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Ccnl Sanità, rinnovo verso la stretta finale

di Redazione Roma

Pubblico Impiego

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È proseguita ieri la trattativa per il rinnovo del Ccnl del comparto Sanità. L’incontro ha avuto come oggetto la revisione dell’ordinamento professionale e del sistema degli incarichi. Da parte sua, il NurSind ha chiesto l’istituzione di un’area specifica per le professioni sanitarie, una revisione del sistema degli incarichi che consenta una reale carriera professionale per tutti e nuovi criteri di progressioni economiche. E mentre il Nursing Up ha espresso piena condivisione sulle proposte chiave formulate all’Aran, la Fials ritiene che il rinnovo contrattuale non sarà una manna dal cielo né il miracolo del reale e corretto riconoscimento sociale ed economico nei confronti dei lavoratori. Esprimono le proprie riserve, diramando un comunicato congiunto, anche Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl: La proposta ricevuta è ancora insufficiente dal disegnare strumenti concreti di valorizzazione dei professionisti sanitari, socio sanitari, amministrativi e tecnici. Il prossimo appuntamento è fissato il 26 gennaio.

Nuovo incontro tra Aran e rappresentanze sindacali

Il nuovo incontro tra Aran e rappresentanze sindacali sulla trattativa per il rinnovo del Ccnl comparto sanità

Nella giornata di ieri si è concluso il nuovo incontro tra l’Aran e le rappresentanze sindacali. Oggetto: la prosecuzione della trattativa per il rinnovo del Ccnl comparto sanità 2019/2021. Con il prossimo appuntamento in agenda mercoledì 26 gennaio. Nell’ambito della discussione della bozza sull’ordinamento professionale – per la quale i sindacati chiedono una revisione importante, rispetto a quella presentata dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni – la presa di posizione del NurSind è chiara: L’impianto del nuovo ordinamento professionale, incontra solo parzialmente il nostro favore. Riteniamo che, senza le dovute modifiche, non valorizzi veramente i professionisti sanitari, spiega il segretario nazionale, Andrea Bottega. Dunque, il sindacato chiede che all’interno del nuovo sistema delle aree, sia creata un’area specifica per le professioni sanitarie (o, eventualmente, una sub-area dedicata), che a differenza degli altri professionisti hanno in comune diverse peculiarità, quali l’iscrizione all’Ordine, l’obbligo alla formazione nonché della copertura assicurativa.

La posizione di Nursind

E ancora, nel corso della trattativa – che tra le parti ha preso il via lo scorso 5 agosto – il NurSind ha rimarcato l’importanza sia di ripristinare l’infermiere specialista e l’infermiere esperto, eliminati dal nuovo sistema, sia di costituire un apposito fondo per il sistema degli incarichi. Altro tema particolarmente caro ai professionisti sanitari è quello che attiene alla progressione economica orizzontale (le cosiddette fasce ora denominate differenziali economici di professionalità). Per il quale NurSind ha chiesto che i criteri di attribuzione non penalizzino chi ha avuto il passaggio da C a D nel 2001 e non tengano conto esclusivamente della valutazione individuale. La bozza di contratto, infatti, prevede che ferma restando l’assenza dei provvedimenti disciplinari di cui al comma 4 lett. a), i “differenziali economici di professionalità” sono attribuiti, fino a concorrenza del numero corrispondente all’importo fissato per ciascuna area, previa graduatoria dei partecipanti alla procedura selettiva, definita in base alla media aritmetica semplice degli ultimi tre punteggi conseguiti e riportati nella valutazione annuale di performance individuale, a partire dalla media più elevata e proseguendo in ordine decrescente.

La posizione di Nursing Up

Questioni importanti, dunque, e su questa scia – come illustra il Nursing Up – i sindacati di categoria hanno assunto una posizione condivisa. Principalmente due, ad ogni modo, le proposte formulate dall’Aran, che il Nursing Up descrive così: Una più delineata strutturazione dei ruoli (tra questi, quello del personale infermieristico e delle professioni sanitarie finalmente creato e delle aree, con riferimento a quella delle professioni sanitarie) nonché l’introduzione di un principio di proporzionalità affinché le aziende, applicando le norme contrattuali, siano tenute – prima di individuare il numero di posizioni e tipologie di profili da ammettere all’area elevata professionalità dall’interno, ma anche prima di attribuire gli incarichi, i differenziali economici e altro – a garantire un coerente rapporto tra le medesime e la consistenza complessiva dei dipendenti dei profili interessati presenti in organico.

La posizione della Fials

Sull’urgenza che il contratto prenda forma quanto prima – lo stesso presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha manifestato tale necessità – si è espressa la Fials, ricordando – a seguito dell’incontro di ieri – che i professionisti del comparto attendono una risposta. Al contempo, però, fa presente che questo rinnovo contrattuale non sarà certo una manna dal cielo, né il miracolo del reale e corretto riconoscimento sociale ed economico che i lavoratori attendevano dopo aver dimostrato tutto quello che rimaneva da dimostrare in questi due anni di pandemia. Va chiarito, perché a volte sfugge che lo stanziamento del fondo atto a finanziare tutte le varie modifiche contrattuali che servirebbero alla valorizzazione dei professionisti, non viene contrattato al tavolo con l’Aran, né con i sindacati. Il Governo, assieme alle Regioni non investe sulla sanità. Le motivazioni alla base? È ancora Fials ad illustrarle. Non viene fatto perché si è deciso di continuare a condannare ad una carenza cronica di professionisti tenendo chiusi gli accessi ai corsi di laurea in infermieristica, bloccando la revisione del profilo professionale dell’Oss, tenendo fermi per cavilli burocratici gli incarichi professionali. Le Regioni non apportano modifiche agli standard di riferimento per la determinazione degli organici assistenziali nelle corsie come pure sul territorio.

Ritenendo altresì che con la Legge di Bilancio ci hanno consegnato ancora una volta una coperta corta. Quali opzioni, dunque, occorre prendere in considerazione? Pur cercando di apportare modifiche ad ogni virgola che possa cambiare in meglio la situazione dei lavoratori di un Servizio sanitario nazionale oramai allo stremo, Fials teme che la scelta finale sia quella di rimanere con un contratto scaduto da più di tre anni o farne uno che non vedrà grossi risultati economici, ma almeno consentirà di usufruire finalmente delle indennità specifiche – infermieristica e di cura al malato – di una nuova classificazione del personale con l’introduzione di un’area ad elevata qualificazione e di eliminare infine quel cavillo burocratico per cui non è ancora oggi possibile conferire gli incarichi professionali. Un bicchiere mezzo vuoto, certamente, ed è con una grande amarezza che noi stiamo lottando seduti a quel tavolo.

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Giornalista

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