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Ccnl Sanità, Aran propone 5 aree di inquadramento

di Redazione Roma

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Nella nuova proposta che l’Aran ha presentato ai sindacati, tra le principali novità c’è la previsione di 5 aree di inquadramento, comprensiva dell’area delle elevate professionalità prevista dalla recente legge, invece delle attuali 6 categorie. Ma anche una semplificazione delle progressioni orizzontali senza un tetto apicale delle attuali fasce retributive ed un nuovo sistema degli incarichi. Le risposte di Nursing Up, Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl, Fials e NurSind, che prima del prossimo incontro, fissato il 20 gennaio, approfondiranno la bozza dell’Aran. Il documento, infatti, è stato prospettato come “embrionale” e dunque da sviluppare ed implementare. Il segretario generale della Fsi-Usae, Bonazzi: Da questo contratto null’altro che un ulteriore muro per fermare gli infermieri.

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Nell’ambito della trattativa del rinnovo contratto Sanità al Nursing Up non piace (per usare un eufemismo) la nuova proposta dell’Aran, relativa alla ricostruzione dell’ordinamento, con un sistema di classificazione del personale del comparto che prevede un raggruppamento in tre differenti ruoli: personale infermieristico e delle professioni sanitarie; personale amministrativo; personale socio sanitario. Come spiega il Nursing Up attraverso una nota, i professionisti che appartengono allo stesso ruolo dovrebbero avere uno specifico percorso di carriera nell’ambito di un sistema di classificazione. Un sistema, quest’ultimo, costituito da 5 aree:

  1. area degli operatori ausiliari (A);
  2. area degli operatori (B);
  3. area degli assistenti (C);
  4. area dei professionista della salute e dei funzionari (D);
  5. area del personale di elevata qualificazione (E)
  • nelle quali sarà praticamente collocato il personale che transiterà dalle attuali categorie verso i rispettivi ruoli. Tali aree in dovrebbero descrivere livelli omogenei di competenze professionali indispensabili per svolgere le differenti attività lavorative afferenti agli operatori che vi sono collocati.

Per quanto concerne gli infermieri e le altre professioni sanitarie, viene operato un rinvio specifico alle norme regolamentari di specifica competenza ed alla Legge n. 42 del 26 febbraio 1999 (Disposizioni in materia di professioni sanitarie). Gli infermieri e le altre professioni sanitarie dovrebbero quindi essere collocati, nell’ambito dello specifico “ruolo sanitario del personale infermieristico e delle altre professioni sanitarie” – area dei professionisti della salute e dei funzionari – al di sopra della quale si trova solamente l’area del personale di elevata qualificazione. E ancora, secondo la nuova bozza, al personale dei ruoli sopra indicati (escluso quello di elevata qualificazione) il possesso di specifiche caratteristiche ha riflessi sul trattamento economico, e di conseguenza sull’attribuzione di istituti contrattuali. Per gli infermieri (ma anche per i colleghi delle altre professioni sanitarie), illustra ancora il Nursing Up, questo tipo di trattamento economico dovrebbe prevedere:

  • indennità di presenza
  • indennità infermieristica e di tutela del malato
  • indennità specifiche
  • eventuale incarico
  • eventuali differenziali
  • tabellare

Una premessa doverosa, questa, da parte del Nursing Up, che quindi segnala quanto non condivide della proposta formulata dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni presieduta da Antonio Naddeo. Contestiamo il sistema ipotizzato in bozza, che parla di possibile avanzamento tra aree – si legge nella nota diffusa dal sindacato – poiché tale sistema, se da un lato consentirebbe il passaggio all’area superiore dei dipendenti provenienti dalle aree A, B e C, dall’altro creerebbe un trattamento non paritario, vessando gli infermieri ed il personale del ruolo sanitario, che si trovano già collocati in area D, ai quali sarebbe impedito di evolvere verso un’area superiore, dal momento che sopra l’area D esiste solo la cosiddetta “area elevata qualificazione”, il cui accesso viene normato a parte, e potenzialmente riguarda il personale di tutti i ruoli.

