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Patologia

Tumore alla mammella

di Marco Alaimo

Il tumore alla mammella è una malattia potenzialmente grave dovuta alla moltiplicazione incontrollata di alcune cellule della ghiandola mammaria che si trasformano in cellule maligne. L’esordio può essere asintomatico e i primi sintomi possono manifestarsi ad uno stadio già avanzato della neoplasia. L'unione fra trattamento medico e trattamento chirurgico spesso è efficace nel trattare la patologia e prevenirne le recidive.

Carcinoma al seno: cause e stadiazione

Il tumore alla mammella è la prima causa di morte nelle donne tra 35 e 44 anni, la neoplasia più frequente nelle donne sotto i 45 anni e l’incidenza aumenta con l’età.

I fattori di rischio si possono distinguere in:

  • modificabili: fumo, obesità, stile di vita, terapie ormonali, alcool
  • non modificabili: predisposizione genetica, sesso, età, etnia, iperplasia mammaria atipica ed elevata densità mammaria

A seconda della capacità di invadere tessuti diversi rispetto a quello da cui hanno avuto origine, possiamo distinguere neoplasie invasive e non invasive. Nella forma invasiva la massa si presenta prevalentemente nel quadrante supero-esterno e può metastatizzare al fegato, ossa, polmoni e linfonodi ascellari.

Morfologicamente riconosciamo il carcinoma duttale che rappresenta il 70-80% dei tumori al seno e il carcinoma lobulare che rappresenta il 10-15%.

Dal punto di vista evolutivo distinguiamo 5 stadi: 

Stadiazione del tumore alla mammella
Stadio 0 In questa categoria rientrano i carcinomi, lobulare e duttale, non invasivi (in situ); entrambi rappresentano un elevato fattore di rischio per le forme aggressive di tumore. La sopravvivenza a cinque anni è del 98%, sebbene siano possibili delle ricadute
Stadio I È la fase iniziale; sono classificati come stadio I i carcinomi con un diametro inferiore ai 2 centimetri e che non abbiano ancora coinvolto i linfonodi
Stadio II A È sempre un tumore nella fase iniziale. Rientrano in questa categoria i carcinomi più grandi di 2 centimetri (e fino a 5) che non abbiano ancora raggiunto i linfonodi ascellari, o quelli più piccoli in cui, però, vi è già stato il coinvolgimento dei linfonodi. Rientrano in questa categoria anche i tumori in cui le cellule maligne non sono nel seno, ma solo nei linfonodi ascellari
Stadio II B Il tumore misura tra i 2 e i 5 centimetri e si è già diffuso ai linfonodi, oppure è più grande di 5 centimetri, ma non ha ancora raggiunto i linfonodi
Stadio III A È un tumore con dimensioni variabili che ha raggiunto i linfonodi ascellari (spesso fusi tra loro) o coinvolto altri tessuti vicini al seno
Stadio III B Il tumore ha raggiunto la parete toracica, le costole o la cute
Stadio III C Il tumore ha raggiunto i linfonodi sotto la clavicola e prossimi al collo; potrebbe essersi diffuso anche a quelli all'interno del seno e sotto il braccio e nei tessuti vicini al seno.
Stadio IV È lo stadio avanzato in cui il carcinoma ha già creato metastasi in organi diversi dal seno

Esiste anche un altro sistema di classificazione, chiamato TNM:

  • T indica le dimensioni del tumore in una scala da 1 a 4 (T1-T4)
  • N indica se i linfonodi adiacenti al tumore presentano o meno cellule maligne (N0: non sono presenti; N1: sono presenti)
  • M indica la presenza o meno di metastasi (M0: non sono presenti metastasi; M1: sono presenti metastasi)

Sintomi, diagnosi e trattamento della neoplasia mammaria

Negli stadi inziali la patologia è asintomatica mentre, con il suo progredire, i principali sintomi iniziano a presentarsi: secrezioni siero ematiche e lattifere, pelle a buccia di arancia, dolore mammario, eritema diffuso, retrazione del capezzolo e noduli.

Nelle fasi terminali possono presentarsi anche dolori ossei e gonfiore dei linfonodi loco regionali.

Per quanto riguarda il trattamento, questo può essere effettuato sia da un punto di vista medico che chirurgico in base alle dimensioni del tumore, al coinvolgimento linfonodale, alla presenza di metastasi.

Il trattamento medico, effettuato con chemioterapia e radioterapia, può essere eseguito sia prima dell’intervento per ridurre le dimensioni del tumore (terapia neoadiuvante) che dopo l’intervento per evitare recidive (terapia adiuvante). Dopo l’intervento si può effettuare anche un’ormonoterapia con tamoxifene (azione antiestrogrenica).

Il trattamento chirurgico trova, invece, diversi tipi di interventi: mastectomia, quadrantectomia e tumorectomia. Spesso, all’intervento, si associa contemporaneamente la dissezione completa dei linfonodi ascellari (linfoadenectomia ascellare).

Al fine di evitare gli esiti invalidanti della linfoadenectomia ascellare (edema e parestesie dell’arto superiore omolaterale) si sta oggi sperimentando, nelle pazienti con neoplasia in fase iniziale, una tecnica chirurgica conservativa detta del "linfonodo sentinella": il chirurgo, dopo aver iniettato alcune ore prima dell’intervento dell’albumina marcata in corrispondenza della lesione mammaria, è in grado di identificare con una sonda il primo linfonodo di drenaggio (linfonodo sentinella) e di asportarlo in modo selettivo.

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