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Furbetti del cartellino, sospesi due infermieri a Salerno

di Redazione

Sospensione dal servizio per un anno. È quanto hanno notificato a due infermieri - un uomo e una donna - dell’azienda ospedaliero-universitaria “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” i carabinieri del Nucleo Antisofisticazione e Sanità di Salerno. I due, secondo gli investigatori, avrebbero attestato falsamente, con modalità fraudolente, la presenza in servizio della donna, che avrebbe percepito, indebitamente, la retribuzione per ore di servizio non prestate.

Convince il collega a timbrare al suo posto: sospesi due infermieri

L'infermiera risultava aver sempre marcato nello stesso dispositivo del complice e sempre su marcatempo diversi da quelli del reparto di appartenenza.

Le accuse che sono state mosse ai due, e che hanno convinto il gip Alfonso Scermino, sono di truffa aggravata ai danni dello Stato e inosservanza delle norme sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche.

Per questo motivo è stato disposto, a carico dei due dipendenti, la sospensione dall'esercizio del pubblico servizio per dodici mesi.

L'infermiera era stata coinvolta già nella precedente maxi inchiesta che travolse il Ruggi qualche anno fa. I legali dei due indagati, gli avvocati Paolo Carbone e Genserico Miniaci, hanno comunque già presentato ricorso al Riesame producendo atti e documenti a favore dei propri assistiti.

A far scattare le indagini - come riporta Il Mattino - è stata una dettagliata segnalazione giunta, a fine maggio scorso, al Comando tutela della salute di Roma e trasmessa al Nucleo salernitano. Nella stessa veniva indicata l'auto dell'infermiera e anche il posto dove solitamente parcheggiava. I carabinieri sono partiti proprio dal parcheggio per controllare la donna, verificando anche la timbratura in ospedale con i passaggi autostradali in uscita ed in entrata dal comune di residenza, Castellammare di Stabia.

Quasi una trentina i controlli che avrebbero dato ragione ai sospetti degli investigatori, da giugno ad ottobre dello scorso anno. Il primo è del 10 giugno 2022: il badge registrava che la dipendente aveva effettuato il turno notturno (ingresso ore 21.25 del 9 e uscita 6.47 del 10) ma registrava anche un nuovo ingresso alle 6.47. Quindi, secondo le timbrature, l'infermiera non avrebbe mai dovuto lasciare l'ospedale. Ma i militari erano appostati nel parcheggio ed avrebbero visto arrivare la donna alle 7.57 del 10 giugno. Il riscontro è arrivato dal casello autostradale di Castellammare, per il quale la sua auto era transitata alle 7.30 del 10, direzione Salerno. Quindi alle 6,47 - come si legge nella carte del giudice Scermino - l'indagata non sarebbe neanche stata in ospedale.

I controlli sono continuati ancora il 13 giugno, il 17 giugno e hanno dato ancora esiti sfavorevoli alla donna, arrivata sempre con quasi un'ora di ritardo. Alle indagini dei carabinieri del Nas si sono poi intrecciate quelle della guardia di finanza che hanno sottoposto la stessa infermiera a controlli tra agosto e settembre. Anche in questi casi - scrive il gip - la prova era cristallina. Una volta accertate le irregolarità e capito a quale dispositivo marcatempo la donna era solita timbrare, la procura ha autorizzato l'installazione di tre telecamere per smascherare l'eventuale complice.

È stato così che la telecamera non avrebbe mai ripreso la donna anche se la stessa risultava aver timbrato. E proprio dalle marcature sempre coincidenti gli inquirenti sono arrivati ad identificare il suo complice. In particolare, la donna risultava aver sempre marcato nello stesso dispositivo del complice e sempre su marcatempo diversi da quelli del reparto di appartenenza.

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