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aggressioni in ospedale

Locri, infermiere aggredito da tre persone

di Redazione Roma

Ancora un professionista sanitario malmenato, questa volta all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale di Locri (Reggio Calabria). Gli autori del vile gesto sono tre persone che avevano accompagnato una donna bisognosa di cure. A provocare l’assurda reazione il divieto di ingresso imposto dallo stesso infermiere che, in seguito all’aggressione, ha riportato lesioni guaribili in 20 giorni. I tre sono in stato di fermo. Il presidente dell’Opi Reggio Calabria, Pasquale Zito: Fatto ingiustificabile, occorre istituire un posto fisso di polizia.

Ennesima aggressione ai danni di un infermiere, la denuncia dell'Opi

Per l’ennesima volta – e ne avrebbe fatto volentieri a meno – l’Ordine delle professioni infermieristiche di Reggio Calabria si trova a dover esprimere incondizionata solidarietà ad un collega vittima di una brutale aggressione presso il Pronto soccorso dell’ospedale di Locri. Così il presidente Pasquale Zito, che rinnova il suo grido d’allarme in merito al grave episodio che ha visto un infermiere investito da cieca violenza, perpetrata da ben tre individui, mentre compiva il proprio dovere fra le innumerevoli difficoltà che attraversa la sanità sul nostro territorio.

Una nuova aggressione contro i sanitari che arriva dopo quella registrata soltanto pochi giorni fa a Cariati (Cosenza), dove il familiare di un paziente, arrivato al Pronto soccorso dell’ospedale civile Vittorio Cosentino, infastidito dall’attesa si è scagliato contro un medico colpendolo con una testata e infliggendogli un morso. Nessuna motivazione – incalza Zito – può giustificare simili atteggiamenti contro operatori che fanno il possibile, e spesso anche di più, per garantire un servizio con la necessaria professionalità.

Esprimendo riconoscenza alle forze dell’ordine per aver assicurato alla giustizia i tre autori dell’aggressione, il presidente dell’Opi di Reggio Calabria teme che la “semplice” repressione, da sola, non sia sufficiente. E rilancia: Urge istituire un posto fisso di polizia all’interno del Pronto soccorso dell’ospedale di Locri.

Dal sud al nord Italia, dove all’inizio di agosto la Regione Lombardia, in conseguenza delle numerose aggressioni negli ospedali nei confronti dei sanitari, si era detta pronta ad attivare servizi di guardia giurata e videosorveglianza a tutela del personale all’interno delle strutture ospedaliere e ambulatoriali, soprattutto nei Pronto soccorso degli ospedali. Restando nel territorio amministrato da Attilio Fontana, il gruppo Pd in Regione ha reso noto un report che fotografa la situazione in ciascuna Asst (azienda socio-sanitaria territoriale) e Irccs (istituto di ricovero e cura a carattere scientifico), oltre che negli ambulatori in capo all’Ats di Milano.

Da gennaio a maggio 2022 si contano 384 attacchi a infermieri, medici e ad altri professionisti in servizio nelle strutture sanitarie pubbliche del capoluogo e dell’hinterland: 2,5 al giorno. Di questi, due sono aggressioni definite estreme, espressione in cui rientrano le violenze con l’impiego di armi e quelle che provocano la morte delle vittime. In totale sono 106 quelle fisiche, 278 quelle verbali, che in 116 casi hanno compreso insulti e minacce.

E ancora, criticità in tutta Italia, dalla Liguria all’Emilia-Romagna, mentre anche in Toscana – dopo l’ennesimo caso di violenza contro gli operatori in servizio – la Fials ha scritto al prefetto, chiedendo il potenziamento del posto di polizia e accessi controllati al Pronto soccorso dell’ospedale Versilia a Lido di Camaiore (Lucca).

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