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Aggressioni in ospedale, l'estate infernale degli infermieri

di Redazione

Estate, sempre la stessa storia: chiusura o accorpamenti di reparti e servizi, si lavora in numero ridotto, sotto pressione, stanchi. Stanchi anche di entrare in turno sapendo che quasi sicuramente si subirà un'aggressione. Com'è accaduto una manciata di giorni fa al Vecchio Pellegrini di Napoli, dove un'infermiera di Pronto soccorso è stata presa a schiaffi e pugni, poi gettata a terra e costretta a subire un tentativo di strangolamento. Episodi di una gravità senza eguali - commenta Antonio De Palma, presidente del sindacato infermieri Nursing Up - non possiamo e non vogliamo abituarci a tutto questo.

Nursing Up: Incresciosa escalation di violenze ai danni degli infermieri

Psicologica, verbale o fisica. Da nord a sud, uomini o donne, giovani o meno giovani. In ogni caso negli ospedali italiani – ancor di più con l’avanzare della stagione estiva - non si scappa. Dalle aggressioni per infermieri, medici e altri operatori della sanità pare non esserci scampo.

È un quadro sempre più allarmante quello che si delinea in particolar modo nei Pronto soccorso, ma anche in tutte le degenze o sul territorio, dove si verificano episodi forse meno eclatanti, ma comunque reiterati e logoranti.

Solo nell’ultima settimana è accaduto ovunque – scrive De Palma in una nota -: Abruzzo, Toscana, Campania, Puglia, Sicilia: non c’è ospedale italiano, non c’è regione in cui un infermiere, nello svolgimento della propria professione, non rischi concretamente di diventare il capro espiatorio di una mala cultura che ormai è diventato un fenomeno generalizzato.

I disagi degli ospedali, che in estate arrivano naturalmente all’acme, si riversano prima di tutto sui pazienti e sui loro parenti. Come il più drammatico degli effetti boomerang, però, a pagare sulla propria pelle sono gli infermieri.

Oltre 50 aggressioni dall’inizio dell’anno nelle sole Asl Napoli 1 e 2

Quello che arriva da Napoli è un vero e proprio bollettino di guerra: Oltre 50 aggressioni dall’inizio dell’anno nelle sole Asl Napoli 1 e 2: questi non sono certo dati che possono passare inosservati, continua il presidente del sindacato di categoria. Ma quello delle aggressioni ai danni di infermieri e di altri operatori sanitari è oramai un fenomeno che ha assunto una portata generalizzata - continua De Palma - regioni che apparentemente non sono mai state nell’occhio del ciclone, in realtà fanno registrare oggi un pericoloso aumento di episodi di aggressione. È il caso, ad esempio, della Toscana, dove solo nel primo trimestre del 2023 sono state segnalate 404 aggressioni.

Data la portata del fenomeno, le regioni, dalle quali dipendono organizzativamente gli enti del SSN, emanino linee guida alle aziende sanitarie, affinché inseriscano la tipologia di problema nei propri documenti di valutazione del rischio, indicando gli strumenti e modalità di contrasto del fenomeno -tuona De Palma – e le Aziende sanitarie non dimentichino che sono direttamente responsabili dell’incolumità dei professionisti della salute.

E poi la stoccata nei confronti del Governo: Nel contempo il Viminale, che si è affrettato lo scorso maggio a raccontare alla collettività il rilancio del piano sicurezza con l’aumento dei presidi delle forze dell’ordine negli ospedali, chiarisca in quali strutture mancano ancora gli agenti, e soprattutto evidenzi chiaramente, laddove sono stati ripristinati i presidi, cosa accade nei fine settimana e negli orari notturni, dove, a quanto ci risulta, molti infermieri restano drammaticamente abbandonati a se stessi, chiosa De Palma.

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