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Salute

Benefici della Pet therapy sull’uomo

di Marco Alaimo

La presenza di animali rende più facile la spontaneità nelle persone così da favorirne l’interazione sociale e la conoscenza di altre persone, è come se gli animali eliminassero ogni tipo di inibizione che ci frena nell’interazione con altre persone. Riassumendo quindi gli animali sull’uomo hanno un effetto catalizzatore dei processi sociali favorendo interazioni verbali e non verbali. Su questo si basa la Pet therapy, che segue diverse teorie le quali spiegano gli effetti positivi delle interazioni uomo-animale applicate, in particolare, in ambito sanitario. Ad esempio è stato dimostrato che accarezzare il pelo di un cane o un gatto oltre che regolare la frequenza cardiaca, inducendo rilassatezza che a sua volta provoca un abbassamento della pressione sanguigna, contribuisce ad aumentare la coscienza della propria corporalità, essenziale nello sviluppo della personalità.

Pet therapy: teorie e meccanismi sull’interazione uomo-animale

Ad oggi ci sono diverse teorie e meccanismi che spiegano gli effetti positivi delle interazioni uomo-animale: in generale il rapporto e l’incontro con l’animale può favorire sotto molti aspetti la salute psichica e fisica della persona.

Wilson nel 1984 descrive la biofilia come l’affinità di tutti gli uomini con la natura, la vita e i processi vitali che include un alto interesse verso l’animale tranne per i casi in cui la persona sia compromessa dalla nascita con patologie croniche o autismo. La biofilia si conferma anche dal fatto - come dicono DeLoache, Pickard e Lobue nel 2010 - che i bambini sono più attirati dagli animali che dagli oggetti.

L’antropomorfizzazione invece è quella sensazione che la persona ha e che gli fa intuire se un animale ha cattive intenzioni o no, solo dal contatto con esso, senza comunicare verbalmente. In generale la società vede l’antropomorfizzazione come negativa in quanto si pensa ad animali che vengono vestiti, ridicolizzandoli, ma in realtà questa relazione è vista più come un modo di relazionarsi all’animale.

Gli esseri umani hanno standardizzato certi atteggiamenti animali sulla base delle proprie esperienze, da esse infatti deducono se l’animale ha cattive intenzioni o no; questa interpretazione viene attuata anche nel rapporto con gli altri esseri umani ed in entrambi i casi magari viene frainteso o non compreso il reale comportamento dell’animale o persona che ci sta davanti.

I concetti di antropomorfizzazione e biofilia esprimono e spiegano per lo più le motivazioni e le modalità di contatto con gli animali da parte degli uomini.

Processi di distrazione

Visto che gli animali possono attrarre l’attenzione per conseguenza della biofilia, ciò può essere anche uno strumento adatto alla distrazione.

Il meccanismo di distrazione esercita nello specifico nel contesto degli interventi assistiti con gli animali una diminuzione di dolore, ansia, paura, depressione, umore negativo. Il processo di distrazione varia però da persona a persona ed è individuale.

Motivazione

La psicologia in generale divide la motivazione in intrinseca ed estrinseca, la prima deriva da caratteristiche personali ed intime che posso portare ad avere una volontà più ferrata, la seconda è spinta più da pressioni sociali ed esterne.

Si possono anche dividere in motivazioni implicite ed esplicite, le prime associate ad azioni che si accompagnano con sentimenti positivi e la soddisfazione nell’esecuzione di essi, mentre quelli espliciti sono caratterizzati da azioni mirate a ottenere una ricompensa o ad evitare una punizione.

Le caratteristiche implicite sono per lo più legate all’affettività e al comportamento; esse infatti si sviluppano basandosi sull’associazione con esperienze affettive che sono determinate da fattori scatenanti innati, trasmessi anche senza parole.

Wohlfarth pensa che l’attivazione di motivazioni implicite sia alla base della riuscita di interventi con animali. Queste motivazioni implicite vengono attivate sempre dalla relazione uomo animale, nella terapia in particolare i pazienti possono mostrare una resistenza che deriva da esperienze fallite in passato, gli animali sarebbero in grado quindi di sbloccare questa motivazione e di riuscire a far fissare al paziente una meta da raggiungere superando le proprie paure.

