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COVID-19

Green pass obbligatorio in Italia dal 6 agosto

di Redazione Roma

Certificazione verde obbligatoria con almeno una dose di vaccino (o tampone negativo) per tutti i cittadini che hanno più di 12 anni, per accedere a una serie di servizi e attività non essenziali. Multe fino a 1000 euro per gli esercenti e gli utenti che violano le regole. Prorogato al 31 dicembre lo stato di emergenza. Il premier Draghi: L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, di fatto.

Covid-19, le misure urgenti adottate con il nuovo decreto sul Green pass

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha illustrato le nuove misure adottate per il contenimento della pandemia

Certificazione verde obbligatoria da venerdì 6 agosto con almeno una dose di vaccino (o tampone rapido fatto nelle 48 ore precedenti) per tutti i cittadini che hanno più di 12 anni, per accedere ai ristoranti al chiuso e consumare al tavolo anche nei bar.

Green pass anche per cinema e teatri, eventi e competizioni sportive; musei, luoghi della cultura e mostre; piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche quelli all’interno di strutture ricettive, soltanto al chiuso; centri culturali, centri sociali e ricreativi al chiuso; sagre e fiere, convegni e congressi; centri termali, parchi tematici e di divertimento; attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò, concorsi pubblici. Restano esclusi dalla certificazione verde i centri educativi per l’infanzia, i centri estivi e le relative attività di ristorazione.

Le discoteche rimangono chiuse (in arrivo 20 milioni di rimborsi). I prossimi quindici giorni sono un tempo fissato per permettere a chi non l’ha ancora fatto di vaccinarsi e alle attività coinvolte dall’introduzione dell’obbligo di organizzarsi. Per chi viola le regole c’è una sanzione da 400 a 1000 euro sia a carico dell’utente sia dell’esercente (se le violazioni si ripetono in 3 giorni differenti, l’esercizio potrebbe rimanere chiuso fino a 10 giorni). La strada tracciata dal governo è chiara: vaccinarsi contro il Covid-19 per rallentare la corsa della variante Delta.

E se l’altro giorno la virologa Ilaria Capua, intervenendo sul Corriere della Sera, invitava i no vax a pagarsi il ricovero in ospedale (ciascun malato di Covid ricoverato in terapia intensiva – oppure subintensiva – impatta per decine e decine di migliaia di euro), oggi il premier Mario Draghi – nell’illustrare le nuove misure contro la pandemia di Covid – non usa (altrettanto) mezzi termini: La variante Delta del virus è minacciosa, altri paesi europei sono più avanti di noi nei contagi ma abbiamo imparato che senza reagire subito, quello che osserviamo accadere in Francia oppure Spagna dobbiamo prevedere si ripeta in Italia, in assenza di provvedimenti. Un utilizzo esteso del green pass non è un atto di arbitrio ma una condizione per le aperture.

E incalzato sulla presa di posizione del leader della Lega, Matteo Salvini – che alcuni giorni fa aveva affermato che ai giovani vaccinarsi non occorre e che dai 40 ai 59 si può decidere liberamente se farlo – la replica del premier è stata eloquente: L’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. O fai morire: non ti vaccini, ti ammali, contagi, qualcuno muore.

Da qui le misure urgenti adottate con il nuovo decreto sul Green pass approvato dal Consiglio dei ministri, con una precisazione importante: lo stato di emergenza per il Covid-19 in vigore dal 31 gennaio 2020 e in scadenza il 31 luglio – è prorogato fino al prossimo 31 dicembre (nel frattempo, fino al 30 settembre 2021 la somministrazione di test antigenici rapidi sarà garantita a prezzi contenuti).

Non solo. Mutano i parametri per l’ingresso all’interno delle regioni, che attualmente oggi sono tutte in zona bianca, nelle fasce di rischio con più restrizioni. Rimane di 50 per 100 mila abitanti l’incidenza per passare dalla zona bianca alla zona gialla ma da questo momento risulteranno determinanti anche gli indicatori ospedalieri, ovvero l’occupazione delle terapie intensive e delle aree mediche. Quelli per entrare nella zona di rischio gialla sono fissati a 10% (per le intensive) e 15% (per le aree mediche); 20% e 30% per entrare in zona arancione e 30% e 40% per le zone rosse (percentuale che resta invariata in rapporto ai precedenti parametri).

Allo stato attuale, il governo Draghi non interviene sul tema dell’ipotesi di green pass per i trasporti a lunga percorrenza e locali, cruciali in proiezione di settembre, con il ritorno dalle ferie e la riapertura delle scuole. Il capitolo inerente l’istruzione e l’eventuale obbligo di vaccino per docenti e personale – nonché il tema della certificazione verde nei luoghi di lavoro – saranno al centro di una nuova riunione, che con ogni probabilità avrà luogo la prossima settimana.

Giornalista

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