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COVID-19

Aifa: prudenza su uso clorochina e idrossiclorochina

di Redazione

Sono stati riportati recentemente casi di cardiotossicità, con particolare riguardo al prolungamento dell’intervallo QT, un effetto avverso noto per questa categoria di medicinali, osservati durante l’utilizzo nella terapia dei pazienti affetti da COVID-19 a livello mondiale. Per questo motivo l'Agenzia Italiana del Farmaco richiama l'attenzione degli operatori sanitari sull'uso appropriato di clorochina e idrossiclorochina.

Clorochina e idrossiclorochina in Covid-19, informazioni di sicurezza Aifa

Osservazioni cliniche preliminari suggeriscono che i farmaci clorochina e idrossiclorochina potrebbero offrire benefici nel trattamento di pazienti affetti da infezione da SARS-CoV2 e per questo il loro utilizzo in Italia (da intendersi unicamente per il trattamento e non per la profilassi di COVID-19) è stato autorizzato a totale carico del Servizio Sanitario Nazionale (determinazione Aifa 17 marzo 2020).

Si tratta di medicinali autorizzati fin dalla seconda metà del XX secolo come antimalarici, ma attualmente sono utilizzati principalmente nel trattamento di malattie autoimmuni come il lupus eritematosus o l’artrite reumatoide. Negli studi di laboratorio essi hanno dimostrato di possedere un’attività contro i coronavirus, incluso SARS-CoV-2 (il virus che causa COVID-19).

Tuttavia - fa notare l'Aifa - sono stati riportati recentemente casi di cardiotossicità, con particolare riguardo al prolungamento dell’intervallo QT, un effetto avverso noto per questa categoria di medicinali, osservati durante l’utilizzo nella terapia dei pazienti affetti da COVID-19 a livello mondiale.

Per questo motivo l'Agenzia Italiana del Farmaco ha pubblicato una nota informativa in cui sono riportate le informazioni di sicurezza e le principali interazione farmacologiche.

Prima della prescrizione si richiama l’attenzione ad una attenta valutazione del paziente, in particolare nei casi di disturbi della conduzione cardiaca, la carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (favismo) o la presenza di altre terapie concomitanti.

Principali controindicazioni di clorochina e idrossiclorochina

Clorochina Idrossiclorochina
Non deve essere somministrata nei pazienti affetti da retinopatia o da alterazioni del campo visivo, da patologie degli organi ematopoietici, da carenza di glucosio-6-fosfato deidrogenasi (favismo; sintomo: anemia emolitica), da miastenia grave,
in corso di gravidanza (eccetto che per la profilassi ed il trattamento della malaria) e durante l’allattamento.
Clorochina non deve essere impiegata nei pazienti con psoriasi, porfiria (anomalia metabolica), epilessia, gravi nefropatie ed epatopatie
Alterazioni retiniche e del campo visivo attribuibili a composti 4-aminochinolinici. In caso di maculopatie preesistenti.
Le formulazioni dosate a 200 mg sono controindicate in bambini di età inferiore a 6 anni o comunque con peso inferiore a 31 Kg.
Usare particolare cautela nei pazienti con insufficienza epatica o renale per i quali può essere necessario ridurre la dose, così come per coloro che assumono farmaci che agiscono su tali organi.
È necessario usare particolare cautela anche in pazienti con disturbi gastrointestinali, neurologici o ematologici; pazienti con ipersensibilità alla chinina; in caso di deficit della glucosio-6-fosfato deidrogenasi, di porfiria e di psoriasi

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