Sistema esperienziale Vs sistema simbolico verbale

Gli effetti degli animali sugli uomini possono essere spiegati attraverso altre due teorie che hanno molto in comune e descrivono processi di elaborazione dell’informazione. Descrivono infatti la differenziazione fra sistema esperienziale e sistema simbolico-verbale, rispettivamente fra la modalità implicita, condotta dall’esperienza e la modalità esplicito-cognitiva dell’elaborazione delle informazioni ricevute.

Il sistema esperienziale elabora in modo diretto quelle informazioni che gli provengono dal mondo esterno e dalle esperienze già vissute in persona o viste dall’esterno, ma comunque vissute attraverso anche odori, rumori, immagini, contatto, mentre il sistema simbolico-verbale cerca di comprendere la realtà indirettamente attraverso parole e simboli.

La modalità implicito-esperienziale si basa, su vissuti diretti, memoria implicita e processi che fanno parte della storia di evoluzione della specie, tutti intimamente concatenati con emozioni e motivi e non sempre rappresentati, la modalità esplicito cognitiva, invece, è rappresentato in modo verbale e consapevole, si serve di forme di comunicazione digitale, ragionamenti razionali e analitici nonché della memoria a livello semantico.

La modalità esplicito-cognitiva, invece, è rappresentato in modo verbale e consapevole, si serve di metodologie di comunicazione digitale, ragionamenti razionali e analitici nonché della memoria semantica e si è sviluppato soltanto relativamente tardi nella storia dell’umanità. È chiaro che il contatto con gli animali da parte delle persone punta a stimolare il sistema esperienziale.

Effetti sociali, psicologici e neurobiologici degli animali

In generale le persone accompagnate da animali (in questo caso cani) dall’aspetto attraente e “dolce” ricevono maggiore attenzione sociale positiva, vale a dire che altre persone sorridono e si rivolgono più frequentemente a loro che non a persone non accompagnate da tali animali.

Questo effetto assume particolare importanza in caso di persone con disabilità evidenti, come per esempio bambini accompagnati da assistenti di supporto e in carrozzina, oppure con difficoltà nel contatto sociale, come bambini affetti da autismo o disturbi emotivi comportamentali.

La presenza di animali rende più facile la spontaneità nelle persone così da favorirne l’interazione sociale e la conoscenza di altre persone, è come se gli animali eliminassero ogni tipo di inibizione che ci frena nell’interazione con altre persone. Riassumendo quindi gli animali sull’uomo hanno un effetto catalizzatore dei processi sociali favorendo interazioni verbali e non verbali.

Tale effetto può essere particolarmente utile in interventi di gruppo frequentemente eseguiti con bambini, per esempio in programmi di educazione fisica nelle scuole soprattutto per aiutare quei bambini che a livello comunicativo sono carenti.

Da notare che la presenza di un animale socievole rinforza anche la fiducia nella persona che lo accompagna. Questo effetto è molto importante e utile anche per quanto riguarda gli operatori coinvolti nelle IAA, che vedono un maggior coinvolgimento da parte di tutte le figure coinvolte in questa operazione.

Oltre che in ambito comunicativo nei bambini - come riporta l’esperienza in alcune sedi come istituti di detenzione, istituti per anziani e il rapporto con i tossicodipendenti - gli animali possono aiutare a migliorare la socialità. Certi studi infatti dimostrano come alcuni detenuti per accudire alcuni animali si siano impegnati e abbiano cooperato al benessere di questi.

Effetti psicologici dell’interazione uomo-animale

Nonostante ancora non ci siano studi approfonditi sull’interazione uomo animale, quei pochi che ci sono concordano sul fatto che gli animali riducono l’aggressività e la sensazione di dolore. Gli effetti positivi sulla concentrazione e motivazione sono resi più evidenti da alcune attività come programmi di educazione fisica.

