tempo indeterminato di personale Oss secondo il fabbisogno per il 2022, nel momento in cui sarà completato il concorso pubblico unificato bandito da Alisa nel 2019, per il quale si aspetta la ripetizione della prova pratica dei candidati, in seguito alla decisione del Consiglio di Stato che a febbraio 2021 ha rigettato il ricorso dell’Azienda sanitaria della Regione contro l’annullamento della selezione con test scritti.

E proprio sul fronte delle assunzioni, il governatore della Liguria, Giovanni Toti – che pochi giorni fa si è espresso su quanto avvenuto in una Rsa di Taggia, con 41 indagati per maltrattamenti agli anziani – lancia un appello al governo centrale, evidenziando che scarseggiano le risorse per stabilizzare gli operatori che sono stati assunti finora per fronteggiare l’emergenza pandemica. Le Regioni hanno speso un miliardo e 600 milioni di euro per combattere il Covid-19, il Governo ce ne ha resi circa un miliardo. In Liguria oggi ci sono 600-700 lavoratori in più nella sanità assolutamente indispensabili, devono poter continuare a lavorare, le parole di Toti. Che ha proseguito: I nostri operatori hanno difeso il paese dal virus, smobilitarli rappresenterebbe un’ingiustizia per loro ma anche per i cittadini, che si troverebbero meno servizi. Il sistema sanitario nazionale costerà di più in futuro con il Covid-19, e se non vogliamo ridurre i servizi occorre investire.

Sull’annoso tema dei precari della sanità della Liguria interviene la Fials, rammentando che soltanto in Asl 3, a Genova, a fine marzo scadranno i contratti (precari) di 102 operatori socio sanitari e di almeno 20 ostetriche: numeri che restituiscono fin troppo bene, purtroppo, l’incidenza che la risoluzione dei rapporti lavorativi potrebbe avere sul sistema regionale, tanto più che in tutta la Liguria – prosegue il sindacato – saranno 500 i rapporti di lavoro precari in scadenza al 31 marzo nel settore. La questione, va da sé, riguarda anche e soprattutto gli infermieri, tutt’ora in attesa che venga riconosciuto l’impegno, lo spirito di civico servizio, le competenze e professionalità maturate.

Come spiega Enrico Boccone, segretario del Nursing Up Liguria: In una fase in cui ci sarebbe enorme bisogno di professionisti che implementino gli organici della Aziende sanitarie e del territorio, si riscontrano invece bassi stipendi, scarso riconoscimento e difficoltà negli accessi alle università. I neolaureati vanno all’estero, dove vengono riconosciute retribuzioni e incentivi adeguati al loro lavoro e al loro impegno. Ricordando poi che nonostante si stia entrando in una fase cruciale della contrattazione per il rinnovo del Ccnl del comparto sanità, ciò che si sta delineando è un’ulteriore beffa nei confronti delle categorie sanitarie. L’ennesima distribuzione a pioggia, che non valorizza realmente i professionisti del settore.

Giornalista

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