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Opi Como sospende 102 infermieri non vaccinati

di Redazione Roma

Ad oggi ci sono state 152 sospensioni, 50 delle quali però revocate poiché intanto i professionisti sanitari “indecisi” si sono vaccinati. Continuare a sensibilizzare il personale sanitario rimane un’assoluta priorità, illustra il presidente dell’Opi Como, Cremonesi. E in Valle d’Aosta l’Usl ammette la difficoltà nel sostituire gli infermieri no vax.

Infermieri non vaccinati contro Covid-19, 102 sospensioni a Como

Covid-19: 102 infermieri no vax sospesi dall'Ordine di Como

Sono 102 gli infermieri no vax sospesi in provincia di Como, su un totale di 3.700 iscritti all’Ordine delle professioni infermieristiche; così mentre da un lato gli esperti del Comitato tecnico scientifico stanno definendo tempi e modalità della somministrazione della terza dose ai sanitari, dall’altro procedono i percorsi delle Ats per la sospensione dal servizio degli operatori che non hanno aderito alla campagna vaccinale.

Il presidente dell’Opi Como, Dario Cremonesi, fa il punto sulla situazione della categoria. Allo stato attuale abbiamo fatto 152 sospensioni, 50 delle quali però sono state revocate poiché, nel frattempo, è avvenuta la vaccinazione e siamo dunque a 102 sospesi su circa 3.700 iscritti. Prosegue: Il numero delle sospensioni è aumentato e – come apprendiamo dal costante confronto con l’Agenzia di Tutela della Salute – non è ancora definitivo. Ciò nonostante, come Ordine registriamo un ripensamento di almeno 1/3 dei colleghi sospesi.

Al contempo il presidente dell’Opi Como tiene a precisare che continuare a sensibilizzare il personale sanitario rappresenta un’assoluta priorità. Allo stesso tempo, però, auspico una pronta programmazione della terza dose per il personale sanitario, valutandone l’appropriatezza prima con un dosaggio degli anticorpi. Nelle sue affermazioni, Cremonesi non ha toccato un tema altrettanto importante rispetto a quelli affrontati: sanitari no vax, chi li sostituisce durante la sospensione?

Per questo dalla Lombardia ci spostiamo in Valle d’Aosta, dove otto sanitari presenti nella lista di 52 operatori da sospendere diffusa dall’Usl lo scorso 13 settembre – poi aggiornata a 51 il giorno dopo – hanno regolarizzato la loro posizione rispetto all’obbligo vaccinale e potranno restare in servizio. Tra questi ci sono due infermieri, due oss, un tecnico di radiologia. Ed è proprio sulle possibili criticità provocate dalla sospensione dei sanitari no vax, che dall’Usl illustrano: Le deliberazioni di sospensione del personale sanitario non in regola con l’obbligo vaccinale sono in fase di adozione e di notifica e, allo stato attuale, non si riscontrano situazioni di criticità per quanto attiene alla sostituzione delle professionalità già sospese (una trentina di operatori).

E in merito alla carenza di infermieri in Valle d’Aosta, un problema atavico tutt’ora non risolto, dall’Azienda sanitaria aggiungono: Al momento, il numero degli infermieri che hanno accettato l’assunzione con contratto di lavoro a tempo determinato (non soggetti all’obbligo della prova di francese e in attesa di concorso) non è sufficiente a “coprire” i posti che risulteranno vacanti. Nel caso in cui non si riesca a assumere un numero sufficiente, si stanno valutando misure organizzative alternative, come la proposta di ore aggiuntive retribuite in libera professione aziendale, nonché altre misure di riorganizzazione che consentano di arrivare senza gravi problemi alla data di assunzione dei nuovi professionisti sanitari.

Giornalista

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