Quali potrebbero essere, dunque, le conseguenze? Nella visione del Nursing Up è presto detto: Temiamo che, con questa ipotesi, gli infermieri saranno collocati in un’area dalla quale non sarà possibile avanzare se non – ma questo pare solo in casi residuali e selezionati – verso l’area elevata qualificazione, mentre il personale delle altre aree potrebbe tranquillamente avanzare di carriera da un’area inferiore ad una superiore. Ragione per cui è necessario individuare, nello specifico ruolo infermieristico e delle altre professioni sanitarie, un meccanismo che garantisca agli infermieri ed alle altre professioni che vi fanno capo, la medesima dinamica di accesso ed evoluzione di carriera prevista per le altre aree.

Capitolo a parte merita il riconoscimento dell’anzianità di servizio. Occorre individuare un meccanismo che la valorizzi mediante l’attribuzione di uno specifico differenziale economico man mano che tutti i dipendenti interessati vanno avanti con gli anni di servizio, illustra il Nursing Up, puntualizzando che la bozza prevede qualcosa del genere, ma limita i passaggi alla disponibilità di risorse delle aziende, e pertanto ad un certo numero di dipendenti, a selezioni preventive del personale. Insomma, seppur la bozza dell’Aran prevede un intero articolo focalizzato sull’indennità di specificità infermieristica, la valorizzazione ed il riconoscimento “contrattuale” delle competenze infermieristiche devono ancora di fatto arrivare. Oltremodo il Nursing Up vuole evitare che qualcuno possa metterla in questione facendola figurare come una epocale concessione, prendendosi magari i meriti di avercela concessa. Infine non mancano le perplessità in rapporto al sistema degli incarichi, delle esclusioni del personale part-time, della previsione di indennità che riassorbono il lavoro straordinario (stiamo approfondendo il documento dell’Aran, e la materia si presenta alquanto complessa, chiosa il Nursing Up).

In sintesi, dunque, la proposta illustrata dall’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni nel corso dell’incontro di ieri per il rinnovo del Ccnl del comparto sanità verte sul già citato (e sviscerato) sistema di classificazione professionale, ma anche sulle progressioni economiche all’interno delle aree, con l’attribuzione attraverso procedura selettiva – ad eccezione del personale inquadrato nell’area del personale di elevata qualificazione – di differenziali economici di professionalità da intendersi come incrementi stabili, con priorità di progressione per il personale che abbia maturato o 10 anni di esperienza professionale senza aver mai conseguito progressioni economiche oppure 25 anni di esperienza professionale e che abbia conseguito fino a due progressioni economiche. Terzo punto concerne il sistema degli incarichi, articolati in tre tipologie (di posizione; di funzione organizzativa; di funzione professionale) nonché graduati in base alla complessità (base; media; elevata).

Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl – attraverso una nota congiunta – rendono noto che si riservano un’ulteriore approfondita analisi sul testo, considerata l’importanza degli argomenti, rilevando che alcuni aspetti declinati si avvicinano positivamente a quanto richiesto nella piattaforma unitaria (quali la graduazione degli incarichi con allargamento al personale di tutti i ruoli ed aree). Ciò nonostante, le tre sigle sindacali rimarcano alcuni aspetti sui quali il loro giudizio è fermamente negativo. In particolare – si legge nel comunicato condiviso – non riteniamo accettabile la previsione del requisito vincolante della Laurea Magistrale o specialistica per l’accesso all’area del personale di elevata qualificazione e agli incarichi di funzione organizzativa perché, oltre ad essere in contrasto con la normativa vigente – in relazione ai professionisti sanitari – (che prevede tali lauree esclusivamente per l’accesso alla dirigenza delle professioni sanitarie ai sensi dell’art. 6 della Legge n. 43 del 1 febbraio 2006, Istituzione della funzione di coordinamento) impedirebbe, di fatto, quei percorsi di valorizzazione e riconoscimento della professionalità del personale a partire da quello infermieristico e sanitario.

