Il futuro della professione: Infermiere "generalista", "con perfezionamento", "esperto" e "specialista". la sen. Silvestro sull'evoluzione delle competenze infermieristiche.
Se ne discuteva da tempo, differenziare e valutare le competenze infermieristiche è ormai un atto dovuto.
La FNC IPASVI ha pubblicato il modello sull'evoluzione delle competenze infermieristiche che disegna quattro profili di infermiere.
Con le nostre rubriche abbiamo monitorato l'evoluzione della professione cercando sempre interlocutori aperti e competenti insieme ad esperti del settore e agli Infermieri che quotidianamente garantiscono l'attività assistenziale. Avevamo già parlato di competenze infermieristiche con Silvestro in un'altra occasione in cui già si delineavano in maniera generale le prospettive future.
Competenze infermieristiche gli aspetti più importanti
Abbiamo ritenuto importante approfondire con la sen. Annalisa Silvestro, che coordina il gruppo di lavoro della FNC Ipasvi, gli aspetti più importanti sulle nuove competenze infermieristiche.
Lauree magistrali in Scienze Infermieristiche con orientamento clinico o formativo? Cosa prevede per il futuro?
In realtà attualmente non è previsto alcun orientamento nell'ambito della laurea magistrale in Scienze infermieristiche e ostetriche. C'è la possibilità, per ogni sede universitaria che attiva la "magistrale", di arricchire e ampliare i contenuti del corso utilizzando la propria autonomia didattica, ma senza poter attribuire alcun orientamento formale al titolo di dottore magistrale.
È la legge 43/2006 che fa pensare a un titolo "magistrale" – spendibile omogeneamente su tutto il territorio nazionale – nell'ambito della gestione e dell'organizzazione. Il titolo di dottore magistrale è infatti requisito per poter partecipare ai concorsi per ricoprire la posizione di infermiere dirigente gestionale.
La proposta inserita nel Documento "evoluzione delle competenze infermieristiche" prevede, invece, che vi sia una differenziazione di contenuti nell'ambito del biennio magistrale inserendo, per l'appunto, due indirizzi: uno di tipo gestionale che prepari al governo e direzione dei processi organizzativi e delle risorse (espansione delle competenze); l'altro di tipo clinico assistenziale che prepari al governo dei processi assistenziali tipici di una fra le sei aree previste nell'articolato che il ministero della salute si è impegnato a portare in Conferenza Stato Regioni.
Sempre secondo il Documento della Federazione, il titolo di dottore magistrale con indirizzo clinico diventa requisito per ricoprire la posizione di infermiere dirigente specialista clinico.
In tale quadro, saranno le Università a decidere quale percorso magistrale attivare e se decidessero per il percorso a orientamento clinico assistenziale, dovranno anche definire in quale (una o più) delle sei aree.
Il Gruppo di lavoro della FNC che coordino è attualmente impegnato nella definizione dei contenuti da inserire negli ordinamenti didattici caratterizzanti ognuna delle diverse aree di specializzazione.
Molti giovani studenti non trovando lavoro continuano a studiare e specializzarsi ma è ovvio che c'è bisogno anche dell'infermiere generalista (competenze infermieristiche di primo livello), non possiamo demandare questa nostra specifica ad altre "figure" , quale sarà il futuro?
Questa domanda mi permette di spiegare meglio quanto indicato nella linea orizzontale dello schema che esemplifica i livelli formativi.
Nel documento si parla di Livelli formativi non gerarchici.
La tipologia formativa esplicita il tipo di competenza ulteriore che il professionista infermiere è in grado di mettere a disposizione degli assistiti dell'unità organizzativa (a sua volta inserita in una delle sei aree di specializzazione assistenziale) in cui è inserito; competenze che si integrano con quelle possedute dagli altri componenti dell'équipe assistenziale.
L'infermiere, l'infermiere con "perfezionamento", l'infermiere "esperto clinico" e "specialista clinico" non hanno fra loro legami gerarchici ma unicamente funzionali, ossia correlati alle competenze ulteriori che sono in grado di esprimere nell'ambito dei processi assistenziali che si svolgono nell'unità organizzativa e area di specializzazione in cui sono inseriti.
Le competenze "generalistiche" – che sono il cuore dell'assistenza infermieristica – non vengono abbandonate ma, nell'ambito del tempo lavoro di ognuno, svolte insieme a quelle ulteriormente acquisite. Dipenderà dalla tipologia e necessità degli assistiti definire "quanto" tempo lavoro dovrà essere dedicato alle une piuttosto che alle altre. In questa logica non c'è bisogno "di mettere altri elementi" al posto degli infermieri "nella clinica quotidiana".
Le altre figure inserite nelle équipe assistenziali – gli OSS ad esempio – continueranno a svolgere le loro specifiche funzioni oltre che le attività loro assegnate dagli infermieri così come previsto dal quadro giuridico e contrattuale.
Un'ultima riflessione. Nel Documento della FNC viene indicata quale è stata la definizione di competenza scelta dal gruppo di lavoro.
" ..... per competenza intendiamo una caratteristica intrinseca individuale, causalmente collegata a una performance efficace e/o superiore in una mansione o in una situazione e valutabile sulla base di un criterio stabilito”.
La competenza, dunque, non deriva solo da una somma di conoscenze, ma è il risultato prodotto dall’interazione di capacità, conoscenze ed esperienze .
Scarica il documento IPASVI sulle nuove competenze infermieristiche
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