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Le 48h in turno di infermieri e medici a Codogno

di Giuseppe Sasso

Sembrava un giorno come tutti gli altri. Un’infermiera e un infermiere della terapia intensiva prendevano servizio per svolgere il turno pomeridiano, inconsapevoli di ciò che li avrebbe attesi. Nuovo ingresso del giorno: giovane uomo affetto da sindrome respiratoria in insufficienza acuta per la quale si è resa necessaria l’intubazione delle vie aeree. Circa sei ore più tardi la notizia che nessuno avrebbe desiderato: i vari tamponi risultano positivi. COVID-19.

Il racconto dei professionisti 

I due infermieri, il coordinatore e i due medici, cosa hanno pensato e come si sono sentiti in quell’istante? Di fatto hanno saputo gestire lo shock e predisporre il piano d’azione per gestire l’urgenza sanitaria sovrapposta all’emergenza clinica.

D’acchito hanno predisposto il blocco dell’avvicendamento turnistico, consentendo solamente, l’indomani, il rientro dei colleghi che avevano svolto il turno del mattino, ad integrazione dell’organico. Veniva così disposta un’equipe infermieristica di 5 unità, numericamente sufficiente a garantire il turn over ad oltranza.

Il reparto veniva così tenuto in autoisolamento per un periodo totale per circa 48 ore

Facendosi valere a gran voce, il coordinatore otteneva il rifornimento delle necessarie scorte di DPI per garantire all’equipe l’adeguata difesa della propria salute nei giorni successivi.

Il contatto con i restanti colleghi si manteneva costante grazie ai social network: tramite il gruppo WhatsApp l’equipe isolata è in grado di mantenere una finestra sul mondo esterno ed esprimere ai colleghi le necessità emergenti. I bisogni contingenti, dal cibo agli articoli per la cura del corpo, sono prontamente garantiti dai colleghi non in servizio che forniscono il necessario, depositandolo accanto all’ingresso dell’unità operativa. E non solo, questi riescono anche ad assicurare ai compagni isolati un solidale sostegno morale, costantemente.

Al Caso 1 se ne aggiungono altri 2

Arrivano i rinforzi, le “truppe speciali” inviate dal centro specialistico Ospedale Sacco di Milano, che confermano, complimentandosi, la bontà delle procedure poste in essere e delle modalità di adozione. La soddisfazione è massima quando si ottiene la stabilizzazione dei quadri clinici.

Gli sforzi sono ripagati

E il sabato mattina i cinque infermieri decidono di cessare il servizio e recarsi presso il day service del presidio per iniziare, sfiniti, una nuova avventura. La quarantena.

Commenti (2)

Piombi_Patrizia

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2 commenti

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#2

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Deboraltobelli

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1 commenti

Avviso pubblico Lodi

#1

Volevo sapere cosa ne pensano i colleghi dell'avviso pubblico di Lodi. Sicuramente necessario.. Ero perplessa del "prezzo" Esposto di 30€ l'ora come uno specchietto per le allodole.. In riferimento sempre del fatto che ci siamo sempre.. Non solo in questo caso specifico. Grazie a tutti