Anche l’umore migliora durante il contatto con l’animale e la sintomatologia depressiva si riduce, come dimostrano studi con bambini con e senza patologie psichiche e fisiche. Inoltre, la presenza di un animale riduce notevolmente, soprattutto prima e durante, le situazioni stressogene come interventi medici.

Effetti neurobiologici

Numerosi studi hanno esaminato l’effetto attenuante delle interazioni uomo animale sul sistema dello stress umano.

È stato chiaramente dimostrato che le interazioni uomo-animale diminuiscono la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca e riducono il livello di cortisolo, ormone dello stress, in modo particolare in situazioni stressogene.

Aree di beneficio degli interventi assistiti con gli animali

Cusack (1988) individua tre grosse aree in cui le terapie assistite con l'animale possono avere effetti benefici.

Area fisica

In soggetti aventi difficoltà deambulatorie o di equilibrio grazie all'attività con l'animale, impiegata all'interno di trattamenti di riabilitazione neuromuscolare, si può ottenere la stimolazione del movimento, un miglioramento del tono muscolare, della motricità fine e grossolana.

Per esempio, spazzolare, lanciare la pallina e lavare il cane sono tutte attività che chiedono un impegno motorio, decisamente più piacevole di un puro e semplice esercizio fine a sé stesso o di una classica seduta di fisioterapia.

In soggetti aventi problemi neuro-motori il contatto fisico con l'animale favorisce la percezione corporea spesso compromessa dall'handicap e quindi contribuisce alla percezione del sé come soggetto.

Con il supporto degli animali vengono inoltre favorite la sperimentazione e l'acquisizione di posture che permettono un miglior controllo del capo, movimenti autonomi intenzionali, capacità di orientamento nello spazio, una miglior respirazione e rilassamento e di conseguenza un benessere fisico.

Un rapporto uomo-animale, caratterizzato da un tono tranquillo, rassicurante, positivo e di conseguenza rilassante, interviene sulla produzione di adrenalina e di altri ormoni corticosteroidi, con il risultato di una minor pressione arteriosa, ritmi cardiaco e respiratorio più lenti.

Diverse ricerche hanno dimostrato come la vicinanza di animali procuri dei benefici effetti sulla pressione arteriosa e sull'apparato cardiocircolatorio. Uno studio condotto da Erika Friedmann (1983) ha rilevato che persone che avevano avuto un infarto e che possedevano un animale sopravvivevano decisamente di più rispetto ad altre persone infartuate, ma che non possedevano alcun animale.

Essa notò che bastava la presenza dell'animale nella stanza, che fosse tranquillo e rilassato per attivare nei soggetti diverse reazioni fisiologiche, quali:

  • Diminuzione della pressione sia diastolica che sistolica
  • Regolarizzazione del battito cardiaco
  • Regolarizzazione e distensione della respirazione
  • Rilassamento generale nel tono muscolare e nelle espressioni del viso

È stato dimostrato che accarezzare il pelo di un cane o un gatto oltre che regolare la frequenza cardiaca, inducendo rilassatezza che a sua volta provoca un abbassamento della pressione sanguigna, contribuisce ad aumentare la coscienza della propria corporalità, essenziale nello sviluppo della personalità.

Area psicologica

È stato studiato che il contatto e l'interazione con l'animale provoca delle modificazioni a livello biochimico, per esempio un innalzamento delle endorfine, sostanze prodotte dal corpo e che danno la sensazione di benessere.

Lo psichiatra Aron Katcher ha affermato che la relazione uomo/animale si fonda su 4 principi fondamentali: sicurezza, intimità, attenzione, costanza relazionale.

Con persone disturbate gli animali trovano un canale preferenziale, una sorta di accesso più facile per entrare in contatto riuscendo a volte a sbloccare condizioni patologiche cronicizzate negli anni.

A livello affettivo/emozionale l'animale, poiché dà un affetto gratuito ed incondizionato, favorisce sentimenti di autostima e sicurezza di sé. Dal momento che esso si pone con un atteggiamento non giudicante e di accettazione davanti a qualsiasi tipo di patologia, favorisce l'espressione spontanea dei sentimenti e dei comportamenti delle persone cui viene a contatto.

