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COVID-19

Un altro giorno Covid di ordinaria follia – Parte II

di Monica Vaccaretti

Ciao Dudy, sta davvero ricominciando? Qui è un libera tutti. Da paura, un abbraccio forte, Ti penso. Ciao carissima. Purtroppo, dopo due mesi di pausa il mese scorso hanno riaperto pub e ristoranti. Ebbene sì, da tre settimane abbiamo ricominciato con i nuovi ricoveri Covid. Oggi la mia terapia intensiva è di nuovo piena. Non ne posso più. Io in CPAP tra i più giovani ho un ragazzo di 16 ed uno di 26.

Il mondo non lo salviamo da soli noi infermieri

"Il mondo non lo salviamo da soli noi infermieri"

Le Sunday news del 13 giugno sono fresche di buon mattino e di prima mano, da Londra. Ma non sono buone. Un collega che lavora nella capitale britannica da parecchi anni, dopo il Pronto soccorso di Vicenza, mi scrive al telefono testimoniando che quel che si legge tra le righe degli articoli di cronaca e quel che dice il primo ministro Johnson dal numero 10 di Dowing Street è maledettamente preoccupante. Chissà perché non mi sorprende. Del resto, basta osservare il comportamento delle persone e interpretare la storia che si ripete, per fare delle previsioni che non vogliono essere pessimistiche ma realistiche. A me piace la realtà nuda e cruda e guardarla in faccia.

Ho bisogno di respirare aria, fresca e libera, senza la ffp3. Ogni giorno aspetto con gioia il momento di toglierla in auto dopo il lavoro e in casa quando sto da sola. Ho bisogno di sentire l'aria del vento sulla pelle. Che sia chirurgica o filtrante indossiamo la mascherina da sedici mesi e per tante ore al giorno. Ce la mettiamo pure doppia, con l'aggiunta della chirurgica. Non si sa mai, visto che ogni tanto veniamo a sapere che nelle milioni di mascherine made in China sequestrate dalla Guardia di Finanza destinate ai sanitari italiani c'è anche qualche modello che usiamo anche noi da mesi. Continuiamo ad indossare questi dispositivi di protezione in condizioni pesanti e se riesco a farlo io pretendo che lo facciano bene e con rigore anche le altre persone, se le devono mettere soltanto per fare quattro passi fuori o andare al supermercato.

Se vogliamo essere proprio rigorosi e rispettosi della salute, per me se le possono mettere anche per correre in mezzo alla gente visto che non impediscono in alcun modo la ventilazione e correndo il dropplet aumenta notevolmente. Davvero non capisco l'insofferenza delle persone verso la mascherina. Eppure, il caldo lo sento tutto anche io. Rispetto a noi sanitari, la usano poco e la usano male con il naso fuori. E ancora si lamentano.

Io invece non sopporto più le loro mascherine di stoffa, non certificate, fatte a mano o dalla sarta, che non proteggono dal Covid-19 soprattutto con il contagio in giro. Davvero non le sopporto più, specialmente quelle glitterate e con le paillettes, se ad indossarle sono uomini e donne che si presentano per il tampone con sintomi tipici o se dichiarano di sapere già di essere positivi.

La vendita dovrebbe essere vietata, perché sono diventate pericolose per la salute pubblica. Invece te le vendono persino in farmacia a 12 euro mentre le ffp2 che hanno un potere filtrante al 92% le trovi ormai a pochi euro o a 0,33 centesimi se comprate online. È diventato un affare ed un accessorio di moda. Significa che la gente non ha una reale percezione del rischio, che non è stata fatta una comunicazione sanitaria efficace, che il guadagno economico anche nelle farmacie prevale sulla salute. Che la gente non capisce o capisce davvero gran poco. Se le persone pensano alla bellezza piuttosto che alla sicurezza siamo messi proprio bene.

"Non sopporto più la scempiaggine della gente"

A volte mi ritrovo a non sopportare più la gente. Non tutta. Quella che dimentica di lavarsi le mani agli ingressi dei negozi, ormai dovrebbe essere diventata un'abitudine consolidata! Quella che si assembra e non cambia strada se vede folla, anzi ci si struscia. Che siede ai tavolini nei plateatici allargati persino in strada e che tiene la mascherina abbassata se fa conversazione e non sta mangiando e bevendo. Non sopporto più la scempiaggine della gente. Mentre pensano a prenotare le vacanze estive e ad andare a cena fuori al ristorante anche con il freddo e la pioggerellina di primavera, è salito a 86 il numero degli infermieri italiani che hanno perso la vita a causa del Covid 19.

E ho perso il conto dei medici morti. Sono 1000 gli infermieri vicentini contagiati in un anno che sono ora a rischio di malattia professionale per gli esiti da Coronavirus. Nessuno racconta degli esiti a lungo termine dei guariti che sono dei sopravvissuti che girano in casa con la bombola di ossigeno e che fanno fatica a tirare bene il fiato sino a sera per le normali attività quotidiane.

E pochi sanno del Long Covid: ci sono positivi asintomatici o paucisintomatici che si negativizzano e che sviluppano magari polmoniti bilaterali a distanza di mesi dalla guarigione.

