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Esodo di infermieri dalle RSA: allarme per la sanità veneta

di Redazione

L'offerta arranca e la domanda esonda. Di fatto la sanità pubblica raschia il barile di quel che trova, travasando negli ospedali il personale dalle RSA. Così la Cisl Funzione Pubblica di Verona commentando l'esodo di infermieri ed operatori sociosanitari dalle Case di Riposo (Ipab) e dalle strutture private convenzionate dopo che le aziende sanitarie hanno iniziato lo scorrimento delle graduatorie pubblicate in seguito al concorso indetto lo scorso autunno da Azienda Zero.

RSA rischiano il collasso: sindacati chiedono riforma e salari equi

anziani rsa

Infermieri e operatori sanitari stanno lasciando in massa le Rsa del Veneto.

I concorsi pubblici starebbero erodendo i numeri del personale in servizio negli enti locali. Il sindacato esprime una forte preoccupazione sulla questione in quanto la carenza di professionisti in queste strutture comporterebbe il rischio non solo di non ottenere l'accreditamento regionale, ma anche di non riuscire a garantire il rispetto degli standard regionali di assistenza sino alla possibilità di dover bloccare gli ingressi in struttura.

La grande fuga mette a rischio la tenuta dell'intero sistema socio sanitario ed assistenziale di Verona e del Veneto - avvertono i sindacati -. Se l'esodo dovesse diventare incontenibile, sarà davvero difficile gestire le strutture Socio Sanitarie Assistenziali del territorio veronese, precisano prevedendo uno scenario allarmante sin dai prossimi mesi.

Secondo i dati del sindacato, sarebbero molti i sanitari che si dicono pronti a fuggire dalle Case di riposo, anche da quelle private dove la situazione sarebbe tuttavia meno allarmante rispetto a quelle pubbliche anche grazie al rinnovo contrattuale delle Cooperative e alla recente sottoscrizione del contratto Uneba.

Per arginare la fuga le Case di riposo private stanno cercando di attirare gli infermieri spingendo sulla leva economica nonché di trattenere gli Oss, che vengono assunti inizialmente a tempo determinato, proponendo loro fin da subito il rientro successivo con un contratto a tempo indeterminato così da evitare che, per motivi temporali, si spostino nella sanità pubblica

I direttori delle Case di Riposo sono preoccupati per il bando appena pubblicato per reclutare 640 infermieri, fa notare il sindacato in quanto si prevede che ci possa essere una grande partecipazione alla selezione come già avvenuto nei mesi scorsi nel concorso per gli Oss.

Nella nota si sottolinea che i professionisti sanitari sarebbero attirati negli ospedali anche per una insoddisfazione dei termini contrattuali cui sono soggetti. Risulta infatti che, rispetto ai colleghi della sanità pubblica, essi guadagnano circa 200 euro in meno in quanto viene loro applicato un contratto diverso, quello collettivo nazionale degli enti locali.

Secondo l'organizzazione sindacale per trattenere il personale nelle Rsa sarebbe necessaria una riforma che negli enti locali garantisse, a parità di lavoro, lo stesso salario di quello pubblico.

Per avvicinare il compenso a quello degli ospedali, la Cisl Fp suggerisce di prevedere anche negli Ipab le progressioni orizzontali con scatti di un centinaio di euro mensili. Senza una riforma delle Ipab non solo non avremo risorse economiche sufficienti ma saremo travolti da un'ondata di bisogno assistenziale a cui non riusciremo a far fronte, precisa Giovanni Zanini della Cisl Fp Verona.

È innegabile che le strutture fanno quello che possono, al meglio che è loro consentito per cercare di tenersi stretto il personale - continua Zanini -. Ma è la politica che dovrebbe intervenire, innanzitutto sbloccando la riforma delle Ipab. Ora che ci avviciniamo alle elezioni regionali, chiederemo al prossimo governatore del Veneto una possibilità chiara per tale riforma che è ferma da troppo tempo, fa sapere la Cisl Fp secondo la quale c'è bisogno di un cambiamento normativo per uniformare i contratti tra case di riposo e sanità in quanto ciò è spesso il principale motivo della fuga di personale dalle strutture assistenziali, il cosiddetto dumping contrattuale.

Tale riforma non servirebbe solo per frenare l'emorragia di Oss ed infermieri, ma anche e soprattutto per garantire un servizio di qualità agli anziani - conclude la nota -. Siamo convinti che la situazione migliorerebbe se le Rsa pubbliche (Ipab) entrassero sotto il controllo delle Ulss. Per entrambe, le modalità di reclutamento del personale sono tramite concorso e una gestione dei processi da parte dell'Ulss permetterebbe altresì di uniformare la categoria.

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