Nurse24.it

Salute

Infezione da Morganella morganii

di Sara Pieri

Morganella morganii è un batterio gram-negativo presente comunemente nella flora intestinale umana e animale (mammiferi e rettili). Viene definito agente patogeno opportunista. Morganella morganii può essere causa di: infezione vie urinarie, infezione ferita chirurgica, sepsi neonatale, endoftalmite, peritonite batterica, infezione sistema nervoso. Le cause riconducibili possono essere: età avanzata, precedente esposizione ad ampicillina e altri antibiotici beta-lattamici, diabete, procedure chirurgiche, esposizione perinatale, ascesso o infezione dei tessuti molli.

Sintomi di infezione da Morganella

Morganella morganii è un batterio gram-negativo presente comunemente nella flora intestinale umana e animale

I segni e i sintomi dell’infezione da Morganella possono essere aspecifici e non direttamente riconducibili al patogeno in oggetto; grazie all’analisi di campioni di sangue e/o urine si può rilevare la presenza del batterio gram-negativo Morganella morganii e di conseguenza procedere con il trattamento adeguato.

I sintomi correlati possono essere: febbre con brivido, diarrea, nausea, vomito, dolore addominale, bruciore alla minzione, urine maleodoranti e ipercromiche, dolore pelvico.

Il quadro, se non riconosciuto e trattato, può portare a stati di setticemia, grave complicanza che si può verificare in seguito a infezione da Morganella morganii.

Trattamento dell’infezione da Morganella

Il trattamento è volto alla risoluzione dei sintomi e alla somministrazione di terapia. Morganella morganii è resistente a: ampicillina, penicillina, ampicillina/sulbactam, oxacillina, cefalosporine di prima e seconda generazione, eritromicina, tigeciclina.

Sono indicati nel trattamento: cefalosporine di terza o quarta generazione con o senza aminoglicosidi (utilizzati solitamente in casi di setticemia), piperacillina, mezlocillina, ticarclicina, fluorochinoloni, cloramfenicolo.

In caso il paziente fosse allergico ai farmaci sopra elencati, è indicato l'uso di chinoloni come la ciprofloxacina o alte dosi di trimetoprim-sulfametossazolo e aminoglicosidi.

Il trattamento non esclusivamente farmacologico può essere necessario in casi di ascesso cerebrale dove si rende necessario il drenaggio chirurgico dello stesso.

Infermiere

Commento (0)