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Operatore Socio Sanitario

Osss e assistenza infermieristica, Migep: Incertezza formativa

di Paola Botte

Operatrice socio sanitaria complementare offre “assistenza infermieristica”. Per Angelo Minghetti, del coordinamento Migep, l’abuso di professione che viene denunciato è determinato non tanto da un concetto scritto in modo errato su un volantino, ma dal fatto che non essendo l’Oss-s una figura riconosciuta a livello contrattuale non può in nessun modo esercitare pur essendoci l’accordo stato regioni del 2003 che istituisce questa formazione. La responsabilità maggiore – continua in riferimento all’utilizzo di “assistenza infermieristica” da parte della Osss in questione – è da attribuire al sistema formativo.

Osss che offre assistenza infermieristica: Le considerazioni del Migep

Angelo Minghetti

La vicenda dell'Operatrice socio sanitaria complementare che prestava impropriamente assistenza infermieristica nel napoletano e denunciata dal video Quando l’Osss fa l’infemiere sul campo di Nurse24.it ha fatto molto discutere.

Dopo le risposte giunte dalla Federazione Nazionale dei Collegi Ipasvi e di Ciro Carbone, presidente del Collegio provinciale di Napoli alle quali è seguita la denuncia ai Nas per l’Osss, arrivano anche le considerazioni del Migep.

In qualità di associazione di categoria rappresentativa per gli Operatori socio sanitari, crediamo - dice Angelo Minghetti del coordinamento - che nell'operatrice ci sia in parte un senso di correttezza e confusione, perché al telefono ribadisce che non è "una sua etica" fare iniezioni in assenza di sorveglianza "medica" e che al domicilio fa tutto al di fuori delle siringhe. Mentre riteniamo che indicare "assistenza infermieristica" sia in parte scorretto.

L'errore infatti da parte dell'Operatrice è sicuramente quello di attribuirsi una titolazione di Assistenza Infermieristica di cui non può possederne la totalità dei requisiti, anche se le funzioni dell’infermiere generico in parte la prevedono.

La responsabilità maggiore di tale mancanza di professionalità e chiarezza, secondo il Migep, sarebbe da attribuire al sistema formativo

È colpa dei docenti che non hanno saputo valutare le attitudinali del corsista e portare a conoscenza le definizioni di assistenza infermieristica e assistenza socio sanitaria. – Continua - Estendendo il discorso, oggi in confronto alle figure europee pari all’Oss, quello italiano è l'Operatore che svolge meno ore di formazione, i requisiti di accesso ai corsi sono pressoché inesistenti, infatti tutti possono farlo e inoltre vengono affidati ad enti privati che dietro pagamento cospicuo, ingenerano quello che definiamo diplomificio.

Forti le critiche anche nei confronti della nascita stessa dell'Oss complementare che viene definito da Minghetti uno dei pasticci all'italiana, creata per sopperire la mancanza dell’infermiere generico che tutt'oggi esiste e che alla fine si è rivelata essere solo un'impresa fallimentare, mai attuata e legalizzata come "figura", né contrattualmente né a livello regionale, né mai inserita nelle U.O o nei piani di lavoro.

Per quanto riguarda poi l'area di interesse operativa e sulle competenze sottolinea:

L'Oss è alle porte dell'area socio sanitaria, area funzionale che speriamo lo porterà a rivedere competenze e formazione. Allo stato attuale l'Oss è solo un tuttofare, sempre in bilico tra il "può e non può" che getta solo incertezze, troppa discrezionalità sulle competenze che sono poco chiare, e non sa in quale "campo" presti la sua opera. Non sa se si trova nell'assistenza di base, nell'assistenza infermieristica, di supporto, sociale. Il tutto restando in Area Tecnica, ossia al di fuori di qualsiasi inquadramento tra le figure del sanitario, che, in fondo, non l'hanno mai riconosciuto.

L’abuso di professione che viene denunciato, dunque, è determinato, per il Migep, non tanto da un concetto scritto in modo errato su un volantino, ma dal fatto che non essendo l’Oss-s una figura riconosciuta a livello contrattuale non può in nessun modo esercitare pur essendoci l’accordo stato regioni del 2003 che istituisce questa formazione. Le regioni lo sanno, gli enti formativi pure e la politica non permette le risoluzioni. Prima di accanirsi su questa persona crediamo che i vertici debbano assumersi le proprie responsabilità e discutere su come modificare un sistema formativo e assistenziale ormai allo sbando.

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