Così, Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl evidenziano che nel testo proposto è assente qualsiasi riferimento alle funzioni di coordinamento e al titolo necessario per potervi accedere (master di coordinamento) e, tantomeno, è riportata la figura dello specialista e i relativi master di accesso, il tutto egualmente previsto dalla legge sopracitata. Nella nota viene inoltre ribadito che all’interno del contratto – rispetto all’indennità infermieristica, a quella prevista per le altre professioni sanitarie per la tutela del malato, e a quella riguardante il personale che opera nei servizi di emergenza/urgenza – le relative risorse stabilite dalla legge gravano sui bilanci aziendali. Inoltre, per assicurare una piena valorizzazione del personale attualmente in servizio, le sigle sindacali hanno chiesto che, in fase di primo inquadramento ai sensi dell’art. 3 (Misure per la valorizzazione del personale e per il riconoscimento del merito) del Dl n. 80 del 9 giugno 2021 – Misure urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle pubbliche amministrazioni funzionale all’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza e per l’efficienza della giustizia – per tutti i profili potenzialmente interessati, sia tecnici sia amministrativi, nonché socio sanitari, i nuovi inquadramenti nelle aree possano avvenire con priorità considerati i requisiti di esperienza e professionalità maturate negli ultimi cinque anni, anche in deroga dunque al possesso dei titoli di studio richiesti per l’accesso all’area dall’esterno. Ricordando che per tutti i professionisti sanitari tale norma non è necessaria in quanto per tutti è sufficiente (e vincolante) il possesso della Laurea Triennale. In chiusura, Fp Cgil Cisl Fp Uil Fpl comunicano che resta da aprire ancora il confronto sul sistema indennitario – strettamente correlato anche al sistema della riclassificazione – nell’ambito del quale dovremo giungere ad una diversa disciplina che ne aggiorni sia i contenuti che i relativi valori economici.

Sulla principale proposta formulata dall’Aran – ovvero la previsione di 5 aree di inquadramento, comprensiva dell’area delle elevate professionalità prevista dalla recente legge, invece delle attuali 6 categorie, una semplificazione delle progressioni orizzontali senza un tetto apicale delle attuali fasce retributive ed il nuovo sistema degli incarichi – si è espressa la Fials: Le nostre prime valutazioni, che abbiamo rappresentato all’Aran, sono state di apprezzamento dell’idea di progressioni economiche all’interno delle aree, di progressioni verticali fra le aree con procedure interne, riservando il 50% dei posti, ed il sistema degli incarichi definito con modalità differenti rispetto all’attuale. In parallelo, però, Fials esprime le proprie perplessità sulla proposta avanzata, rilevando alcune criticità con particolare rimando alla mancata conoscenza delle ulteriori risorse economiche previste dalla recente Legge di Bilancio, sia per lo sviluppo dell’ordinamento professionale (e quindi progressione di carriera), sia per l’incremento dei fondi contrattuali per le progressioni orizzontali, gli stessi incarichi previsti anche per le altre aree e con una differente graduazione ed impostazione, che per l’aumento delle retribuzioni accessorie/indennità.

Partendo dall’idea razionale che il nuovo ordinamento professionale non possa essere disgiunto dall’organizzazione del lavoro e da un modello di funzionamento delle Aziende sanitarie – riporta il comunicato diramato dalla Federazione italiana autonoma lavoratori sanità – abbiamo rappresentato all’Aran la necessità di un nuovo ordinamento che tenga conto, oltre a quanto sopraindicato, anche dell’evoluzione presente e futura del “modo” di lavorare, ribadendo la nostra convinzione della necessità di sopprimere l’area degli operatori ausiliari nella quale, stante la proposta Aran, confluirebbero sia gli ausiliari e commessi che gli operatori tecnici e i coadiutori amministrativi. Quindi Fials ha rappresentato l’opportunità di trovare un equilibrio tra le risorse previste dalle norme legislative e il rinnovo contrattuale al fine di costruire un contratto importante, innovativo, in grado di rispondere alle aspirazioni di miglioramento retributivo stipendiale e sbocchi di carriera del personale in servizio e di quello che in futuro entrerà nella sanità, riconoscendo che la bozza dell’Aran non prevede importanti novità positive per gli Oss, come l’istituzione del profilo degli autisti soccorritori.

Positivo, secondo Fials, è l’abbattimento del muro su cui impattavano gli apicali all’interno dell’ultima attuale categoria con l’introduzione dell’area delle elevate professionalità, volta a valorizzare sviluppi di carriera, competenze e professionalità. La stessa Federazione ha poi auspicato modifiche contrattuali in grado di modificare l’attuale approccio alla valutazione della performance che ad oggi, in quasi tutte le Aziende, ha creato criticità, anche per quanto attiene le progressioni di carriera/fasce. Nell’ambito della stessa disciplina delle nuove progressioni economiche orizzontali, la Federazione ha quindi espresso disponibilità a superare la centralità della valutazione della performance quale elemento principale per l’accesso alla progressione, contemplando anche altri criteri da definire in contrattazione integrativa, rimarcando – altresì – l’importanza di risolvere, puntando su risorse aggiuntive, il problema della consistenza dei differenti fondi risorse decentrate di ogni Azienda sanitaria, proponendo la costituzione di un fondo esclusivo per gli incarichi di funzione staccato totalmente da quello delle indennità per consentire al nuovo sistema di progressioni di realizzarsi.

