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il Punto | Generici ed Oss contro gli Infermieri

di Carlo Leardi

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MATERA: Chiunque può dire la sua sulla professione infermieristica (o almeno crede di poterlo fare), sull'aumento delle competenze degli infermieri, sui suoi vertici istituzionali, addirittura sulle origini della professione, e soprattutto sono altre figure operanti nel settore della sanità ad avere il potere di veto (o meglio a credere di averlo) sul divenire degli infermieri italiani. 

Quando si pensava di averle sentite tutte, ecco  che arriva la sorpresa: dopo l'Intersindacale, adesso è il Migep a chiedere alle istituzioni di tornare a parlare di competenze infermieristiche, ed ovviamente lo fa sperando di bloccare il progetto di nuove competenze della nostra professione.


Già pochi giorni fa, l'Intersindacale, preda di un senso di onnipotenza che, almeno nel loro immaginario, gli consentirebbe di scegliere cosa sia giusto e cosa non lo sia per un infermiere, aveva provato a dire la sua provocando una risposta da parte della Presidente della FN Ipasvi Annalisa Silvestro; ora, udite udite, anche Oss e gli Infermieri generici (almeno quelli rappresentati dal MIGEP), sono convinti di poter pontificare in merito alla professione infermieristica.

 

Abbiamo ahimè più volte sentito altri professionisti, rimasti ancorati ad una visione medicocentrica della sanità, dire la loro sulla nostra professione, ma sentire appartenenti a categorie ausiliarie dare lezioni ad un dottore in Infermieristica riguardo la propria professione, bhe, questo davvero rasenta il ridicolo. 

 

Il Migep, contrariamente alla definizione che la stessa sigla si è data, riunisce al proprio interno infermieri generici, Oss, Puericultrici, infermieri psichiatrici (e non psichiatri, come erroneamente riportato in altre testate giornalistiche), quindi figure che non rientrano assolutamente nelle professioni sanitarie. L'associazione farebbe bene a rivedere in primis la propria denominazione, poichè si presenta come associazione delle professioni sanitarie e tecniche, ma non è molto chiaro quali siano le professioni sanitarie presenti all'interno del Migep, o forse la stessa associazione non conosce la definizione di professione sanitaria. 


La suddetta associazione chiede alle istituzioni di bloccare le nuove competenze delle Infermieri poichè a risentirne sarebbe l'assistenza al paziente, dato che non ci sarebbero più infermieri, ma "semi/para medici".
"Si sta perdendo di vista la missione dell'infermiere", dichiara il Migep nel proprio comunicato, ma gradiremmo far conoscere a codesti signori che la

title="La voce degli infermieri">nostra è una professione, non una missione, e che se essi stessi si sentono missionari, come già detto in altre occasioni, rinunciassero ai propri stipendi e cominciassero a lavorare gratuitamente, come i veri missionari fanno.


"Il cittadino non ha bisogno di un infermiere tuttologo, di un infermiere politico, di un infermiere onniscente", prosegue ancora il Migep all'interno del proprio comunicato, senza tener conto che qui i tuttologi sono ben altri, ad esempio chi chi firma il comunicato.

 

Val bene la pena ricordare che le figure associatesi nel Migep, sono (ad esclusione degli Oss) cosiddette figure "ad esaurimento", la cui scomparsa dal sistema sanitario è già prevista dalla legge, e che tali figure sono assoggettate ad un mansionario, di conseguenza appartengono a quelle che vengono definite "arti ausiliarie".

 

Come mai il Migep non interviene quando alcuni Oss, in alcune strutture private come case di riposo, RSA ecc... dove in molti casi  essi stessi distribuiscono la terapia o danno indicazioni sui farmaci, su presidi ecc...

 

Ci piacerebbe quindi conoscere quale sia l'ampio programma di farmacologia che i corsi per una figura ausiliaria prevedono, così da poter capire quale sia la formazione che permetterebbe a queste figure di dare indicazioni (o dovremmo dire ordini?) a dei professionisti soprattutto in situazioni in cui gli infermieri sono numericamente inferiori o neo assunti.

 

La maggior parte dei corsi per Oss, Ota, Osa ecc..., vede l'infermiere come figura preposta all'insegnamento, e risulta alquanto strano ora vedere figure formate dagli infermieri al fine di dar loro supporto cercare di recitare la parte degli esperti in infermieristica al punto di arrivare a citare impropriamente Florence Nightengale e di spiegare la sua visione dell'assistenza a chi dell'assistenza ha fatto la propria professione.

 

Quali sono quindi i fondamenti scientifici che una associazione di figure ausiliarie potrebbe portare per avvalorare le proprie tesi e soprattutto a che titolo una associazione partecipa ad un tavolo tecnico che discute le competenze avanzate di una professione con cui essi stessi non centrano nulla?

 

Basterebbe rispondere ad una di queste domande per evidenziare quanta incoerenza ci sia in tutta questa questione che di sicuro sortirà lo stesso effetto di un "fuoco di paglia".

 

Ricordiamo come l'evoluzione della professione infermieristica, sia un processo naturale e spontaneo volto a fornire alla collettività una figura professionale ancora più completa rispetto a quelle presenti in passato nel SSN.

 

Opporsi ad un processo evolutivo, equivale ad opporsi al progresso della scienza, con tutto ciò che ne deriva in termini di miglioramento della vita e delle condizioni di salute dei pazienti e della collettivià tutta.

 

Negare all'infermiere l'acquisizione di nuove competenze in linea con la formazione del professionista in questione, sarebbe come voler arginare un fiume in piena: ci si può riuscire nel breve periodo, ma prima o poi la natura si riprende da sola ciò che gli spetta, e la medesima cosa avverrà con l'infermieristica italiana, che piaccia o no a medici, oss, generici e a tutte quelle altre figure che erroneamente ed impropriamente si sentono minacciati e/o abbandonati.

 

Un plauso però va fatto, al Migep così come all'Intersindacale: a loro va il merito di essere riusciti in meno di una settimana, a compattare gli animi di una categoria che si credeva disgregata e che fortunatamente si sta rivelando sempre più unita e sempre più decisa a far sentire il proprio reale peso all'interno del SSN.

 

Finalmente, alla luce di questi episodi, tutti gli infermieri italiani si sono stretti attorno alle posizioni prese dalla Federazione Ipasvi e sono decisi a non mollare neppure un millimetro arretrando su quelle che sono le loro posizioni.

 

Facciamo nostre le parole della dott.ssa Annalisa Silvestro, "Noi  continuiamo serenamente nel nostro percorso richiamandoci ad un detto dantesco‘Non ti curar di loro ma guarda e passa....’, aggiungendo che tutto ciò che riguarda la nostra professione, dalla formazione all'evoluzione della stessa, dovrà il prima possibile essere deciso e gestito dagli unici professionisti in grado di sindacare e porre il proprio veto su ciò che riguarda l'infermieristica italiana: gli infermieri.

Infermiere

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