L'animale può promuovere il controllo dell'ansia, della paura ed una miglior gestione della frustrazione attraverso un rapporto rassicurante e positivo che instaura con i pazienti. Coloro che vengono a contatto con l'animale possono mettere in atto dei meccanismi di proiezione dei propri vissuti emotivi su di lui, che diventa un mediatore emozionale tra il mondo interno ed il mondo esterno.

Alcune ricerche hanno dimostrato che l'elettroencefalogramma in pazienti che avevano appena finito una seduta di delfino terapia mostrava un incremento dell'onda alfa, caratteristica dello stato rilassato, quando l'ansia si riduce.

A livello cognitivo l'attività assistita con l'animale può contribuire a favorire le capacità d'attenzione, concentrazione e conoscenza, poiché esso funge da stimolo anche per sviluppare capacità di memoria, di pensiero induttivo e di logica nell'organizzazione di determinate sequenze operative.

Da ricerche condotte su ragazzi con disturbi dell'apprendimento e deficit d'attenzione, che avevano seguito un programma di A.A.T. si è rilevato che gli animali incrementavano l'attenzione dei soggetti ottenendo un miglioramento dei processi cognitivi (Bodmer 1998).

A livello comportamentale è interessante notare che l'impiego di terapie assistite con l'animale può stimolare nei soggetti fruitori delle attività degli script comportamentali come prendersi cura dell'igiene dell'animale, il rilassamento corporeo, l’acquisizione di regole che poi verranno interiorizzate e di conseguenza messi in atto su di sé.

Area sociale

Molto spesso si verifica che l'impiego di attività assistite con l'animale crei delle valenze psicosociali in cui si può riscontrare un miglioramento delle capacità relazionali e di interazione dei soggetti coinvolti.

Pazienti traumatizzati a livello emotivo e quindi chiusi in loro stessi, incapaci di interessarsi ad un essere vivente o di stabilire legami affettivi in seguito a un lutto, un abuso sessuale, uno shock emotivo oppure autistici, in seguito agli incontri con gli animali hanno mostrato un aumento della motivazione a comunicare dapprima con l'animale, a prendersi cura di lui, e in seguito, tramite l'animale, a comunicare con altri esseri umani.

Nell'ambito terapeutico la presenza dell'animale può contribuire a facilitare la relazione con le figure professionali che ruotano attorno ai pazienti e quindi una maggior accettazione del trattamento di cura.

Secondo Messent (1983) il contatto con un animale, oltre a garantire la sostituzione di affetti mancanti o carenti, è particolarmente adatto a favorire i contatti interpersonali offrendo spunti di conversazione, di gioco, l'occasione, cioè, di interagire con gli altri. Il contatto con un animale, in situazioni di intenso stress, funge da tampone, ammortizzando le conflittualità e rivelandosi di straordinaria validità per l’aiuto di quei pazienti con disagi nelle relazioni sociali.

Messent ritiene che l'animale sia un “facilitatore” sociale per determinate caratteristiche:

  • Suscita novità attivando meccanismi di curiosità in grado di dar origine ad una comunicazione
  • Può essere fonte di interessi comuni che favoriscono la condivisione ed il formarsi di sentimenti di gruppo
  • Può stimolare un senso di protezione e tenerezza e quindi vicinanza tra le persone
  • Può scatenare un giudizio sociale positivo in quanto un individuo intento ad accudire un animale è visto in modo positivo dalle altre persone

L'animale, quindi, costituisce uno stimolo nuovo alla curiosità rendendo possibile il contatto e una comunicazione non convenzionale: persone in difficoltà possono entrare in relazione con il mondo esterno anche utilizzando moduli di comportamento e di comunicazione non verbale, gestuale e ludico.

Inoltre, l'animale può facilitare la coesione e l'aggregazione tra persone, attirando su di sé l'attenzione aiutandole a superare le barriere relazionali che a volte insorgono, dando luogo a comunicazioni molto spontanee, meno filtrate e più semplici da realizzare.

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