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Salute

Immunonutrizione

di Monica Vaccaretti

Definita anche farmaconutrizione o immunomodulazione, l’immunonutrizione è una nutrizione clinica che diventa parte integrante della terapia medica. Si basa sul riconoscimento che esiste una forte relazione tra cibo e sistema immunitario: l’alimentazione può infatti contribuire alla difesa dell’organismo oppure indurre una risposta avversa. Tale interazione si svolge soprattutto nell’intestino, dove l’attività immunomodulante è regolata dal macrobiota intestinale che viene a sua volta regolato dai nutrienti introdotti con la dieta. I metaboliti generati dalla flora intestinale possono indurre, a seconda del tipo di interazioni e delle quantità di nutrienti ingerite, una risposta antiinfiammatoria o proinfiammatoria.

Cos’è l’immunonutrizione

Una alimentazione corretta e bilanciata permette un buon equilibrio di salute

Da una revisione della letteratura condotta dall'Università di Utrecht che ha analizzato 200 studi su come i nutrienti influenzino le cellule dell'organismo, emerge che il cibo ha un'azione “farmacologica”. I nutrienti sono come farmaci. Sono molecole in grado di interagire con i recettori cellulari, gli stessi target di terapie farmacologiche e di modulare l'azione del sistema immunitario. Dipende tutto, quindi, da cosa mangiamo. La cura del cibo è fondamentale. Una alimentazione corretta e bilanciata permette un buon equilibrio di salute e in caso di malattia facilita il processo di guarigione.

L'immunonutrizione è pertanto una terapia nutrizionale mirata a sostegno di una risposta immunitaria efficiente e resiliente, utile anche nella prevenzione di molte patologie. È un'alimentazione antiinfiammatoria che ha l'obiettivo terapeutico di rafforzare il sistema immunitario ottimizzando le risorse e le difese naturali dell'organismo.

Secondo la definizione data da Chow nel 2014, l'utilizzo di specifici nutrienti nel tentativo di modulare il sistema immunitario permette di ottenere benefici clinici nel trattamento di una condizione patologica.

Consiste nella somministrazione integrativa di specifici nutrienti che sono substrati nutrizionali aggiunti con precisi dosaggi alle miscele per la nutrizione enterale o parenterale. Sono pertanto formulazioni nutrizionali arricchite, supplementi che hanno un impatto positivo sugli esiti clinici ed immunologici.

Numerosi studi hanno dimostrato che tali sostanze hanno la proprietà di ridurre lo stato infiammatorio conseguente a diverse condizioni cliniche acute o croniche e riescono ad aumentare la risposta immunitaria dell'organismo. Sono principi nutritivi che vengono somministrati per via orale, enterale tramite sondino naso-gastrico e parenterale per via endovenosa.

Gli studi in letteratura sottolineano che anche quantità minime di nutrienti somministrati per via enterale riducono sensibilmente l'atrofia dei villi intestinali e della mucosa, aumentano la barriera immunitaria intestinale e riducono la traslocazione batterica. Se tali nutrienti vengono somministrati in modo adeguato, sotto prescrizione e sorveglianza medica, il supporto nutrizionale che così viene integrato è in grado di prevenire la malnutrizione e deficit importanti del sistema immunitario.

Pur essendo da tempo note le proprietà terapeutiche di alcuni nutrienti, questa pratica nutrizionale non è ancora ampiamente diffusa e praticata. Per una sua significativa, ma non indiscriminata applicazione è indispensabile che i bisogni nutrizionali di base siano innanzitutto soddisfatti ed è necessario valutare i casi in cui l'immunonutrizione apporta sostanziali benefici.

Indicazioni all’immunonutrizione

Le evidenze scientifiche evidenziano che l'immunonutrizione è una strategia di supporto particolarmente indicata dopo un intervento chirurgico. Essa infatti contribuisce a ridurre i rischi legati alle complicanze dell'infiammazione acuta nel postoperatorio. Tale stato infiammatorio è causato una eccessiva risposta metabolica e catabolica responsabile della perdita di peso, della riduzione della massa e del tono muscolare, della compromissione del sistema immunitario, del rallentamento dei processi di guarigione, della difficoltà nello svezzamento dalla respirazione meccanica, dell'aumento del rischio di infezioni.

Tale infiammazione può portare, nei casi più severi, allo scompenso multiorgano ed aumenta significativamente il rischio di mortalità. Si rende pertanto fondamentale impostare un regime dietetico che riduca lo stato infiammatorio provocato dal distress chirurgico.

L'utilità del supporto nutrizionale è evidenziato anche per i pazienti oncologici, sia in caso di malnutrizione o come routine in aggiunta alla chemioterapia o alla radioterapia.

Revisioni sistematiche della letteratura e metanalisi hanno dimostrato l'efficacia dell'immunonutrizione rispetto all'alimentazione standard nei pazienti oncologici trattati con chirurgia. Secondo le linee guida SCCM-ASPEN pubblicate sul Journal of Parenteral and Enteral Nutrition, una terapia di supporto nutrizionale precoce – principalmente per via enterale – nei pazienti con malattia critica è oggi considerata come una strategia terapeutica proattiva che può ridurre la gravità della malattia e diminuire le complicanze. Anche le recenti raccomandazioni del 2018 elaborate dalla European Society for Clinical Nutrition and Metabolism (ESPEN) suggeriscono che la nutrizione clinica è indicata anche per evitare la disidratazione in geriatria, la malnutrizione energetico-proteica e la sarcopenia.

Immunonutrienti

Le molecole comunemente somministrate sono immunonutrienti come L-arginina, l'aminoacido L–glutammina, l'acido grasso essenziale Omega 3, nucleotidi, l'aminoacido Taurina, la vitamina E o Tocoferoli, la fibra alimentare idrosolubile frutto-oligosaccaride (FOS) e l'Inulina. È stato dimostrato che la combinazione di tre nutrienti – L-arginina, nucleotidi e acidi grassi omega 3 – è particolarmente efficace nel migliorare la risposta immunitaria riducendo l'infiammazione.

L'arginina è indicata nei soggetti debilitati e nei politraumatizzati, perché stimola la secrezione di alcuni ormoni come la somatotropina (GH) e, essendo un precursore dell'ossido nitrico, contribuisce a potenziare l'attivazione dei linfociti T e dei globuli bianchi.

La glutammina, che costituisce la maggioranza dell'energia utilizzata dagli entrociti ossia dalle cellule della mucosa intestinale, attiva linfociti e macrofagi favorendo la guarigione delle ferite e riducendo i tempi di degenza. La taurina – aminoacido che regola l'equilibrio osmotico, l'omeostasi intracellulare del calcio, la composizione e alla stabilizzazione delle membrane cellulari, la protezione antiossidante e la regolazione della glicemia – consente di mantenere normali le concentrazioni di piastrine, eritrociti, granulociti e linfociti.

Noti antinfiammatori senza effetti collaterali, gli Omega 3 agiscono sul metabolismo dei lipidi - favorendo l'aumento delle HDL e la riduzione delle LDL e dei trigliceridi – e riducono la pressione arteriosa.

I FOS favoriscono la selezione della corretta flora batterica intestinale, riducono i tempi di transito del cibo, regolano l'assorbimento del glucosio e riducono quello del colesterolo, favoriscono il mantenimento dell'integrità delle mucose intestinali.

Infermiere

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