E ancora, in merito al nuovo sistema degli incarichi, Fials ha puntualizzato che escludere i part-time è assolutamente discriminatorio per le donne che sono tra le prime ad usufruirne per poter assistere familiare o prendersi cura dei propri figli (tra l’altro, per il sistema degli incarichi di posizione come di funzione organizzativa, la Federazione ritiene fortemente ingiusto richiedere la laurea magistrale come richiesto per le funzioni dirigenziali). In previsione del prossimo incontro tra le parti – fissato il 20 gennaio – Fials rileva un’ultima criticità: l’attribuzione degli incarichi professionali, che stante la proposta Aran, possono essere concessi solo dopo 15 anni di servizio. Il commento è chiaro: Si tratta di una posizione che non può trovarci assolutamente d’accordo perché necessita pervenire ad un sistema di allineamento giuridico e normativo con la dirigenza sanitaria e la dirigenza professionale, tecnica e amministrativa dove gli incarichi professionali sono attribuiti solo dopo il periodo di prova e non certamente dopo 15 anni di carriera o esperienza professionale.

In merito al confronto tra i sindacati e l’Aran per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro nell’ambito della sanità pubblica, si è espresso il segretario nazionale del NurSind, Andrea Bottega: La bozza giunta al tavolo delle trattative è complessa e come tale andrà analizzata con attenzione perché riscrive in modo completamente nuovo l’ordinamento delle professioni e il sistema degli incarichi da pochi anni istituito e ancora in molte realtà non applicato NurSind ha avuto modo di rimarcare come alcune norme presenti nella bozza attuale necessitino di essere riviste, al pari di alcuni aspetti sulle progressioni economiche e – non in ultimo – dell’articolo riguardante l’indennità di specificità. Procediamo con ordine.

Come riporta la nota diramata, la scrittura della norma sembra spalmare i 335 milioni di euro riservati agli infermieri e previsti dalla legge di bilancio 2021, a tutte le professioni sanitarie, per le quali erano stati stanziati invece separatamente 100 milioni di euro da dividere con gli Oss. Chiediamo che venga rispettato quanto previsto dalla legge, e che agli infermieri venga erogata l’indennità di specificità infermieristica così come deciso anzi tempo, senza uniformarla agli altri professionisti sanitari. Relativamente al nuovo sistema di incarichi, il NurSind – che per il 28 gennaio ha proclamato lo sciopero nazionale del settore sanità – fa notare come scompaiono dal testo il professionista sanitario esperto e specialista e la divisione tra professionisti sanitari e personale tecnico amministrativo. E che ai part-time sarà precluso l’accesso a tutti gli incarichi. E ancora, mentre gli incarichi di posizione riguarderanno solo le elevate professionalità, per gli altri sono previsti incarichi di funzione organizzativa e professionale. Anche per gli operatori socio sanitari sono previsti incarichi professionali legati alla funzione di tutoraggio.

In merito ai termini della proposta che Cgil, Cisl, Uil, Nursing Up, Fials e NurSind stanno trattando in Aran per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, il commento del segretario generale della Fsi-Usae, Adamo Bonazzi, è laconico. Dettagliando sulla proposta base – che allo stato attuale, come già espresso nel dettaglio – prevede un sistema di classificazione professionale con il superamento delle attuali categorie con la creazione di 5 aree, Bonazzi dichiara: Prendiamo le distanze e bocciamo un contratto in cui non c'è nient’altro che un nuovo muro per frenare l’avanzata degli infermieri e delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione e un tetto per schiacciarle verso il basso. Quindi il segretario generale della Federazione sindacati indipendenti puntualizza: Ci siamo sempre espressi con chiarezza sulla questione, rivendicando aumenti che portino la base stipendiale di queste professioni ad almeno duemila euro netti mensili, con l’intenzione che l’indennità di funzione e di specializzazione siano aggiuntive. Chiediamo l’inquadramento nella dirigenza e la libera professione senza vincoli.

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