Nurse24.it
compra il libro su Amazon

operatori Socio Sanitari

Oss accusata di furto, ridotto l'orario di lavoro

di Paola Botte

Accusata di avere rubato 10 euro dalla cassa riservata ai degenti e per questo ha avuto una riduzione delle ore di lavoro. È ciò che sta accadendo a F.M., oss di 39 anni, in servizio in una struttura psichiatrica del milanese.

Spariscono 10 euro dalla cassa dei degenti, oss a orario ridotto

10 euro

L'oss è stata accusata di aver sottratto 10 euro dalla cassa dei degenti

La donna, che lavora da oltre 18 mesi all'interno della comunità, con un regolare contratto part-time di 25 ore a tempo indeterminato, dice di essere stata vittima di un dispetto da parte di un collega e adesso rischia il licenziamento.

I sindacati a cui si è rivolta la donna hanno dichiarato guerra ai datori di lavoro, che inizialmente non hanno risposto alle loro lettere di chiarimenti. Ma lo hanno fatto soltanto in un secondo momento dopo l'intervento di un legale.

Ogni fine turno, che sia mattino, pomeriggio o sera, gli oss in servizio nella struttura - racconta F. - hanno il compito di contare i soldi in cassa. Visto che i degenti sono detenuti psichiatrici non hanno la possibilità di amministrare il denaro, così lo facciamo noi per loro. Circa un mese fa, alla fine del turno di mattina la mia collega ed io abbiamo contato i soldi in cassa e risultavano esatti. Visto che i colleghi del pomeriggio erano in ritardo e il mio treno per tornare a casa, a Torino, sarebbe partito a breve, ho deciso di non trattenermi oltre l'orario di lavoro per dare consegne e contare nuovamente i soldi, ma di correre via.

Intorno alle 18, F. riceve una telefonata dal collega del pomeriggio che la informa che dalla cassa mancavano 10 euro e che lo avrebbe scritto nel libro delle consegne.

Il giorno dopo F. trova la nota scritta dal collega e, insieme alla collega in turno, trova in un faldone di documenti i 10 euro mancanti.

A quel punto anche la mia collega si è rivoltata contro di me dicendo che li avevo messi io per salvarmi - continua - anche se lei sapeva benissimo che non era così. Ha inviato una foto a prova di ciò che aveva visto sia agli altri colleghi che al coordinatore.

Da parte della direzione nessun richiamo, nessuna telefonata, nessun commento. Soltanto un piano ore diverso dal solito.

Dopo avere osservato il tabellone della turnistica, G. si accorge infatti che fino a marzo, le avevano ridotto le ore di lavoro. Piuttosto che 25 a settimana, soltanto 12 ore. Per F. che viaggia tutti i giorni da Torino a una cittadina vicino Milano e che vive soltanto di quello stipendio di circa 1.000 euro al mese, vedere quel cambiamento, è stato un duro colpo.

È stata una vera doccia fredda - racconta sgomenta -. Non me l'aspettavo, soprattutto perché nessuno mi aveva contattata per chiedermi spiegazioni. In meno di un mese ho visto diminuire il mio stipendio a nemmeno 400 euro.

A quel punto, F. decide di chiedere l'intervento del sindacato che dopo avere fatto delle verifiche invia una lettera di richiamo alla struttura.

Anche il sindacato ha fatto fatica ad avere delle risposte - spiega F. -. Soltanto la lettera scritta dal legale ha avuto un riscontro, purtroppo negativo. Il responsabile della struttura si è inventato di avermi ridotto le ore di lavoro per venirmi incontro, visto che sono una pendolare. Io so che non è vero e anche il sindacato mi dà ragione.

Per G. adesso sarà un vero problema continuare a lavorare all'interno di quella realtà. Con una causa in corso contro il datore di lavoro e uno stipendio così basso si chiede quale sarà il suo futuro. Ho ricominciato a portare curriculum in giro, a Torino. Non sarà facile - dice amareggiata - trovare un altro posto di lavoro, soprattutto a tempo indeterminato. È ingiusto che debba pagare per una cosa che non ho fatto, per questo motivo ho deciso di denunciare i colleghi per calunnia.

Commento (0)