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Imperia: maltrattamenti in Rsa, 41 indagati

di Redazione Roma

Inchiesta della Guardia di Finanza su presunti maltrattamenti segnalati dai parenti degli anziani ospiti in una Rsa dell’Imperiese. Dalle indagini delle Fiamme gialle sono emerse abituali vessazioni e umiliazioni (violenze fisiche, minacce, insulti) perpetrate da numerosi operatori. E ancora, che un euro e cinquanta centesimi dovevano bastare per fornire ai degenti colazione, pranzo, merenda e cena. Quarantuno i dipendenti finiti nel registro degli indagati.

Maltrattamenti e umiliazioni in Rsa: 41 indagati

41 indagati per maltrattamenti agli anziani in una Rsa di Taggia

Il mio auspicio è che venga fatta subito chiarezza sull’accaduto. Seguiremo il corso delle indagini in stretta collaborazione con Alisa e con la Asl 1 Imperiese per analizzare gli accadimenti e verificare l’eventuale veridicità delle accuse. È quanto ha espresso il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, in merito allo sviluppo dell’indagine – coordinata dalla procura di Imperia, ha preso il via nel luglio scorso anche mediante intercettazioni ambientali – per chiarire una serie di presunti maltrattamenti degli anziani nella Rsa indicati dai parenti degli ospiti. A questo proposito, un blitz della Guardia di finanza è stato effettuato all’interno di una Rsa di Taggia, nell’Imperiese, gestita da una cooperativa genovese, con il comando provinciale delle Fiamme gialle che ha chiesto il supporto di personale medico per il controllo degli anziani degenti della struttura nonché per approfondire taluni aspetti sanitari legati all’indagine.

I militari hanno acquisito una corposa documentazione e avviato i primi interrogatori: sono 41 i dipendenti indagati (in gran parte operatori socio sanitari) che hanno ricevuto l’avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta della Guardia di Finanza. Il numero delle presunte vittime, invece, non è conosciuto. Oltre alla struttura, gli operatori della Fiamme gialle hanno perquisito – su disposizione del pubblico ministero Salvatore Salemi – la struttura ma anche la sede della cooperativa nel capoluogo ligure e, in alcuni casi, le abitazioni delle persone coinvolte. La residenza sanitaria finita nel mirino della magistratura dispone di 80 posti letto, dei quali la metà convenzionati con la Asl 1 Imperiese: ragione per cui il degente paga soltanto una parte della spesa di soggiorno.

Dalle indagini emerge che il budget giornaliero per ciascun ospite della struttura è di un euro e cinquanta centesimi. Un importo che, a quanto sembra, sarebbe dovuto essere sufficiente per fornire agli anziani maltrattati la colazione, il pranzo, la merenda e la cena. Da qui, gli inquirenti ritengono che l’insufficienza della spesa alimentare determini inesorabilmente la disponibilità nella struttura di una quantità insufficiente di cibo e incide inevitabilmente sulla qualità del medesimo somministrato ai degenti. Ma c’è dell’altro. In seguito alle intercettazioni audio-video sono emersi anche episodi in cui gli addetti gettavano parzialmente (oppure totalmente) all’interno del wc o dei lavandini, la già scarsa quantità di cibo.

Le indagini della Guardia di finanza hanno permesso di appurare abituali vessazioni e umiliazioni (violenze fisiche, minacce, insulti) perpetrate da numerosi operatori. Scrivono ancora gli inquirenti: La dirigenza continua a speculare a scapito del benessere dei degenti, anche denutrendoli, ponendo il profitto economico e il mantenimento dell'operatività della struttura, quali obiettivi da perseguire a ogni costo. E che delle vessazioni erano al corrente sia il presidente dell’Rsa che il capo area della cooperativa sociale che, anziché proseguire per le vie legali contro i responsabili, adottavano nella maggior parte dei casi soltanto blandi provvedimenti disciplinari, evidentemente per poter mantenere operativa la Rsa e proseguire la propria attività.

Giornalista
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