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Tecnici di radiologia medica, il modello formativo di Rimini

di Redazione

Interdisciplinarità, evoluzione sinergica delle competenze, esami in “real time”, internazionalità, autonomia e centralità del paziente. Sono le parole chiave che caratterizzano il corso di laurea in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia (TRMIR) del Campus di Rimini (Università di Bologna). Questo modello formativo – spiega Gioele Santucci, Direttore del Cdl e responsabile delle attività didattiche professionalizzanti e di tirocinio – permette di valutare competenze che con esami scritti non emergono e gli studenti si sentono estremamente soddisfatti nel momento in cui realizzano, già alla fine del primo anno, di essere in grado di svolgere un esame radiografico in totale autonomia. E lancia un allarme sul problema del fabbisogno di personale.

Diventare TSRM a Rimini: lezioni interattive ed esami su pazienti reali

Un approccio formativo che punta tantissimo sull'acquisizione di autonomia da parte dello studente. È uno dei capisaldi sui quali si fonda il Corso di laurea in Tecniche di Radiologia Medica per Immagini e Radioterapia del polo formativo di Rimini, l'unico corso italiano inserito in un circuito europeo per gli scambi studenti (Erasmus Radiography Group).

Questo livello di autonomia - spiega Gioele Santucci - si raggiunge grazie ad un processo che passa per un affiancamento costante in rapporto uno a uno tra studente e Tutor. È indispensabile che lo studente, lungo il percorso di tirocinio, sia costantemente valutato, seguito e supportato. Per questo facciamo anche delle valutazioni in itinere, che aiutano lo studente a mettersi nelle condizioni di rendersi pienamente consapevole e responsabile del proprio percorso.

Abbandonato l'apprendimento per sterili lezioni frontali, il Cdl TRMIR del campus di Rimini divide il percorso di studi tra lezioni totalmente interattive e apprendimento sul campo, con il periodo di tirocinio (450 ore al primo anno, 525 al secondo e 600 al terzo). Punto fondamentale di tutto l'assetto è il concetto di complementarietà tra le professioni che fa in modo che un'équipe lavori per la centralità del paziente.

Anche l’infermiere quando lavora in risonanza magnetica incomincia a prende dominio sulla tecnica, perché lavora insieme ad un tecnico di radiologia. Quindi non si limiterà solo all’assistenza infermieristica, ma ne saprà di mezzi di contrasto di risonanza, di bobine, di protocolli

L'apprendimento teorico, con l'alternarsi di contributi da parte di tutte le figure professionali che ruotano attorno al paziente (medici specialisti, infermieri, Tsrm, ecc.), viene consolidato secondo il metodo PBL (Problem based learning): quando lo studente ha focalizzato l’attenzione sulla parte clinica del paziente - continua Santucci - e sa come studiare, lo si fa ragionare su casi clinici reali.

Un modello formativo, insomma, che permette agli studenti di sentirsi estremamente soddisfatti nel momento in cui realizzano, già alla fine del primo anno, di essere in grado di svolgere un esame radiografico in totale autonomia. Una formazione che rende molto richiesti (e molto ben pagati) all'estero i laureati in TRMIR, mentre in Italia la situazione è paradossale - dice allarmato Santucci -. Attualmente ci sono circa mille laureati disoccupati tra i TSRM, ma a macchia di leopardo si registra una totale assenza di disponibilità di tecnici sui territori. Come in Emilia-Romagna, ad esempio, dove la carenza di tecnici è una criticità, ma i posti per accedere al Cdl sono stati ridotti (10 tra Bologna e Rimini).

In tre anni - chiosa Santucci - dai 1400 posti come fabbisogno formativo si è passati ai 740 di quest’anno, con una distribuzione dei posti che va a vantaggio del sud, quando il sud sono 10 anni che non fa concorsi per assumere. Un paradosso sul quale gli Ordini si stanno muovendo, ma c'è ancora molto da fare.

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