Non sopporto più la gente che minimizza di aver avuto il Covid sotto forma di un banale raffreddore e due linee di febbre. Che protesta. Che non si informa. Che fa disinformazione. Che non crede alle evidenze scientifiche e nega l'evidenza. Che pontifica e sentenzia sui social. Che mette la faccina che ride sui commenti agli articoli dei maggiori giornali online. Basta leggere le migliaia di commenti alle notizie per rendersi conto di come la pensa il popolo sul Covid. Mi arrabbio. Cerco di fare ragionare. Di educare. Di informare.

Ho perso amici. Mi ritrovo da sola. Voglio stare da sola. Non so se riuscirò ad affrontare gli assembramenti quando non saranno più vietati. Non credo di voler più dare strette di mano, ho imparato a salutare con le mani giunte come in preghiera posate sul cuore come si fa in India. Non so quando mi sentirò tranquilla senza mascherina sul viso se sono fuori casa, ho accettato che lasciare fuori solo gli occhi - come fanno le donne arabe per usanza e gli orientali per smog - ha un suo perché in questo drammatico momento. La gente, anche se è la mia gente, bisogna ad un certo punto lasciarla andare se non capisce.

Il mondo non lo salviamo da soli noi infermieri. Non lo salvo certamente io. Questo virus lo capisce davvero chi lo vive ogni giorno e chi lo vede bene anche soltanto una volta. Agli altri pare ancora incredibile. Inverosimile. Non vero. Da laboratorio. Da complotto. E questo purtroppo fa male. Mi rattrista vedere tante persone che si divertono inconsapevolmente come se tutto fosse finito del tutto. Che pensano soltanto al loro piccolo mondo.

Vado al supermercato verso la chiusura, alle ore 13. Ci vado di rado. Molti clienti non si igienizzano le mani, né in entrata né in uscita. Due signori mi stanno troppo vicino nelle corsie, tra la pasta e i sughi. Una signora non rispetta la distanza alla cassa, mi sta addosso. Le dico di allontanarsi, per cortesia. Non lo fa. Mi viene in mente quello che ha fatto la mia coordinatrice infastidita qualche giorno fa: Sono una infermiera Covid, vuole per favore starmi distante?! Si allontana di cinque passi. Caspita, funziona! Mentre pago e tutti mi stanno a distanza di sicurezza, un giovanotto entra con la mascherina al collo. Lo guardiamo. La commessa lo richiama all'ordine debolmente, tanto l'altoparlante continua a ricordare le misure anti Covid, che serve ripeterlo a voce? Non ascoltano più, mi dice scuotendo la testa stancamente. Eh, no santo cielo: ehi signore, la mascherina grazie. Se la rimette.

Esco alle due del pomeriggio per portare fuori il cane. Fa caldo. Ho la ffp2. Sono sovrappensiero, ho in mente Londra e Dudy che è stanco. È diventato coordinatore infermieristico, è davvero molto capace. Non vedo nemmeno la signora sui settant’anni che incrocio sul marciapiedi e che mi ferma. Soltanto in quel momento mi accorgo che ha il volto libero. Non la conosco nemmeno. Sbotta con un Io signora proprio non riesco a metterla la mascherina, fa troppo caldo!

Penso sorpresa che forse sono io a darle fastidio perché indosso una ffp2. Mi troverà esagerata, forse sono da rimproverare. Sì lo so signora che fa caldo, lo sento anche io ma come lei sono fuori a quest'ora con il cane ma la mascherina va indossata. Anche no signora, non c'è nessuno in giro. Beh no, veramente lei ha incontrato me e mi sta pure parlando molto vicino ed è senza mascherina. La signora fa un sorriso beffardo. Ma io sono vaccinata! Ed io signora sono una infermiera vaccinata e le ripeto che la mascherina va indossata anche all'aperto soprattutto se mi parla e anche se vaccinata.

Ma allora a cosa serve questo cavolo di vaccino se devo comunque rispettare tutto questo come chi non si vaccina?, si sta arrabbiando. Serve a non farci ammalare gravemente, così non finiamo in ospedale e non moriamo di Covid. L'occhio mi cade sulla sua mascherina al polso. È di stoffa con gli swarosky che brillano al sole. Signora, la mascherina deve essere minimo una chirurgica, quella che ha non protegge lei e non protegge gli altri. La signora si arrabbia proprio: Beh signora, ognuno è libero di pensarla come meglio crede e di fare quello che vuole. Certamente signora, faccia come crede, faccio un gesto con il braccio per accompagnare le mie parole stanche ma ferme. Attraversando la strada penso ma perché diamine le infermiere sono sempre signore? Se mi fossi qualificata come medico mi avrebbe chiamata dottoressa!

Tornando a casa mi imbatto in un volto amico, un'anima bella che la testa delle persone le capisce bene. Fa la psicologa ospedaliera. Mi dice che ha avuto il Covid lo scorso autunno, ma che lei la gente proprio non la frequenta. Non va al cinema né al ristorante, non mangia con nessuno, evita gli assembramenti. Si rilassa girando con il camper in posti poco frequentati, nei giorni di riposo. Mi dice che non siamo sociopatiche, semplicemente abbiamo visto il Covid e, per non prenderselo e riprenderselo, rispettiamo rigorosamente le norme. In fondo sono soltanto tre. Siamo sanitarie. E viviamo lo stesso, mica ci chiudiamo in casa, ma con le regole cucite addosso. Ok, se lo dice lei sono perfettamente in bolla. E torno a casa, mi aspetta il mio aperitivo nella mia ora felice.

Infermiere

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