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Farmaci antivirali nel paziente Covid-19

di Giacomo Sebastiano Canova

Sono stati recentemente pubblicati sul prestigioso New England Journal of Medicine i risultati di un trial di grandi dimensioni che ha valutato l’efficacia di quattro farmaci antivirali se somministrati nel paziente con Covid-19. Lo studio ha valutato gli effetti di remdesivir, idrossiclorochina, lopinavir e interferone beta-1a.

Metodi dello studio

I pazienti ricoverati con Covid-19 sono stati assegnati equamente e in modo casuale tra uno dei regimi farmacologici sperimentali che erano disponibili localmente o il controllo aperto.

L’analisi primaria ha esaminato la mortalità intraospedaliera nei quattro farmaci sperimentali e nel relativo controllo (farmaco disponibile, ma paziente assegnato alla stessa cura senza quel farmaco).

Sono stati successivamente calcolati i tassi di morte e sono stati stratificati in base all’età e alla ventilazione meccanica all’ingresso dello studio.

Outcome primario

Nessun farmaco sperimentale ha avuto alcun effetto definito sulla mortalità, né nel complesso (ciascuna P > 0,10) né in alcun sottogruppo definito in base all’età, allo stato di ventilazione all’ingresso, ad altre caratteristiche di ingresso, alla regione geografica o all’uso di glucocorticoidi.

In riferimento al decesso del paziente, questi sono i risultati derivanti dallo studio suddivisi per principio attivo e confrontati col gruppo di controllo, ovvero con i pazienti che non hanno ricevuto il farmaco ma solamente le cure standard:

  • Remdesivir Vs controllo: 301 su 2743 vs 303 su 2708 (RR 0,95; IC 95% 0,81 - 1,11; P = 0,50)
  • Idrossiclorochina Vs controllo: 104 su 947 vs 84 su 906 (RR 1,19; IC 95% 0,89 - 1,59; P = 0,23)
  • Lopinavir: 148 su 1399 vs 146 su 1372 (RR 1,00; IC 95%, 0,79 - 1,25; P = 0,97)
  • Interferone beta-1a: 243 su 2050 vs 216 su 2050 (RR 1,16; IC 95% 0,96-1,39; P = 0,11)

Ulteriori analisi statistiche hanno portato in luce come confronti non stratificati abbiano prodotto risultati ugualmente nulli, così come le analisi che escludevano i pazienti che ricevevano glucocorticoidi e le analisi di sensibilità multivariabile che stimavano simultaneamente gli effetti del farmaco sperimentale.

Nel caso in cui la ventilazione meccanica ha impedito la somministrazione orale di lopinavir o degli altri farmaci in studio, questo fattore avrebbe potuto ridurre gli effetti sulla mortalità dell’assegnazione a quei farmaci; tuttavia anche successive analisi di mortalità tra i pazienti che non erano sottoposti a ventilazione all’ingresso non hanno indicato alcun effetto protettivo di alcun tipo di farmaco.

Gli esiti secondari erano la ventilazione e la durata della degenza

Nessun farmaco sperimentale ha ridotto l’inizio della ventilazione tra i pazienti che non erano inizialmente sottoposti a questo trattamento. Nel dettaglio, la ventilazione è stata avviata dopo la randomizzazione in 295 pazienti che ricevevano remdesivir e in 284 che ricevevano il suo controllo, in 75 pazienti che ricevevano idrossiclorochina e in 66 che ricevevano il suo controllo, in 126 pazienti che ricevevano lopinavir e in 121 che ricevevano il suo controllo e in 209 pazienti che ricevevano interferone e in 210 che ricevevano il controllo.

Per quanto riguarda la durata della degenza va considerato il fatto che i pazienti che sarebbero stati idonei alla dimissione potrebbero essere stati trattenuti in ospedale più a lungo in quanto è stato loro somministrato un farmaco sperimentale. Tuttavia, è possibile ottenere informazioni sui tempi di guarigione confrontando gli effetti dei diversi farmaci sulla durata della degenza.

Ciascuno dei tre trattamenti sperimentali programmati per durare più di 7 giorni ha aumentato la percentuale dei pazienti rimasti in ospedale al giorno 7. Se uno di questi tre farmaci avesse accelerato sensibilmente la guarigione, le dimensioni di questi pazienti avrebbero potuto differire, ma non è stato così.

Ciascun farmaco ha ritardato la dimissione di circa 1-3 giorni. Analogamente, i confronti randomizzati diretti di un farmaco sperimentale con un altro non hanno mostrato differenze apprezzabili nei tassi di dimissione.

Tutti i trattamenti attivi si sono conclusi entro 14 giorni e il numero di decessi durante questo periodo per qualsiasi causa cardiaca menzionata nel registro elettronico dei decessi è stato di 7 con remdesivir e 8 con il suo controllo, 4 con idrossiclorochina e 2 con il suo controllo, 6 con lopinavir e 3 con il suo controllo e 6 con l’interferone e 8 con il suo controllo.

Nonostante molti decessi per Covid-19 comportino un’insufficienza multiorgano, nessun decesso in un paziente assegnato a un farmaco sperimentale è stato attribuito specificamente per malattia renale o epatica.

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